E’ FINITA LA CAROTA
Poco tempo fa il sottoscritto si è recato a Napoli per ragioni familiari. E devo dire che l’impatto con la città partenopea è stato a dir poco shockante. Immaginatevi una persona che proviene da una placida e pigra città di mare come Cagliari “immergersi” in un contesto come Napoli, di cui un solo quartiere contiene gli stessi abitanti del capoluogo sardo.
Ma ciò che mi ha più colpito è che la città del Vesuvio è a tutti gli effetti un unicum all’interno dei confini italici. Se, per esempio, la Repubblica di San Marino e lo Stato del Vaticano sono delle entità a sé stanti dal punto di vista politico e legislativo, è anche vero che esse sono perfettamente inserite negli schemi e nella “way of life” tricolore. Invece entrando a Napoli si entra a tutti gli effetti in un mondo parallelo, con tutti i suoi pregi e tutti i suoi difetti. E devo aggiungere che per anni ho avuto dei profondi preconcetti nei confronti della patria di Totò. Preconcetti sviluppatisi anche grazie a “scrittori” (sic!) come Roberto Saviano e a fiction come “Gomorra” e “Mare Fuori”.
Infatti in questi contesti Napoli ne esce fuori come una città fondamentalmente violenta, edonistica e crudele. Niente di tutto ciò, anzi! Da quel poco che ho potuto percepire il popolo napoletano pare sia refrattario a qualsiasi ideologia precostituita ma sia anche profondamente aderente alla realtà circostante. Qualche esempio. A quanto mi risulta l’odiosa tessera verde, comunemente denominata green pass, non è mai riuscita ad attecchire nel tessuto sociale partenopeo. E anzi, prendendo un pulmino NCC “autorizzato” (non si sa da chi…) mi è capitato di conversare con il conducente il quale, pur avendo evidentemente conseguito la seconda o al massimo la terza media, aveva una visione della “pandemia” prima e delle vaccinazioni dopo, perfettamente lucida e ben argomentata. E il fatto che ci fossero altre persone all’interno del pulmino non gli ha fatto minimamente pensare che qualcuno potesse aver avuto una visione differente sull’argomento. Molto semplicemente: “Diciamo pane al pane e vino al vino.”
Quindi ritengo che gli Schwab e i Soros della situazione incontreranno fortissime difficoltà ad imporre la loro pseudo “Agenda 2030” all’interno del perimetro campano. Provate solo a immaginare cosa potrebbe succedere se imponessero per legge la pizza fatta con la farina di insetti, l’auto elettrica e la ristrutturazione di edifici “inquinanti”. Bisognerà solo procurarsi birra e popcorn e godersi lo spettacolo!
Ma un’altra cosa che mi ha colpito molto è stato mischiarmi tra la folla di San Gregorio Armeno, Spaccanapoli e Quartieri Spagnoli. Sto parlando di quel fitto dedalo di stradine e vicoli dove a malapena ci passa un’autovettura. Ebbene in questi luoghi, a qualsiasi ora del giorno, ci si può imbattere in un vero e proprio fiume umano composto da migliaia e migliaia di autoctoni e turisti. Se noi guardassimo queste vie e viuzze dall’alto potremmo pensare allo scorrere del sangue che irrora ogni arteria, ogni vena fino al più minuscolo vaso sanguigno. E la folla è così fitta che è quasi impossibile vedere i sampietrini che si stanno calpestando, a meno che non faccia capolino un motorino o uno scooter che permetta di fendere momentaneamente il muro umano, che si ricompatterà in men che non si dica con l’allontanarsi del mezzo a motore. Come una ferita che si rimargina prontamente.
E per concludere non posso non descrivere la mia esperienza presso la “Napoli sotterranea”, ovvero una serie di cunicoli che si dipanano a decine di metri sotto il suolo partenopeo. Questi cunicoli hanno un’origine antichissima che risale addirittura all’antica Grecia e che durante il secondo conflitto mondiale furono utilizzati come rifugio per proteggersi dai bombardamenti.
Durante la visita la guida ci ha parlato di Salvo D’Aquisto, l’eroico carabiniere che si fece volontariamente fucilare dai tedeschi per salvare delle vittime innocenti e che, grazie a questo atto estremo, è stato beatificato.
A tal proposito apro una piccola parentesi. Andando a ritroso nella Storia degli ultimi 80 anni non mi risulta che l’Italia abbia partorito altri uomini del calibro di Salvo D’Aquisto…
Continuando il tour sotterraneo siamo stati resi edotti delle cosiddette 4 giornate di Napoli. Ovvero quell’insurrezione popolare che riuscì a cacciare i nazisti dalla città nel 1943. Ciò fa capire perchè un popolo che ha avuto la forza di sconfiggere il nazismo tedesco non si sia fatto minimamente intimorire dal nazismo sanitario, dai lockdown e dal green pass. Abbiamo poi scoperto che a quella sanguinosa insurrezione partecipò anche lo scugnizzo Gennarino Capuozzo che morì tragicamente a soli 12 anni.
Quindi tutti coloro che hanno visitato la “Napoli sotterranea” (compreso il sottoscritto) non hanno potuto non provare disgusto per il nazismo e per la guerra. La guida ci ha parlato di case sventrate e di orfani. Addirittura ci ha detto che si credeva, errando, che i bombardamenti non avrebbero mai toccato chiese, conventi, scuole e istituti religiosi. Invece le bombe colpirono indistintamente ogni edificio che capitava a tiro. E ciò non ha fatto altro che aumentare lo sdegno nei confronti di tutti coloro che hanno commesso queste atrocità.
Poi però, ad un certo punto, sono stato assalito da una forte perplessità e mi sono domandato :”A nessuno di noi é venuto in mente da chi furono sganciate quelle bombe?”. I nazisti non furono. E quindi?
Sarebbe stata un’ottima opportunità per vedere con sguardo neutro e obiettivo il rapporto che si è instaurato tra gli USA e l’Italia dal 1945. Un rapporto che viene veicolato da sempre come “alleanza” mentre invece si tratta a tutti gli effetti di una sudditanza dell’Italia nei confronti degli Stati Uniti. E ritengo sia straniante considerare il fatto che noi italiani da quasi 80 anni vediamo gli USA come coloro che hanno contribuito al nostro benessere economico nel dopoguerra, aiutandoci a ricostruire tutto ciò che essi stessi avevano distrutto. Come in una sorta di sdoppiamento il nostro subconscio ci fa credere che chi ha raso al suolo l’Italia e chi l’ha aiutata siano state due nazioni differenti. Infatti se ripercorriamo la storia degli Stati Uniti potremo renderci conto che è da secoli che lo Zio Sam utilizza nei confronti delle altre nazioni il collaudato sistema del bastone e della carota. Solo che negli ultimi tempi, soprattutto dall’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina, sembra che la carota sia finita e di conseguenza gli yankees stiano erogando generose dosi di bastone all’Italia e all’Europa tutta. E se alcuni nostri connazionali non dovessero avere ancora la percezione di dove si trovi esattamente il bastone dello Zio Sam potrebbe essere utile produrre un’ennesima fiction TV che, parafrasando “Mare Fuori”, potrebbe intitolarsi “Cielo Dentro”…
Alessio Paolo Morrone
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