CERTE MAGISTRATURE DELL’OCCIDENTE “DEMOCRATICO E LIBERALE” (SOLO QUELLA BRITANNICA?) SANNO ESSERE SEMPLICEMENTE DISUMANE, MA LA TROVATA PROPAGANDISTICA DELLA CITTADINANZA ITALIANA ALLA PICCOLA INDI E’ STATA PER LEI LA SUA CONDANNA?

So bene che questo ragionamento e i miei sospetti potranno farci insultare da qualche “militonto”, come già avvenuto con la mia recensione della pellicola Comandante, ma a quanto pare, certi ragionamenti possiamo farli solo noi de L’Ortis con la nostra scandalosa indipendenza e coerenza.

Vi è, anzi e purtroppo vi era ormai, una bambina inglese di otto mesi appena (Indi Gregory) la quale, affetta da grave patologia mitocondriale, respirava solo grazie a dei supporti meccanici. Come altre volte accaduto e non solo nel Regno Unito, si è instaurata una controversia fra la famiglia e la struttura ospedaliera, in questo caso il Queen’s medical center di Nottingham. E come prevedibile, una povera normale e popolare famiglia nulla può contro uno stato larvatamente disumano e tendenzialmente tirannico fino al puntiglio, come qualunque stato del cosiddetto Occidente “democratico e liberale”. Risultato: la massima istanza giudiziaria britannica ha decretato che Indi doveva morire, distaccata dai macchinari e confinata in un “hospice” ovvero lager per malati terminali e ivi imbottita di palliativi nelle sue ultime ore fino alla notte tra domenica e lunedì

Il padre ha dichiarato: “ ……il servizio sanitario nazionale e i tribunali non solo le hanno tolto la possibilità di vivere, ma anche la dignità di morire nella casa di famiglia”.

E’ proprio così: l’uomo occidentale di oggi non ha più certezze, coraggio morale, pietà. Conosce però specularmente “rispetto delle regole e delle istituzioni”, “legalità”, correttezza politica e ipocrisia. Ipocrisia a livelli industriali, tali da far dire a burocrati sanitari e boia in toga e parrucchino incipriato, che questa era la cosa migliore per non far soffrire la piccola. Il vero motivo invece, sono i costi ingenti, e potenzialmente lunghissimi (“non si accettano miracoli”, contrariamente alla canzone di Tiziano Ferro) di una tale terapia salvavita. Fino a che, e lo dico in termini assolutamente generali astraendo dall’ Italia, a degli estranei tronfi delle loro certezze pseudogiuridiche, ma ignari di Giustizia, e del loro enorme potere, che spesso neanche guardano in faccia l’oggetto dei loro verdetti solo identificato su delle scartoffie o files, saranno demandate decisioni di vita e di morte, nessuno potrà vivere veramente intangibile nei suoi diritti più fondamentali ma solo nelle sciocchezze (come  la stupida privacy tra “poveri fessi” ma che dinanzi allo stato non esiste).

Ma veniamo alla particolarità della tragica storia di Indi. Circa dieci giorni fa, con un atto che è un assoluto unicum nella storia istituzionale italiana, il Consiglio dei ministri appositamente convocato, assegnò alla bambina la cittadinanza italiana, come a reclamarla dallo stato britannico, affinché al nostro Bambin Gesù potesse godere delle migliori e più amorevoli cure. Un atto oggettivamente nobile e cristianissimo, significante esaltazione del valore della vita in ogni circostanza (capito, Cappato?).

Eppure, potrebbe essere stato proprio questo atto acchiappavoti pro vita, percepito oltre la Manica come una indebita e moralistica ingerenza, a provocare tale irrigidimento della magistratura britannica: anche un magistrato ha un cuore, io direi, e condannare così una quasi neonata è in effetti un po’ troppo, anche e persino dalle parti della Torre di Londra. Non è che, senza la pantomima della concessione di cittadinanza, Indi forse, in questo momento, sarebbe al Bambin Gesù? La Gran Bretagna non sarà più l’impero-Leviatano di un tempo, ma ne ha ancora tutta la stoffa, lo stile, la suscettibilità. Vi dice qualcosa la guerra delle Falkland, o la più attuale reviviscenza, con l’incoronazione di re Carlo III, della pompa regale più magniloquente e fastosa possibile? La bonaria e umana furbizia della Garbatella è andata a sbattere contro la freddezza imperturbabile dei Granatieri del re in colbaccone e giubba rossa.

Giorgia Meloni e i buoni Pillon o Roccella (l’ aggettivo è sincero e senza ironia alcuna) sanno benissimo che i veri atti a tutela della vita alla loro portata sarebbero una vera e propria crociata per mettere mano al genocidio prenatale dell’aborto di stato, la limitazione della pillola del giorno dopo, e altro ancora. Ma tutto questo costerebbe voti a camionate. La storia della cittadinanza a Indi, invece, voti può solo portarne: anche se una giovanissima vita potrebbe essere costata, o quanto meno averla abbreviata. E comunque, come si dice, di buone intenzioni, è lastricata la strada che porta all’ Inferno.

A. Martino

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