LA GUERRA FINALMENTE STA PER FINIRE!
La guerra finalmente sta per finire!
Lo so, lo abbiamo scritto tante volte, e tante altre volte abbiamo sbagliato nel calcolare la tempistica affinché si arrivasse ad un accordo, lo ammettiamo, ma questa volta i tempi sembrano essere veramente maturi.
Infatti nell’arco di una settimana, prima Stian Jenssen, Direttore dell’ufficio privato del Segretario Generale della Nato, Jens Stoltenberg, e poi Josep Borrell, Alto Rappresentate dell’Unione per gli Affari Esteri e la Sicurezza, hanno parlato di una soluzione pragmatica per risolvere un conflitto che, al di là delle barzellette quotidiane riguardo i successi tattici dell’Ucraina, registra, da una parte il totale fallimento della controffensiva di Kiev, dall’altra la predisposizione della Federazione Russa a reggere, da sola, sia sotto il profilo economico, che sociale e militare, ben 18 mesi di conflitto.
La soluzione paventata dovrebbe essere esposta – alle parti in causa, quindi Ucraina e Russia, da una decina di Paesi – a margine dell’Assemblea Generale dell’ONU che si terrà, proprio tra due settimane, il 05 settembre, a New York e che prevederà l’entrata immediata dell’Ucraina nella NATO in cambio della cessione e/o del riconoscimento, dei territori fin qui occupati, alla Russia.
In altri termini – questa risoluzione si, l’avevamo presa in pieno fin dal primo giorno dell’Operazione Speciale – il Cremlino otterrà tutto quello che si era prefissato.
Diciamo questo perché, il fatto che alla Russia, da parte della comunità internazionale, vengano riconosciuti come di propria pertinenza, tutti i territori occupati, non è poca cosa ed è proprio questa la novità.
Infatti, se si ripercorre tutto lo storytelling che ci è stato fin qui propinato, in un anno e mezzo di guerra, dove era d’uopo distinguere tra aggredito ed aggressore, si ricorderà bene come, per questi “scienziati” della diplomazia, affinché si raggiungesse una pace giusta, la Russia avrebbe dovuto necessariamente abbandonare tutti i territori occupati, ivi compresi il Donbass e la Crimea (tant’è che persino la Cina, Pese molto vicino alla Russia di Putin, ad oggi, non ha ancora riconosciuto la Crimea quale parte della Nazione Russa), oltre che, riconoscere e concedere, a Kiev, l’entrata immediata nella NATO e nell’UE.
Dunque, una volta acclarato, a livello internazionale, che quei territori appartengono alla Federazione Russa, non si potrà più tornare indietro e con molta probabilità, saranno tolte anche le sanzioni giacché, è bene ricordare, furono comminate a partire dal 2014, anno della conquista della Crimea da parte delle forze russe.
Riguardo invece l’entrata dell’Ucraina nella NATO, essa sarà ancora tutta da discutere, in quanto le parti su questo hanno delle visioni molto divergenti.
Con molta probabilità Kiev resterà ancora fuori, ma ciò non toglie che potrà ricevere, dai partner occidentali, tutte le armi di cui ha bisogno per difendersi in futuro, ivi presenti i richiestissimi caccia.
Altro capitolo, invece, è quello dell’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea, che, con molta probabilità, se l’UE dovesse sopravvivere a questa guerra fallimentare, dovrebbe avvenire seguendo una road map dai tempi biblici poiché, come da regolamento comunitario, Kiev dovrà prima effettuare tutta una serie di riforme sia in ambito economico, che sociale, quanto anche politico.
D’altronde abbiamo sempre sostenuto che per fare la pace occorresse necessariamente il beneplacito di Washington e in questo momento storico, i cittadini USA hanno incominciato seriamente a stufarsi di questa situazione: troppi morti, troppi fondi bruciati e pochissimi risultati concreti.
Un lusso, quello del bruciare soldi del contribuente americano, che Biden non può più permettersi giacché, il 05 novembre del 2024, con molta probabilità troverà, lungo la strada che dovrebbe portarlo nuovamente alla Casa Bianca, il suo più acerrimo nemico, Donald Trump, in grande spolvero e più agguerrito che mai, oltre ad una Cina sempre più intenta a riprendersi Taiwan, costi quel che costi.
In altri termini, gli Stati Uniti, come nella migliore tradizione di ogni superpotenza che si rispetti, hanno sempre sfruttato e tutt’ora spremono i loro “Stati Satelliti”, sia per l’accaparramento delle risorse che per innescare, ad arte, guerre e sommosse per procura e quando sono sazi o stufi, impongono, incuranti della sorte altrui, a questi “Iloti”, di fermarsi.
Dunque, sta fresco Zelensky a strepitare, tanto, “cosa fatta capo ha”.
Nel mentre, giusto per capire che aria tira, l’India ha scelto di non invitare l’Ucraina al vertice del G20 del prossimo mese, la Russia invece ci sarà e questo nonostante vi fossero stati diversi appelli per espellerla dal gruppo. Poi come se non bastasse, i BRICS, riuniti proprio in questi giorni in Sudafrica, stanno lavorando per la creazione di una moneta unica alternativa al Dollaro.
Insomma, lo scenario è sempre più a favore della Russia e contrario al mondo occidentale.
Non ci voleva certo uno scienziato per capire come sarebbe andata a finire questa guerra.
Noi l’abbiamo sempre detto, ma ahimè non contiamo nulla e pertanto, chi governa, non ha mai voluto ascoltarci, giacché, costoro, pur avendo il potere e coadiuvati da uno stuolo di esperti, erano convinti che noi fossimo solo dei pazzi, ma come diceva mio nonno: “il cavallo vincente si vede solo al traguardo!” e molti di questi politici, cadendo da cavallo, credo che non si rialzeranno mai più … oltre che aver prima distrutto il nostro Paese.
Lorenzo Valloreja
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