PER UNA VOLTA TANTO L’ITALIA DOVREBBE AVERE UNO SCATTO D’ORGOGLIO E FAR VALERE PIÙ LA PROPRIA CAPACITÀ DIPLOMATICA CHE QUELLA DI PRODURRE ARMI
Avevo detto, solo pochi giorni fa, che Netanyahu, grazie a questa guerra, sarebbe assurto al ruolo di leader indiscusso di un Governo di Unità Nazionale e così è stato. Sono anni che sostengo che l’Italia debba uscire dall’UE, dall’Euro e dalla NATO e che non avrebbe mai dovuto affrancarsi dalla grande amicizia che la legava alla Russia, ed ora, anche in questo caso, i fatti mi stanno dando terribilmente ragione.
Ed allora, perché un analista “provincialotto” – lontano dai salotti che contano, come il sottoscritto, che dirige un piccolo giornale spesso ignorato anche dai motori di ricerca – riesce a interpretare la realtà, mentre i professionisti dell’informazione falliscono nella stessa missione? Semplice! perché la nostra volontaria povertà ci rende pienamente liberi, mentre gli altri, i cosiddetti “professionisti”, sono schiavi del denaro e dei vizi che con esso possono comprare.
Va da sé, allora, che solo la malafede può far mettere a tacere ogni voce critica nei confronti dei danni cagionati sia dall’UE, che dall’Euro, che dalla NATO, nei confronti del nostro Paese. Quando, ad esempio, il Governo italiano decise di tagliare con il gas russo perché Mosca era intervenuta militarmente in Ucraina, nessun esponente parlamentare, né giornale del bel Paese, ad eccezione del mio, “l’Ortis”, ha evidenziato come questa scelta fosse una follia non tanto per questioni ideologiche quanto di natura prettamente pratica.
L’Italia, infatti, non ha centrali nucleari, non è energeticamente autosufficiente, ed il metano ci veniva venduto da Gazprom. Se paragonato ad oggi, il prezzo era veramente irrisorio. Di contro, in nome della fedeltà all’Alleanza Atlantica, alle scelte imposteci dall’UE, ed al principio partigiano del rispetto del diritto internazionale, abbiamo scelto di metterci nelle mani di Paesi che ci hanno venduto il gas nelle medesime modalità ed al prezzo di un pusher che rifornisce la propria vittima: il gas statunitense e canadese, ad esempio, costa a noi italiani circa 84$ per singola unità termica (Mbtu) mentre quello russo ci costava solo 2$ per ogni singola unità termica.
Gli altri Paesi, poi, a cui ci siamo fortemente legati per diversificare i nostri fornitori, Algeria e Qatar in primis, sono partner di Hamas e se l’UE decidesse di sanzionare anche queste Nazioni, perché sponsor del “terrorismo”, rimarremmo veramente con il culo a terra.
Ed a questo punto si pone il dilemma: “Quanto si può essere incoerenti e falsi, sapendo anche di rimetterci le penne, pur di compiacere il nostro dominus, gli Stati Uniti? Uso i termini Incoerenti e falsi perché, se ci si dichiara democratici e dalla parte della civiltà, non si possono usare due pesi e due misure.
Per quanto umanamente comprensibile, l’assedio di Gaza, dove gli israeliani hanno tagliato acqua e luce, è di per sé un crimine di guerra – come, tra l’altro, già denunciato dal Nunzio Apostolico in Siria, Cardinal Mario Zenari – e la distruzione del quartiere di Al – Rimal, preludio del destino dell’intera Striscia, è un atto incivile non degno del portato morale della nostra civiltà, dunque perché, tra le svariate cancellerie europee, nessuno si indigna?
Se la stessa azione fosse stata compiuta in Ucraina dall’esercito russo cosa mai sarebbe successo? La risposta, in fondo, la conosciamo tutti: ci sarebbe stata una levata di scudi a favore di Kiev a non finire, ed invece, qui, dei civili palestinesi, nessuno si preoccupa.
Il ruolo dell’Italia, in questa occasione, sarebbe dovuto essere – come doveva esserlo anche in passato per il conflitto ucraino – quello di mediatore terzo e non di tifoso/supporter di una delle parti. Ma, siccome si sa, che, in politica, uno spazio lasciato vuoto viene sempre colmato da qualcun altro, ecco che, ciò che avrebbe dovuto fare il nostro Paese è stato prontamente fatto da altri, e nello specifico dai nostri eterni rivali, i turchi, i quali, anche in questo caso, si stanno dando molto da fare, così come gli egiziani.
Ricordo infine, sommessamente, che in Italia vivono circa 3 milioni di musulmani e lo sposare aprioristicamente una causa, quella ebraica nello specifico, che va avanti a suon di ossa rotte e bombe, ricevute e causate, da più di 70 anni, non può che far male alla tenuta del nostro Paese perché, nelle ore a seguire, non si capirà più chi ha torto e chi ha ragione. L’Italia, per una volta tanto, dovrebbe avere uno scatto d’orgoglio e far valere più la propria capacità diplomatica che quella di produrre armi poiché, come ebbe a dire Pio XII: “Nulla è perduto con la pace, tutto può esserlo con la guerra”.
Lorenzo Valloreja
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