L’ERBA “VOGLIO”

“L’America è l’unico paese al mondo dove un povero bambino negro può diventare una ricca signora bianca!”.

Questa è una battuta che tempo fa formulò un comico statunitense, di cui non ricordo il nome, e che era riferita al noto cantante e ballerino Michael Jackson (deceduto nel 2009).

Una battuta simile sarebbe impensabile farla durante l’odierno delirio politicamente corretto, però rimane sempre attuale perché oltre a prendere in giro il noto cantante sbeffeggia anche la cosiddetta “american way of life”. Ovvero quello stile di vita a cui dovrebbe anelare qualsiasi uomo che voglia definirsi civile, inclusivo e democratico.

Infatti è da sempre che gli Stati Uniti veicolano di sé l’immagine di una sorta di Eldorado. Un luogo paradisiaco dove scorrono latte e miele e dove gli uomini di buona volontà possono realizzare tutti i loro sogni, riscattandosi da una vita grama e tribolata. In sintesi, attenendosi al noto adagio per cui “volere è potere”, gli Stati Uniti hanno portato avanti l’idea per la quale ogni desiderio dell’uomo diventi automaticamente un diritto inalienabile.

Un’idea apparentemente affascinante, però c’è un “però”.

Come è noto i diritti di un uomo finiscono dove iniziano i diritti di un altro uomo. E molto spesso i desideri di uno vanno a calpestare i diritti dell’altro.

Ed è sotto gli occhi di tutti che oggigiorno i desideri e le aspirazioni di alcune minoranze, o sedicenti tali, vadano brutalmente a comprimere i diritti e le libertà della stragrande maggioranza della popolazione mondiale. Immagino non ci sia bisogno di fare esempi…

Oppure pensiamo a come gli USA abbiano sempre calpestato impietosamente tutti coloro che si sono messi di traverso ai loro desideri espansionistici. Però mi ricordo che da piccolo mi fu inculcato il noto adagio che recita:”L’erba voglio non cresce neanche nel giardino del Re!”. Sarebbe a dire che non sempre si riescono ad ottenere le cose di cui ci si incaponisce e non sempre i capricci riescono a realizzarsi.

Questo semplice concetto lo avrebbero dovuto avere bene in mente gli Stati Uniti all’indomani della guerra in Vietnam. O dopo il ritiro dall’Afghanistan. Invece Washington & Co. hanno continuato imperterriti a coltivare tutte le loro fantasie più perverse e a cercare di realizzarle. Però tutti i sogni erotici, prima o poi, finiscono bruscamente. E non serve a nulla cercare di riaddomentarsi per potersi riallacciare al sogno interrotto. Ugualmente il sogno bagnato degli USA (ma ancor prima di Napoleone e di Hitler) è sempre stato quello di poter conquistare e smembrare la Russia. E da quello che par di capire, riguardo la guerra in Ucraina, gli Stati Uniti sono stati riportati bruscamente alla realtà dei fatti ma si ostinano a continuare a sognare. Infatti è ormai un dato incontrovertibile che lo Zio Sam e i suoi vassalli si siano infilati in un vero e proprio cul de sac dal quale non sanno più come uscirne.

Infatti è sotto gli occhi di tutti che il conflitto in corso nell’est Europa stia procedendo in maniera diametralmente opposta a come era stato sperato o, appunto, sognato. Gli USA, abituati ad ottenere tutto e subito, si trovano adesso in enorme difficoltà con il proprio popolo ma anche con il resto del mondo perché è dal 24 Febbraio del 2022, ovvero dall’inizio delle ostilità, che si è fatto credere improvvidamente a tutti che la guerra tra Ucraina e Russia si sarebbe risolta in qualche mese con la totale e umiliante sconfitta di quest’ultima. Ma la tanto decantata “controffensiva ucraina” è diventata una sorta di araba fenice di cui tutti ne parlano ma nessuno l’ha mai vista. E nel frattempo il mondo occidentale si sta dissanguando in soldi e armamenti per vedere la Russia che continua ad avanzare, lentamente ma inesorabilmente. Adesso, a più di un anno dall’inizio delle ostilità, è palese che “il Re è nudo”, come si suol dire. E anzi nel giardino dell’erba “voglio” dello Zio Sam si sente ben distinto il motore di un tosaerba. Sempre più vicino.

Alessio Paolo Morrone

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