INFORMAZIONE E CONTROINFORMAZIONE

Amando le letture, ed essendo appassionato di storia, ho imparato come i paradigmi che definiscono i conflitti bellici si siano modificati nel tempo.

Al contrario la motivazione profonda che spinge alla guerra è costantemente la supremazia, in particolare quella economica, degli uni sugli altri.

Allo stesso tempo, assai frequentemente, le guerre vengono combattute in territori diversi da quelli dei reali contendenti e, ancor più frequentemente, i reali Stati contrapposti non sono quelli i cui eserciti si contrappongono nel conflitto. Dalla comparsa della informazione moderna, soprattutto da quando la televisione e la radio sono entrate nella vita delle persone, ancor più oggi con il web, l’informazione, con le correlate disinformazioni e contro informazioni, è una delle principali armi nei conflitti.

In questo secolo la finanza ed il sistema mediatico sono divenuti arma strategica. Questo costringe noi “cittadini semplici” ad uno sforzo supplementare se desideriamo arrivare ad avere una opinione terza alle strumentalizzazioni. Mai come oggi, se si desidera essere liberi, è necessario mantenere alta la cultura del dubbio basata sulle domande Socratiche.

Pericoloso delegare incondizionatamente la ricerca a pochi che la divulgano, magari ponendosi come leader della “contro informazione”. Terminologia di origine militare e non legata alla divulgazione di “verità” ma utilizzata per indirizzare le popolazioni verso un obiettivo che interessa ad alcuni.

Purtroppo il famoso  “quinto potere”, fondante per la democrazia che prende origine sulla conoscenza condivisa nell’agorà, è, ovunque, anche nel nostro occidente, un tempo patria della libertà di opinione, oramai inesistente o quasi.

La famosa, e tanto indispensabile, “libera stampa” si è tramutata, nella stragrande maggioranza dei casi, in “stampa di partito” o di “potere”.

Fu Giovanni Falcone, magistrato ucciso insieme alla sua signora ed ai suoi fidi uomini di scorta, ad insegnare a noi “cittadini semplici” a “seguire il denaro” per comprendere la realtà. Ebbene chi di noi, nel leggere o sentire una notizia, conosce per davvero quali i fondi che permettono di produrre quella informazione?

Questo vale anche per questa testata e consiglio chi legge a verificare, nella risposta troverà le motivazioni che rendono questa testata libera e, conseguentemente, la mia decisione di accettare di scrivere su di essa.

Difficile trovare “informazione” libera nel occidente di oggi, ma cosa significa “informare”?

Informare significa “dare notizia”. La “notizia” è l’elemento fondante il potere dell’informazione. Non il “commento”.

La “notizia” è “vera” o “falsa”, quando è “verosimile” o “non data per intero” noi “cittadini semplici” e lettori siamo di fronte a “contro informazione”, qualsiasi sia il suo messaggio, fatto ancor più deontoligicamente grave di dare una notizia falsa.

Il tema della verità della notizia è il vero tema. Oggi la complessità del sistema socio politico economico rende sempre più arduo dare notizie “vere”.

Un mondo così “veloce” crea, anche eticamente, diversi “punti di vista”.

Per questo sarebbe indispensabile avere un sistema dei media terzi ed indipendenti. Media che dovrebbero avere esclusivamente editori non coinvolti in interessi economici in altri settori, i così detti azionisti “puri”.

Un sistema dei media così forte da poter essere realmente indipendente.

Così capace da essere libero. Così scevro dalla ricerca del potere da essere, se stesso, il “potere”. Il potere della “verifica” del sistema democratico.

Purtroppo siamo circondati, come ci diceva un grande poeta quale fu Gaber, “servi del potere”. Di ogni “potere”. In alcuni casi “servi” del proprio “ego”. Pochissimi gli uomini liberi nel mondo dell’informazione occidentale e noi “cittadini semplici” ne paghiamo duramente le conseguenze. Questo ovunque, certamente in Italia.

Questo sia nel mondo dei media tradizionali che nei nuovi media. Nei secondi la cultura dell’informazione “contro” all’informazione dei media “tradizionali” è altrettanto parte di una logica di potere quanto la più famosa del cosiddetto main stream.

Informazione, disinformazione e contro informazione dicevo. Quelle che dichiarano “fake” ogni cosa che non piace, quella che non porta in luce le “notizie” quando pericolose alla “linea editoriale”, quella che manipola una “notizia” per farla sembrare l’opposto di quella che è, quella che ci vuol far credere che il bianco è nero ed il nero è bianco per indirizzare noi “cittadini semplici” nel parco dei buoi. Qualsiasi sia quella stalla.

Questo chiunque lo persegua sia del main stream che del contro informare.

Purtroppo una vera cultura del dubbio oggi ha pochi adepti. Molte le cause di questo. Certamente una è la scuola che, da molti anni, non porta le menti dei più giovani alla maieutica, anzi cerca di indirizzarle verso un pensiero unico. Certamente un’altra si può identificare nei media che, con sempre maggiore forza, conducono i lettori ed ascoltatori verso quella massificazione che tanto piace a chi controlla l’informazione.

Una idea di “potere” buio che intende etero dirigere e non aprire le menti alla conoscenza ed al dubbio. Qualsiasi sia il messaggio che porta, messaggio che, estremamente raramente, consegna a chi lo ascolta anche la sua antitesi.

Una idea di “quinto potere” non illuminato come dovrebbe essere quello di chi si sente veramente “servitore” del suo popolo, il fruitore della notizia. Servitore, non padrone.

Negli Stati Uniti domani si voterà per le elezioni di Midterm e, questo il mio auspicio, vedrà la vittoria di chi ha contro il sistema globale dell‘informazione. Sembra, infatti, molto probabile che a vincere sia il “cattivone” come la stragrande parte dei media lo fa percepire.

Se questo avverrà sarà una magnifica notizia sia per chi si sente vicino al pensiero del Presidente Trump sia per i suoi antagonisti per la semplice ragione che questa vittoria sarà il segno lampante che il popolo americano ha scelto indipendentemente dalla pressione mediatica quasi per intero schierata contro al Presidente Trump ed ai suoi candidati.

Magnifico segnale di libertà, segnale che ci porterà tutti a ricordare come i popoli sono come l’acqua. I popoli, quando decidono di mettersi in movimento, nessuno riesce a fermarli, nemmeno i poteri più forti.

Questa è una bella notizia, chissà se la leggeremo?

Ignoto Uno

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