INSEGNANO CHE LA FOLLIA NON ESISTE. MA I FOLLI SONO TRA NOI, BISOGNOSI DI CURE E DI NON FAR DEL MALE AGLI ALTRI: SENZA, O CON, UN’UNIFORME.
Come in un’ inquietante smentita pre Halloween, a dimostrare che l’orrore viene soprattutto e di certo tra i vivi, l’Italia meloniana è stata psicologicamente e fisicamente ferita, nel modo più assurdo e crudele, in due suoi capisaldi: il “compro quindi sono” e la “fiducia nelle forze dell’ordine”.
Infatti nel primo caso ad Assago e nel secondo ad Asso (centri lombardi curiosamente assonanti) un folle ha sferrato coltellate a caso tra gli avventori di un centro commerciale ferendo e uccidendo, e un carabiniere, affetto da turbe psichiche, ha ucciso il suo comandante con l’arma d’ordinanza.
Sfidando la scontata accusa dello “psicologo da bar” – ma allora lo erano anche i grandi romanzieri dell’ Ottocento col loro scavare nelle menti e nei cuori – entrambi i fatti dimostrano che il Male può essere dovunque, in chiunque, e manifestarsi in ogni momento.
Una uniforme, un certificato medico, una pubblicità di vendite in offerta o una commissione medica tremendamente somigliante al consulto del medico di Pinocchio, non rappresentano nulla se non l’infantile e patetico bisogno di una società che non crede fondamentalmente in nulla, di attaccarsi disperatamente a qualcosa per sentirsi almeno tutelata nella “pellaccia”e coccolata.
Il povero calciatore del Monza che ha sopportato i fendenti del folle solo grazie alla muscolatura atletica era lì con la famiglia perché attendeva ospiti da accogliere con una certa opulenza, e per gli eventi che vi organizzano: il centro commerciale nuova parrocchia e focolare domestico.
E ancora: invece che curare seriamente e privare della pistola di ordinanza chi, riferisce il Corriere della sera, l’aveva già usata sparando al pavimento in preda a convulsioni, si disquisiva sul quando rimetterlo in servizio, eppure per un cittadino non appartenente a ranghi, diciamocelo francamente, particolarmente cari al Sistema, basta ben poco per vedersi revocare potestà genitoriale, porto d’ armi, lavoro etc (anche se poi, neppure in questi casi, è detto che si venga davvero curati).
Comunque sia, e l’uno e l’altro caso, sono stati clamorosamente minimizzati da chi di dovere: una folle sparatoria contro un nemico immaginario suddetta o lo squilibrato di Assago che aveva aggredito familiari sono “manifestazioni di disagio” da curare con chiacchiere o qualche pillola, non Follia da arginare; è la Psichiatria moderna oltretutto all’italiana, lo so bene.
Quindi, “fiducia nella scienza”…sperando però che certe persone, magari in servizio armato, non incrocino mai il nostro cammino.
A. Martino
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