ARRIVANO GIA’ LE PRIME STERLINE DI RE CARLO III. AMMETTIAMO CHE A LONDRA, LE MONETE LE SANNO PROPRIO FARE….

Complimenti alla Royal Mint (reale zecca britannica). Le monete le sanno proprio fare dalle parti di Londra, ammesso che vi fosse qualcosa da dimostrare (basti pensare alla sovrana d’oro da noi conosciuta un po’ impropriamente come “sterlina”, tuttora la più conosciuta e diffusa moneta d’oro da investimento). Le prime monete con l’effigie di Re Carlo III hanno un taglio classico, raffinato ma non freddo, e il ritratto del monarca mi pare magnifico, scultoreo e fotografico al tempo stesso

Penso con una certa emozione da parte degli operatori che le hanno doverosamente trattate con i guanti bianchi non solo proverbialmente, sono state oggi presentate alla stampa le primissime monete con l’effigie di Re Carlo III. Anche in numismatica e con gradualità nella microeconomia quotidiana(ovviamente le monete con l’effigie di Elisabetta II saranno ancora pienamente valide) la seconda, interminabile elizabethian age, è una pagina chiusa, come era ineluttabilmente prima o poi necessario.

La tradizione che impone la dicitura latina dei titoli regali è rispettata con spregio di ogni modernismo, anche se mi pare strano “Charles” in luogo di un più coerente Carolus: evidentemente il latino conferisce ancora solennità e sentore di gloria, ma nel 2022, purtroppo, tanti sudditi di Sua Maestà britannica non lo conoscono affatto e già “rex d.g.” vale a dire cioè rex Dei gratia ovvero re per grazia di Dio, è per la massa una iscrizione, probabilmente, alquanto esoterica

Le primissime monete, che si inizieranno a vedere, abbastanza a tempi record dalla prossima settimana, saranno un 50 pence (mezza pound) e delle commemorative della successione al trono da 5 pounds, queste ultime praticamente vendute ai collezionisti ad eccezione forse della versione in nichel rame, che pure finirà di sicuro nei monetieri degli appassionati.

Fa anche parte della tradizione il principio che il re guardi a sinistra, cioè all’opposto dell’orientamento a destra del ritratto del predecessore (sua madre). E’ anche normale che il monarca non indossi alcuna corona o diadema, riservati alle regine.

Si dovrà aspettare decisamente di più per i francobolli, e soprattutto per le nuove banconote: Carlo III vuole che sia gradualmente smaltito tutto il cartaceo tradizionale per realizzarne solo in polimero, molto più “verde” in quanto potenzialmente eterno e persino non bruciabile o bagnabile (l’Australia in questo fu pioniera negli anni Novanta). Carlo non smentisce la sua vocazione ambientalista, magari da membro dell’elite mondialista, ma che in tempi in cui i genitori di Greta non erano ancora nati, gli valse sbeffeggiamenti e fama di stravagante.

La moneta, sia nella sua materialità numismatica che nel servizio economico a una comunità nazionale, si conferma segno di prestigio e orgoglio di un popolo, e fornisce simboli di coesione comunitaria. A noi, i tristi gettoni con la cartina d’Europa come una pozzanghera e banconote senza alcun significato storico e identitario.

A. Martino

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