CARI PROFESSIONISTI DELL’INFORMAZIONE, “FAMOSE A CAPÌ”, QUINDI I BRASILIANI SAREBBERO IMPAZZITI COME I TRUMPIANI?
Secondo i democratici incolore che – blaterano nei vari Tg e talkshow nazionali o che – leggiamo sui giornali e nei siti della cosiddetta stampa professionale, metà dei brasiliani sarebbero impazziti, o, per essere più chiari, sarebbero diventati dei sanguinari fascisti come i loro continentali statunitensi, i quali, esattamente 732 giorni fa, attaccarono Capitol Hill.
Tutti piccoli Metternich i miei connazionali: portatori di pace; alfieri di una nuova Santa Alleanza che, “dalle Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno”, sia in grado di mantenere una asfittica armonia, dove:
- La gente è, si, più povera, però, a casa, ha il digitale terrestre ed una connessione alla rete decente, tale da garantire la giusta assuefazione mentale;
- Il problema contingente non è rappresentato dalla disoccupazione, o dal costo della vita, così come dai conflitti sociali e militari oppure dall’analfabetismo di ritorno, no davvero. I veri bisogni del Paese, per costoro, sono rappresentati in primis dai diritti LBGT, così come dai diritti delle minoranze presenti sul territorio Nazionale, piuttosto che dall’emergenza climatica, o dal sacrosanto diritto degli animali a vivere in maniera più decorosa;
- La democrazia non si esercita più nelle piazze, nelle sezioni, nelle manifestazioni o nei pubblici dibattiti, ma nelle sedi opportune (istituzionali) e solo, si badi bene, se si è eletti, ergo chi è fuori non deve avere voce;
- La Maggioranza e le opposizioni sono praticamente identiche: stessi programmi, stessi fini. Ciò che cambia, invece, è solo il campanile, il sesso, l’abbigliamento, in altre parole specchietti per le allodole;
- Vanno a votare sempre meno persone, ragion per cui, spesso e volentieri, chi vince, vince per poco e rappresenta a malapena ¼ dei chiamati al voto, ed è in conseguenza di ciò che, si scatenano le contestazioni rispetto ai vari risultati elettorali, in giro per il mondo.
Nonostante tutto questo, però, nessuno, seriamente, si chiede se questo nostro cosiddetto sistema democratico non sia ormai fallito e, quindi, finito.
Nessuno si pone questo delicato interrogativo perché fa ancora comodo a molti tirare a campare, ma, bisogna comprendere e ricordare che, anche se tenessimo gli occhi chiusi per tutta l’eternità, la pentola a pressione, prima o poi, salterebbe e, nello specifico, sta proprio per scoppiare.
Capisco l’analfabetismo di ritorno pocanzi citato, passi pure la superficialità tipica della nostra società, ma è mai possibile che con tutti i tromboni che abbiamo nelle varie università nessuno si ricordi le elucubrazioni mentali, a riguardo, di Sant’Agostino, piuttosto che di Locke, o Bakunin???
Ma davvero le rivolte in Iran sono buone, così come le manifestazioni in Russia o gli imbrattamenti delle opere d’arte, mentre quelle in Brasile e negli Stati Uniti sono il demonio?
O si è sempre a favore del libero pensiero e della possibilità di dire la propria o non lo si è mai!
A noi de l’Ortis, di chi vinca in Brasile, poco interessa, ma questo stracciarsi le vesti per lo scontro in atto tra due leder – Lula, condannato più volte per corruzione e Bolsonaro che, praticamente, ha “armato pure i cani” – ci sembra quantomeno provinciale ed ipocrita.
Tuttavia siamo sempre più stufi di dover incensare un sistema ormai, non solo morto, ma, anche in avanzato stato di putrefazione.
Ne va quantomeno della nostra salute mentale.
Lorenzo Valloreja
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