IL FISICO DELL’ATMOSFERA PROF. FRANCO PRODI, CACCIATO DAL CNR E DAI MEDIA PER “NEGAZIONISMO CLIMATICO”, SI SFOGA E AVVERTE IL VATICANO: “STA PRENDENDO UNA CANTONATA PER INSEGUIRE IL GLOBALISMO”.
di A. Martino
Beh, a quanto pare a noi de L’Ortis si può ormai ascrivere anche il “delitto” di “negazionismo climatico”, dopo certi ultimi articoli e in particolare quello del nostro direttore Lorenzo Valloreja.
Anche in questa categoria della polizia del pensiero, però, siamo in buona e imbarazzante (per lorsignori, ovviamente) compagnia: alludo al professor Franco Prodi, fisico dell’atmosfera di chiara fama ed ex dirigente di settore del CNR. Nella seguente interessantissima intervista a La nuova bussola quotidiana, ne ha per tutti, non esclusa la Chiesa postcattolica bergogliana: e dato che parliamo del fratello dell’ex Presidente del consiglio dei ministri Romano Prodi, ultramodernista e cattolico “adulto” di ferro come un po’ tutta la numerosa, potente e impegnatissima famiglia bolognese non certo critica verso il Pensiero Unico, la posizione appare davvero rimarchevole e autorevole.
Il professor Prodi, inoltre, lancia un allarme abbastanza vibrato, accorato, e risentito, per il clima di conformismo e intimidazione verso le enunciazioni difformi e dissidenti nel campo della ricerca scientifica. Penso che copierò da lui il neologismo “giornalistura”.
“ Professore, assieme ad altri scienziati ha
firmato l’ appello di Clintel. Con alcuni colleghi italiani si è rivolto
anche al presidente Mattarella. Che risposte avete avuto?
Non siamo stati degnati neanche di un riscontro. Il nostro tentativo era quello
di ribadire che nel campo scientifico non c’è assolutamente l’unanimità di
vedute che si vuole raccontare. Ma ormai la frase “lo dice la scienza” è
diventato il verbo per imporre i report dell’IPCC che condizionano tutto.
Qual
è il punto di crisi?
Il sesto report dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) dice che il
riscaldamento climatico è causato per il 97% dall’uomo (le cosiddette cause
antropiche), e che quindi bisogna arrivare alle emissioni zero. Una follia,
indimostrabile tra l’altro, soprattutto se teniamo conto che l’Europa è
responsabile del 9% delle emissioni di co2 e l’Italia appena dell’1%. Mentre la
Cina costruisce una centrale a carbone al giorno.
Chi
la critica le contesta di occuparsi di nubi…
E chi dovrebbe parlare di fisica dell’atmosfera se non chi come me studia le
nubi dal 1966?
Perché
le nubi c’entrano col cambiamento climatico?
Eccome! Sono al centro del sistema climatico. ll cuore del sistema climatico è
il bilanciamento tra i fotoni solari in arrivo e i fotoni terrestri che se ne
vanno. Le nubi riflettono i fotoni solari. Chi mi critica non ha assolutamente
competenza e mi fa oggetto di azioni diffamatorie come è successo per la
vicenda Wikipedia.
Che
cosa è successo?
È stata alterata dopo un articolo del Domani scritto ad arte e ordinato da De
Benedetti. Mi hanno affibbiato il termine “negazionista climatico” e da lì sono
incominciati i miei guai.
Lei
non si sente negazionista?
Altroché! Sono un “apostolo” della protezione del pianeta, il termine
negazionista richiama tragici momenti della nostra storia. Di sicuro non ho mai
portato avanti il negazionismo climatico.
Solo
che…
Come potrei? In un pianeta con otto miliardi di persone anche la fisica delle
nubi cambia, ma l’attività dell’uomo non può spiegare tutto.
Perché?
Perché le nubi sono un sistema molto complesso. Anzitutto hanno forma
tridimensionale mentre nei modelli dell’IPCC questo non viene mai tenuto in
conto; ci sono radiazioni a infrarossi e gas poliatomici e poi ci sono nubi che
non vengono neanche rilevate, ma che incidono. Di conseguenza i modelli
numerici che vengono imposti danno risultati inattendibili.
Quindi
non nega il cambiamento climatico, ma non lo attribuisce all’uomo?
Nemmeno, una matrice antropica c’è.
Quale?
Anzitutto è bene dire che più che di cambiamento climatico la scienza parla di
variazioni della composizione atmosferica.
D’accordo.
Cosa causa le variazioni della composizione atmosferica?
