BUONISMO E CECITÀ STORICA SARANNO LE VERE PIAGHE CHE PORTERANNO AL SUICIDIO IL NOSTRO PAESE
Più mi faccio vecchio e più comprendo che i mali dell’Italia sono dovuti soprattutto alla natura stessa degli italiani.
Un Paese indiscutibilmente meraviglioso dove, bellezza, arte e cultura, si respirano a pieni polmoni, ma dove il “volemose bene” e un certo pietismo, ampiamente diffuso tra la popolazione, ha causato nei secoli danni incalcolabili.
Se non fosse così non si capirebbe il perché, ad esempio, durante la seconda guerra mondiale, i nostri contadini davano rifugio ed ospitalità a tutti i militari che volevano disertare o salvarsi la pelle, anche se questi, forze alleate o dell’asse, erano quelli che avevano distrutto il loro villaggio con bombardamenti e rappresaglie.
Fossero stati anche tedeschi, italiani, americani, inglesi, russi o polacchi, poco importa!
Il villico nostrano dava ospitalità perché “cristianamente” pensava: “speriamo che anche a mio figlio facciano altrettanto se dovesse essere in difficoltà”, senza sapere che, all’estero, il trattamento riservato alle nostre truppe era ben diverso …
Non c’entra l’antifascismo, montato solo verso la fase finale del conflitto, non c’entra l’antimilitarismo, e che l’Italiano è così nella stragrande maggioranza dei casi, cioè ascrivibile alla categoria della “brava gente”.
Però, ahimè, essere buoni, spesso fa rima con l’essere “fessi” e affermando ciò non è che uno vuole essere cinico, quanto che è, un dato di fatto o come si direbbe oggi, fattuale!
Prendiamo ora, a spiegazione di questo concetto, ciò che è accaduto nella strage avvenuta in Calabria a Cutro.
Premesso che, umanamente, nessuno può rallegrarsi per la morte di 67 persone di cui molti bambini, è da chiedersi se sia normale che:
- Il barcone naufragato davanti le coste crotonesi:
- Sia partito dalla Turchia, un Paese che, fino a prova contraria, ha ricevuto dall’UE, dal 2016 ad oggi, per il trattenimento dei migranti sul proprio territorio, ben più di 15 miliardi di Euro;
- Una volta lasciato il porto di Smirne, in Turchia, abbia navigato per circa 700 km in direzione ovest, in acque territoriali greche, attraversando l’Arcipelago delle Cicladi, cioè un insieme di più di 220 isole, mentre nessuna delle imbarcazioni in dotazione alla marina militare ellenica l’ha, né respinta, né sequestrata, né soccorsa;
- Un Paese come l’Italia, con fortissime problematiche economiche, possa continuare a farsi carico continuamente di tutte le criticità del globo, giacché, se in questo caso, gli sventurati naufraghi sembrano provenire dall’Afghanistan, dalla Siria e dall’Iran, normalmente, ad approdare nel nostro Paese sono persone originarie dell’Africa, un continente che annovera tra le proprie Nazioni ben 6 Stati tra i 10 Paesi che mostrano la maggiore crescita demografica del globo. Tra questi, tra l’altro, vi è la Nigeria che, entro il 2050, diventerà il terzo Paese più popoloso del mondo, con oltre 400 milioni di abitanti, cioè tanti quanti ne conta l’intera Unione Europea attuale.
Chiaramente, la risposta a questi interrogativi e no, non è normale.
Dobbiamo comprendere, una volta per tutte, che questo nostro pianeta è come una nave in mezzo al mare:
- Con degli spazi ben delimitati dal proprio scafo oltre i quali non è possibile vivere;
- Con le risorse centellinate per un numero specifico di equipaggio;
- Con una capienza di trasporto ben prestabilita che non è quindi infinita;
- E come per il Titanic, in caso di naufragio, non ci sono le scialuppe per tutti.
Capito questo non ci resta che far attenzione affinché il numero di passeggeri non superi di troppo il numero di persone trasportabili.
Ecco perché la Chiesa, che negli ultimi anni sembra essersi ammorbidita su diverse posizioni, a nostro modo di vedere, non può tenere in Africa un approccio ancora rigido rispetto ad un’educazione che faccia comprendere ai nativi che avere una media di 10 figli a testa non è normale: le persone, infatti, non sono conigli!
In tale quadro storico e sociologico, francamente non ci sentiamo in dovere di biasimare neanche il comportamento poco cristiano della Grecia che, bisogna ricordare, è stata letteralmente affamata grazie all’austerity dell’Unione Europea.
Infatti nel 2010 l’Europa non trovò 100 miliardi di Euro per salvare Atene e la condannò a 12 anni di austerity che portarono, si, al risanamento del bilancio pubblico ma che le causarono anche il crollo delle nascite, l’aumento della mortalità infantile, e la presenza di oltre mezzo milione di piccoli ellenici affamati, per non parlare poi degli anziani e dei più deboli.
Di contro, però, nell’anno 2022/2023, la stessa Europa ha trovato 100 miliardi di Euro per sostenere la difesa dell’Ucraina.
E questo lo diciamo per farvi comprendere come nel mondo ognuno veda solo ed esclusivamente i propri affari.
Perciò a noi non interessa se Piantedosi venga rimosso o meno, per noi è totalmente indifferente, però neanche possiamo sopportare l’idea ventilata dalla stesso Governo che, a seguito della morte di questi sventurati, si creino le premesse perché l’Italia o chi per lei, vada direttamente li a prendere i migranti: sarebbe veramente l’inizio della fine!
La Svezia, infatti, fin tanto che ha avuto un numero esiguo di migranti è potuta svettare, a livello mondiale, per il proprio welfare e per le politiche di inclusione, ma nel momento in cui i numeri sono diventati ingestibili il banco è letteralmente saltato.
Non possiamo assolutamente permettere che ciò accada anche in Italia, perciò, il vecchio motto dell’”aiutiamoli a casa loro” non è solo attuale, ma andrebbe addirittura valorizzato attraverso un serio programma di educazione sessuale che faccia comprendere a queste popolazioni che, nel loro caso, 2 figli a testa è un numero più che ragionevole.
Lorenzo Valloreja
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