DRAMMATICA SITUAZIONE ENERGETICA IN UCRAINA: KIEV PROSSIMA ALL’EVACAZIONE?
Da una parte, gli ucraini tengono una minuziosa contabilità, non so su quali basi, di ogni singolo soldato russo ucciso e di ogni residuo missile dell’arsenale di Putin; dall’altra però, cercano di attirare il più possibile l’attenzione del mondo sul “terrorismo” (accusa d’altronde reciproca, come se farsi reciprocamente male in guerra fosse un ipocrita tabù) che sta portando buona parte dell’ Ucraina, non esclusa affatto la capitale Kiev da tre milioni di abitanti, al freddo e all’ oscurità (per non parlare di tutte le altre necessità moderne legate alla elettricità come ad esempio la sanità ospedaliera).
Evidentemente, come tanti avevano intuito ma pochi potevano liberamente affermarlo oltre a noi, il fattore Tempo, con la enorme incognita rappresentata dalle elezioni americane mid term, sta lavorando tendenzialmente, direi, più contro l’ Ucraina che contro la Russia. La partita non è affatto chiusa, il Sistema moscovita non è esploso o imploso fate voi, le sanzioni mordono ma la Russia vende ancora materie prime come prima anzi di più, il rublo è stabile, si avvertono segni di fisiologico dissenso (ovvio, con decine di migliaia di caduti). Ma i russi possono accendere termosifoni o pompe di calore, e non devono ricorrere alle candele; e non cercare di attivare gruppi elettrogeni di emergenza per una operazione chirurgica.
Il presidente Volodymyr Zelensky ha affermato che oltre il 30 per cento delle infrastrutture energetiche sono state colpite e danneggiate da bombardamenti o droni russi. Il sindaco di Kiev, l’ex pugile Klitschko, ha fatto presente ai concittadini anche lo scenario peggiore: mancanza di elettricità, e pure di acqua, a tempo praticamente indeterminato; roba da assedio, pur non essendo Kiev tecnicamente assediata. Klitschko ha detto quindi ai cittadini di cercare rifugio presso parenti o amici che si trovano in diverse aree dell’Ucraina non a rischio di black out elettrici e interruzioni dell’ erogazione di acqua potabile.
Il sindaco di Leopoli si sta organizzando per aprire centri di accoglienza, come accaduto fino a verso Pasqua quando decine di migliaia di ucraini arrivavano nella città confinante con la Polonia, luogo ritenuto relativamente al sicuro rispetto ad altre aree più orientali.
A. Martino
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