UN “GOLPE” AL CERCHIO E UNO ALLA BOTTE
C’è stato un tempo in cui il sottoscritto si faceva travolgere emotivamente dai fatti di cronaca. Per esempio. Se in qualche parte del mondo veniva commessa una strage o qualche efferato omicidio, chi scrive non ha mai messo in dubbio lo storytelling veicolato dai media mainstream. Anche se col tempo tali versioni dei fatti si sono poi rivelate totalmente erronee e fallaci.
Faccio un altro esempio. Quando l’11 Settembre 2001 ci fu il crollo delle Torri Gemelle non ebbi il benché minimo dubbio che quella immane strage fu progettata ed eseguita da terroristi islamici. Come non ebbi alcun dubbio che la misteriosa fialetta brandita dal gen. Powell fosse realmente un’arma di distruzione di massa utilizzata dal cattivissimo Saddam Hussein.
Poi, abbracciando (o ri-abbracciando) la fede cattolica, ho fatto mio il concetto evangelico per il quale i cristiani dovrebbero essere candidi come colombe ma anche astuti come serpi. E in virtù di ciò ho iniziato a soppesare e vagliare la mole di notizie che ci bombardano quotidianamente. Di conseguenza ho cercato il più possibile di separare il grano buono dalla zizzania, come si suol dire. Quindi così facendo ho rivisto con sguardo neutro tutta la storia passata e quella presente, traendo le conclusioni che gran parte di ciò che ci hanno insegnato e che tutt’ora ci viene somministrato sono delle informazioni distorte se non totalmente inventate.
Però può capitare che certi fatti siano così complessi che è quasi impossibile riuscire a trovare il proverbiale bandolo della matassa. E uno di questi fatti è indubbiamente il fallito golpe orchestrato dal boss del Gruppo Wagner Evgenij Prigozhin.
Non starò qui a ripercorrere la cronologia dei fatti che hanno tenuto col fiato sospeso la popolazione russa e i loro sostenitori. Però se si va a indagare sulla genesi e le dinamiche che hanno portato Prigozhin a marciare verso Mosca per poi ritirarsi c’è da rimanere pressoché storditi. Infatti chi scrive ha letto e sentito le più svariate teorie esposte da persone molto preparate in campo militare e geopolitico. Ebbene tutte queste teorie sono risultate, seppur contrastanti, assolutamente logiche e verosimili. Quindi probabilmente non sapremo mai cosa esattamente è accaduto o sarebbe dovuto accadere tra il 23 e il 25 Giugno del 2023.
Mi limiterò solo a tornare indietro con la mente e rivedere un altro fallito golpe del recente passato. Il tentato colpo di stato che alcuni esponenti dell’esercito turco misero in atto contro Recep Erdogan nel Luglio del 2016. In quell’occasione, come detto poc’anzi, alcune frange delle Forze Armate turche tentarono di ribaltare il governo di Erdogan e dei suoi fedelissimi. Purtroppo per i golpisti il presidente turco riuscì a sfuggire alla cattura. Inoltre la maggior parte dei militari e della popolazione rimasero fedeli a quest’ultimo. Praticamente il colpo di Stato in questione si esauri’ in meno di 24 ore provocando però almeno 250 morti tra la popolazione. Gli ispiratori e gli esecutori del golpe furono catturati e subirono pesantissime condanne. Erdogan rimase in sella e approfittò di questo fallito golpe per fare un corposo repulisti all’interno delle Forze Armate, nella magistratura, nella politica, nella cultura e nell’informazione. E comunque alcune dinamiche di quei fatti sono a tutt’oggi sconosciute o perlomeno sospette.
Ma se noi paragoniamo i fatti accaduti recentemente con quelli accaduti in Turchia noteremo molte differenze. Prima di tutto il ruolo del noto e famigerato Gruppo Wagner.