Le cause sono di due tipi: naturali e antropiche. Le seconde sono appunto
l’attività dell’uomo.
Cosa
troviamo nelle cause naturali?
Le interazioni atmosfera-oceano, le interazioni atmosfera-biosfera, le eruzioni
vulcaniche e il ciclo idrologico.
E
nelle antropiche?
L’immissione di gas serra in atmosfera con i combustibili fossili, gli incendi
e gli allevamenti, l’immissione di aerosols in atmosfera e lo sfruttamento del
terreno, come ad esempio la riduzione delle foreste.
Il punto è capire le percentuali di responsabilità. L’IPCC
sostiene che l’attività dell’uomo contribuisca per il 97%…
Balle, balle. È un dato indimostrabile, un’impostura. La quantificazione
dell’attività antropica è impossibile da misurare per la scarsa conoscenza di
importanti aspetti fisici.
Quali?
Ci sono tanti fattori che incidono. Oltre alle attività delle nubi, che sono
essenziali, c’è il calore proveniente dalla terra che è un grosso punto
interrogativo, anche l’attività dei vulcani, che emettono co2 non è
quantificabile, c’è il degassamento della crosta terrestre che è difficile da
quantificare.
Quindi, se non è il
97%, quale sarebbe secondo lei la percentuale da attribuire all’uomo?
Per lo stesso motivo per cui le dico che il 97% è indimostrabile, non c’è modo
di dare una percentuale attendibile. È semplicemente un dato irraggiungibile
scientificamente. Ciò che è misurabile è altro.
Che
cosa?
L’inquinamento. Gli accordi mondiali andrebbero fatti su questo perché
sull’inquinamento abbiamo parametri scientifici dimostrabili e quantificabili.
Invece perdiamo tempo su cose indimostrabili.
Lei
è emiliano, recentemente ha preso posizione sull’alluvione.
Invocare il cambiamento climatico è stata una follia. La verità è che stato un
problema di gestione.
In
che senso?
Mancata gestione dell’emergenza con le conoscenze attuali di radar
multi-parametrici. Con un monitoraggio adeguato a livello radar avremmo
intercettato lo spostamento delle nubi e la quantità di acqua con ore di
anticipo e avremmo salvato delle vite umane. L’ho detto in piazza a Faenza agli
alluvionati, nessuno mi ha contestato.
I
giornali l’hanno contestata…
I giornali cosiddetti mainstream, la dittatura dei giornali che io chiamo
“giornalistura”. La mia titolarità scientifica è stata umiliata, i miei
progetti come quello in Puglia chiamato RIVONA (rischi per il volo e nowcasting
aeroportuale) schiacciati dalla politica mentre il Cnr mi ha letteralmente
sbattuto fuori.
Ma
lei è andato in pensione…
A tutti i direttori viene data la possibilità di rimanere associato per poter
continuare a fare attività scientifica. A me è stata negata, la nuova
direttrice dell’ISAC Cristina Facchini mi ha fatto fare gli scatoloni per
liberare il mio ufficio seduta stante.
E
il mondo accademico?
C’è un brutto clima. L’interazione tra politica e scienza è pericolosa. Ci sono
ricercatori terrorizzati e omertosi che sposano le tesi dell’IPCC perché temono
di perdere i loro finanziamenti o la loro posizione all’interno delle
università. Con me si è applicato il metodo Mao: Colpirne uno
per educarne cento.
Qual
è la posta in gioco?
La finanza globale che supera l’economia reale ha bisogno di dare un profitto a
una massa enorme di danaro e lo fa imponendo la Green economy.
Non darà nessun effetto sulle emissioni, ma metterà in ginocchio intere
economie reali.
Che
cosa pensa dell’esortazione del Papa Laudate Deum?
È un suicidio per la Chiesa, lo dico da fedele e con
grande dolore. Si sta rischiando di creare un nuovo caso Galileo.
Galileo?
È scritta sposando interamente le tesi dell’IPCC, ma quando emergerà che queste
tesi sono state una delle più grandi truffe fatte all’umanità la Chiesa non ci
farà una bella figura.
Chissà
se chiederà scusa?
Nel leggerla sono saltato sulla sedia. Almeno con la Laudato Sì al
capitolo 1 paragrafo 23, Francesco si prendeva qualche cautela alimentando il
dubbio e dicendo che la scienza era divisa su certe posizioni, ma l’esortazione
è interamente appiattita sul catastrofismo climatico. Io non so chi abbia
consigliato il Papa, ma è stata sicuramente una pessima influenza.”
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