IN UCRAINA GLI STATI UNITI HANNO GIÀ STACCATO LA SPINA, L’EUROPA E L’ITALIA, INVECE, CONTINUANO CON QUESTO ACCANIMENTO TERAPEUTICO: CUI PRODEST?

Come ho già detto in passato, ogni giorno che passa, la pace in Ucraina è sempre più vicina, specialmente con la vittoria di Robert Fico e del suo partito, i socialdemocratici nazionalisti, in Slovacchia.

Se la guerra è ancora alle porte dell’Europa, è solo perché Biden e i suoi “vassalli” si ostinano a tenere artificialmente in vita un cadavere che ha cessato di vivere già nel 2014.

Infatti, stando così le cose, “Parigi non val bene un messa!” è la prova provata di ciò che sto affermando possiamo riscontrarla osservando i dati economici della Federazione Russa.

La Russia è diventata il primo esportatore di grano al mondo, stabilendo un nuovo record produttivo. Questo successo è stato possibile, in parte, grazie al cambiamento climatico che ha provocato lo scongelamento di vaste parti del Paese, rendendo queste terre coltivabili, e in parte grazie  alla guerra ha causato un calo della produzione ed esportazione del frumento ucraino

I principali clienti di Mosca, poi, sono i Paesi emergenti legati al “BRICS”, che sono strategicamente importanti per noi nel contesto del Mediterraneo: Egitto e Turchia in primis.

La Cina, inoltre, altro Paese BRICS legato alla Russia, ha accumulato ben il 53% delle scorte mondiali di grano e quindi altro che farina di grilli ed altri surrogati allo studio … il cappio al collo ce lo siamo messi da soli, ed anche con il sorriso sulle labbra.

Le “bramme” – semilavorati destinati a successive lavorazioni come la laminazione – valgono, da sole, il 10% del mercato siderurgico mondiale e vengono esportate dalla Russia più di prima, nonostante vi siano delle sanzioni che ne impedirebbero la commercializzazione.

Già, ma chi le applica? La comunità internazionale tutta o solo i fidi scudieri dell’Amministrazione Democratica Americana?

La risposta esatta è chiaramente quella che indica, quali esecutori delle sanzioni, i “fidi scudieri” tant’è vero che persino negli Stati Uniti ci sono persone sagge, come lo speaker della Camera Kevin McCarthy, che hanno deciso di congelare i fondi statunitensi destinati al sostegno a Kiev (circa 6,2 miliardi di Dollari) fin dalla visita del Presidente Zelensky a Washington il 21 settembre scorso. Questo al fine di evitare il cosiddetto shutdown, che, per i non addetti ai lavori, altro non significa che aver salvato milioni di lavoratori statali americani dal mancato pagamento dello stipendio.

Insomma gli Stati Uniti sono sfibrati da questa guerra più di quanto non lo siano i russi, l’opinione pubblica americana è stanca e nel 2024 si tornerà alle urne per eleggere il nuovo Presidente: scacco matto!

Se tutto ciò non bastasse, teniamo presente che le quantità di gas naturale liquefatto (GNL) che stiamo comprando dalla Russia sono ormai le stesse di prima della guerra. Inoltre, il “tetto al prezzo” sul petrolio russo indicato dal G7 è diventato praticamente una barzelletta, visto che il petrolio di Mosca è attualmente venduto a ben 83 dollari, mentre noi occidentali avevamo indicato 60 dollari al barile.

Ma veramente questi scienziati dell’UE pensavano e pensano che il mondo possa fare a meno delle risorse russe? E i vertici NATO, nonostante le criticità dell’Armata Rossa, pensavano e pensano ancora di poter sconfiggere in modo umiliante e definitivo una Super Potenza Nucleare come la Federazione Russa, che, non dimentichiamolo, siede permanentemente nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU e ha diritto di veto?

A quanto pare si! Altrimenti:

  • l’Alto Rappresentante Ue per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, Josep Borrell, non avrebbe mai proposto e fatto approvare un nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina da 5 miliardi di euro per il 2024;
  • il nostro Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, non sarebbe così convinto del messaggio politico e culturale inviato all’Ucraina, da parte nostra, con la ricostruzione della cattedrale di Odessa.

In breve, se è vero che, anche solo per consunzione, ogni giorno che passa ci avvicina un po’ di più alla pace, è altrettanto certo che il passare del tempo non farà altro che infliggerci sempre più danni e dolori.

Lorenzo Valloreja

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