Per chi non lo sapesse la cosiddetta Wagner è una sorta di esercito privato creato e guidato dal già citato miliardario russo Evgenij Prigozhin. Ne più né meno che un gruppo di mercenari a tutti gli effetti. Con la peculiarità, però, di servire gli interessi politici ed economici della Russia e di agire in zone geografiche dove ufficialmente l’esercito regolare russo non potrebbe intervenire. L’entità forse più vicina alla Wagner potrebbe essere la Legione Straniera francese, anch’essa incaricata spesso e volentieri di eseguire lavori “sporchi”. E similmente alla Legion Etrangere anche la Wagner viene utilizzata da tanti uomini per rifarsi una “verginità”. Infatti non è un mistero per nessuno che tanti combattenti a libro paga di Prigozhin provengano dalle patrie galere o abbiano avuto in passato problemi con la giustizia.
Ma comunque, bypassando le qualità etiche e morali dei “musicisti” (come vengono comunemente appellati), non si può non riconoscere in loro un’attitudine al combattimento e un’audacia fuori dal comune. Infatti è riconosciuto da tutti, seppur a denti stretti, che l’assedio e la conquista di Bakhmut porta la firma indelebile della Wagner. E come la sopracitata Legione ha sempre suscitato un fascino incontestabile nel corso dei secoli così i “musicisti” hanno ben presto conquistato i cuori di tantissimi russi, giovani e meno giovani. Anche grazie ad abili operazioni di marketing. Infatti non dimentichiamo che la Wagner è un’azienda privata a tutti gli effetti. E come tutte le aziende deve per forza veicolare la bontà dei propri “prodotti”. E per fare ciò, tra le altre cose, diffonde massivamente sui social media svariati videoclip dove si vedono gli uomini della Wagner in azione o nella quotidianità. Questi video sono molto professionali, avvincenti e corredati da musiche accattivanti. Non deve perciò meravigliare che nel corso del cosiddetto “golpe” molti russi abbiano accolto i “musicisti” come delle vere e proprie rockstars. Mi è capitato di visionare svariati filmati dell’occasione e ho visto tantissimi giovani che facevano a gara per farsi fotografare assieme ai soldati di Prigozhin.
Poi, a quanto ci è stato riferito, il provvidenziale intervento del presidente bielorusso Aljaksandr Lukashenko ha scongiurato l’avanzata di Prigozhin & Co. evitando al contempo lo scoppio di una guerra civile e lo spargimento di sangue russo.
Questa è almeno la versione ufficiale dei fatti.
Però è curioso notare come i falliti colpi di Stato di Turchia e Russia si differenzino. Infatti nel caso della Russia non pare che Putin abbia usato il pugno di ferro nei confronti di Prigozhin e del suo esercito. Anzi il presidente russo ha lodato il valore dimostrato in battaglia dagli uomini della Wagner. E da quel che mi sembra di aver capito pare che il miliardario russo e i suoi fedelissimi siano stati spediti “per punizione” in esilio in Bielorussia. Un fatto che per certi versi potrebbe anche avere una sua logica. Infatti non dimentichiamo che il Gruppo Wagner è un’agenzia di mercenari. E quindi Vladimir Putin potrebbe aver detto:”Cari musicisti non prenderò nessun provvedimento nei vostri confronti ma da oggi non vi darò più un rublo!”. E magari Lukashenko potrebbe aver detto:”Caro Vladimir, se il Gruppo Wagner non ti serve più potrei metterlo sotto contratto io!”.
In sintesi tutto ciò che è accaduto potrebbe essere stata una messinscena per spostare le truppe di Prigozhin in Bielorussia senza destare sospetti. Infatti non dimentichiamo che” Putin/Lukashenko” è un binomio inscindibile come per esempio quello di Lennon/McCartney, Jagger/Richards, Mogol/Battisti, Bud Spencer & Terence Hill, Starsky & Hutch…. E quindi molto semplicemente è come se la Russia si trovasse adesso con le sue truppe molto più vicina a Kiev e addirittura confinante con la Polonia! Con tutte le implicazioni militari e geopolitiche che ne conseguono.
Quindi quelle appena esposte sono solo delle supposizioni veicolate da una persona che abita a Cagliari e quindi non propriamente vicina a Mosca o a Minsk. Possono ovviamente essere delle congetture campate per aria, ma in mezzo a tutte queste vicende confuse e poco chiare l’unico fatto certo e incontrovertibile è che Vladimir Putin, come Erdogan nel 2016, ha visto aumentato il proprio potere e raddoppiato il proprio consenso in Patria. Che piaccia o no.
Alessio Paolo Morrone
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