LA BARCA DI PIETRO SI TROVA IN UNA TREMENDA TEMPESTA , E CHE PENA FA IL SUO TIMONIERE.
Su questo giornale, sono stato spesso critico (a dir poco) a riguardo di Papa Francesco e della deriva modernista che egli secondo me, incarna all’ennesima potenza. Però, se ci diciamo cristiani e cattolici (e non gli rinfacciamo il suo singolare assunto secondo cui “Dio non è cattolico”), e crediamo che attorno al Cupolone, che piaccia o no, si coaguli ancora, il fondamentale supporto concreto e realisticamente insostituibile della pur esangue presenza cristiana nel mondo contemporaneo, siamo costretti a solidarizzare con chi è pur sempre il Pastore della Chiesa universale, nonostante i cento interrogativi, perplessità e amarezze, sbigottimenti e stupori che il suo singolare e a volte contraddittorio magistero, pongono in ogni cattolico pensante.
Mai infatti come ora, se si eccettuano particolari frangenti come lo scisma luterano, la sopravvivenza della Chiesa cattolica appare in forse, quindi quella della sussistenza della presenza cristiana nel mondo. La pedofilia è un cancro ormai non più derubricabile a speculazione massonico-secolarizzatrice su particolari casi singoli, complici i soliti mass media : la sanità morale e psicologica di larga o larghissima parte del clero è seriamente, maledettamente discutibile; lo specifico summit in Vaticano ha registrato l’ennesima, sincera lamentazione papale (non solo di questo ultimo papa) su tanta vergogna ma i suoi effetti pratici e operativi a livello di singole diocesi saranno tutti da verificare; l’ennesimo cardinale (francese) è condannato in primo grado per presunte coperture a preti pedofili per non parlare dell’australiano Pell un tempo potente dominus delle finanze vaticane, o dell’americano Mc Carrick addirittura ridotto allo stato laicale, e per comportamenti non solo omissivi. Su tutto, il mai dipanato interrogativo del memoriale Viganò sull’esistenza di una onnipotente lobby gay in Vaticano, contrastando la quale o si è emarginati o costretti a dimissioni (vedi persino Benedetto XVI).
E’ probabile che, come ha ancora dichiarato con indubbio coraggio intellettuale papa Bergoglio, su tutto questo vi sia la firma del Maligno ( in fondo lo confermerebbero tante profezie visionarie non sconfessate dalla Chiesa, basti pensare a Fatima), ma Satanasso non si limita semplicemente a usare una specie di telecomando bensì specula sugli errori, le miserie e le sozzerie umane. Non è che la demolizione della dottrina morale e familiare sia stata un pericoloso “tana libera tutti”? Siamo sicuri che tra omosessualità e pedoflia non via sia una continuità pratica? Tutte queste “aperture”, questi “dialoghi”, a cosa hanno portato e portano? Come mai le chiese si vendono per mancanza di fedeli frequentanti come a Utrecht, o si convertono (termine calzante) in ostelli per immigrati se non direttamente in moschee? Vogliamo ammettere o no, aldilà dei libri di teologia modernista o dei dotti articoli sui cosiddetti giornaloni, che il Concilio Ecumenico Vaticano II ha un bilancio sciaguratamente fallimentare in termini di secolarizzazione e crollo vocazionale?
La pedofilia non è un fenomeno strutturale alla Chiesa cattolica o tanto meno solo a essa, ma in essa particolarmente odioso dato che, fino a poco tempo fa, anche un non credente poteva ritenervi un ambiente sano e sicuro per la crescita e lo sviluppo dei propri figli. Chiunque sugli “anta” ricorderà che se un problema legato agli ambienti cattolici vi era, questo era semmai una certa ipocrisia e sessuofobia, ancor prima che omofobia. Su tutto dovrebbero comunque svettare le terribili parole di Nostro Signore su chi “scandalizzi uno di questi piccoli”. Cosa è successo, allora?
D’altronde, appunto, tutto ciò va in perfetto connubio con la scristianizzazione avanzata detta secolarizzazione, non solo dal punto di vista mediatico-culturale, ma anche materiale ed economico. Le diocesi più ricche del mondo sono in balia di micidiali richieste di risarcimenti (si ricordano traumi veri o tutti da accertare di trenta o quaranta anni prima, si piange o si chiede verità ma alla fine si cerca sempre di “sistemarsi” economicamente) e quindi condannate all’irrilevanza storica e sociale; magistrati e giornalisti “antipapisti” o ferocemente atei non aspettano altro. Ma la prescrizione fuori dall’Italia, non esiste?
In tutto questo, Papa Bergoglio ci fa, sinceramente e filialmente, pena, con le sue fosche analisi demonologiche per nulla campate in aria ma alquanto autoassolutorie, e il suo sostanziale disorientamento. Prenda atto del fallimento storico, e, dell’assoluta improduttività, degli assiomi modernisti.
Non possiamo sperare, e pregare altro, che smetta di fare il cappellano della Open Society di Soros e inizi a fare il Sommo Pontefice; che smetta di propagandare Babilonia e che inizi a tuonare contro Sodoma e Gomorra; che smetta di vezzeggiare l’Errore e inizi a esaltare la Verità. Compiacere il nichilismo e il relativismo affaristico della finanza globalista servirà pure ai bilanci dello IOR, ma rischia di fare del Vaticano un museo ben più ampio di quello già esistente, solo con turisti e visitatori e senza più fedeli.
Antonio Martino
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