UNA VOLTA SI DICEVA CHE IL SOLE BACIA I BELLI, OGGI SAPPIAMO CHE FA LE PERNACCHIE A CERTO ECOLOGISMO INTEGRALE

La teoria per la quale i cambiamenti climatici che stiamo vivendo sarebbero da addebitare esclusivamente al comportamento umano sta iniziando letteralmente a fare acqua da tutte le parti.

A riprova di ciò, si pensi che, la stragrande maggioranza della comunità scientifica internazionale, sta iniziando a considerare plausibile la correlazione che vi potrebbe essere tra l’attività solare e la variazione delle temperature su nostro pianeta.

È di questi giorni, infatti, la notizia del distacco di un gigantesco “filamento di plasma” dalla superfice del nostro sole che ha generato un colossale vortice al polo nord della nostra stella con venti che si muovevano ad una velocità pazzesca: 96 km al secondo.

Un fenomeno, quest’ultimo, mai visto prima e che, con molta probabilità, inciderà tantissimo nella proliferazione delle macchie solari, le quali, secondo gli scienziati, dovrebbero raggiungere il loro picco, proprio nel luglio del 2025, con un numero di fenomeni stimabili intorno ai 260 casi.

Ora, è da specificare che, secondo questi studiosi, sarebbero proprio le macchie solari le maggiori responsabili delle bizzarrie del clima che stiamo subendo, stranezze che – per dirla tutta, alla faccia delle varie Greta Tumberg del caso, oltre alla scomparsa della maggioranza dei ghiacciai sulle vette dei sette continenti – hanno portato anche all’aumento della massa dei ghiacciai presenti sul Karakorum, cioè la catena montuosa che si trova a nord-ovest dell’Himalaya, al confine tra Pakistan, India e Cina, là dove svetta il K2, la seconda montagna più alta del pianeta, e vi sono tanti altri rilievi sopra gli ottomila metri.

Ad oggi, la scienza ancora non sa spiegare come siano stati possibili simili aumenti tuttavia essi ci sono e questo giusto per farci comprendere quanto poco sappiamo rispetto ai meccanismi ed ai modelli che determinano simili cambiamenti.

L’unica cosa certa è che il clima, sul nostro pianeta, è cambiato tantissime volte durante la sua lunga storia e ciò è sempre avvenuto grazie ad eventi completamente indipendenti dalle volontà e dalle azioni delle specie viventi che in quel dato periodo dominavano la terra.

Dunque, come si può essere così pazzi in Europa da imporre il blocco della vendita di auto a benzina e diesel, entro il 2035?

Ciò non solo distruggerà il comparto industriale autoctono in quanto, ad oggi, le componenti delle cosiddette auto elettriche vengono prodotte, nella stragrande maggioranza dei casi, in Cina e in altri Paesi Extracomunitari, ma anche la perdita del diritto alla libera circolazione.

Infatti, se è vero, e questo è fuor di questione, che le macchine a motore a scoppio inquinano, è altresì vero che grazie alle piccole utilitarie – spesso prodotte, durante tutto il XX secolo, presso Nazioni come l’Italia – il cittadino si è dotato non solo della possibilità di spostarsi, a basso costo, in lungo e in largo per le città e per tutta la penisola, ma ha acquisito un discreto sviluppo economico dovuto all’indotto di questa industria.

Impedendo la vendita delle vecchie motorizzazioni, con molta probabilità, il nostro Paese diventerà:

  • In una prima fase, come Cuba – dove a circolare, per altri motivi, nel 2023 sono ancora le auto americane del 1950 – e dove, quindi, circoleranno macchine vecchissime, non sicure, perché la maggioranza degli utenti (pensionati e giovani) non potranno permettersi le nuove vetture, in quanto, troppo costose;
  • In una seconda fase, un luogo dove la maggioranza dei cittadini, non avranno più un auto di proprietà, ma, con molta probabilità, si ritroveranno, nella migliore delle ipotesi, ad essere affittuari a lungo termine di un veicolo. Ciò, chiaramente, comporterà che, per fare ciò, si dovrà avere necessariamente un occupazione retribuita, la quale, ci consentirà di affittare un mezzo con un tetto massimo di km da percorrere in un dato periodo di tempo.

In altri termini dovremo dire addio ai viaggi lunghi in auto, addio alla libertà di spostamento che ha tanto contrassegnato la Prima Repubblica.

Si tornerà, dunque, al tempo dei nostri bisnonni, quando, nacque il termine “continente” per i siciliani, proprio per indicare la lunghezza e la fatica del viaggio che essi dovevano affrontare, su di un treno o con una corriera, per spostarsi dalla Trinacria alla Calabria.

In definitiva, anche certo ecologismo militante, può essere utile al sistema per controllare e dominare le masse.

Ma siccome noi siamo antisistema per antonomasia, ci sentiamo in dovere, ora più che mai, di tifare: Forza Sole! Sperando che voglia mutare non solo il clima ma anche il modo di ragionare di talune “teste di quiz”!

Lorenzo Valloreja

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