OGGI ESISTONO OMICIDI DI SERIE “A” E OMICIDI DI SERIE “B” … ECCO LE PROVE

Civitanova Marche, cittadino nigeriano ucciso: arrestato l’omicida, un Italiano.

Omicidio per quale, ovviamente, il colpevole va punito, come vanno puniti tutti gli assassini.

La “Notizia”, subito è stata diffusa anche sui media Nazionali ed amplificata, forse a causa della nazionalità della vittima, cioè la nigeriana e quella del carnefice, italiana, ingenerando così l’occasione per far si che venisse presentato questo crimine come “razziale”.

Che possa esserci una speculazione mediatica, può sembrare rilevabile dal fatto che alcune agenzie di stampa e media nazionali, hanno riportato a gran titoli e spesso in prima pagina, l’omicidio, evidenziando che a commetterlo sia stato un Italiano contro un nigeriano, piuttosto che l’orribile fatto in se.

Sembra infatti che i media tendano a voler evidenziare l’omicidio come espressione di un razzismo non latente ma conclamato, piuttosto che una sempre più diffusa mancanza di valori umani, che prescindono dalla nazionalità dell’assassino o della vittima.

I commenti, politici e sociali, sono stati indotti proprio grazie all’indirizzo dato alla notizia.

Le parole di Charity Oriachi, moglie di Alika, il nigeriano assassinato, riportate con dovizia di particolari, ci fanno ricordare l’omicidio avvenuto a Fermo, alcuni anni fa.

Allora addirittura, lo ricordiamo per la cronaca, ci fu l’intervento del Ministro Maria Elena  Boschi, del Presidente della Camera Laura Boldrini e dell’allora Ministro degli Interni Angelino Alfano, che gridarono all’unisono parlarono di omicidio razziale.

Fenomeno che, in quel caso, essendovi stato un rumoroso ed eclatante intervento dai vari esponenti politici ed istituzionali, dopo il dovuto approfondimento delle indagini, fece trasparire una serie di contraddizioni, smentite e valutazioni affrettate, che forse si trovò più conveniente glissare che spiegare.

Omicidi quindi che purtroppo, drammaticamente, ancora oggi avvengono, e dei quali faremmo certamente a meno, ma che non hanno alcun legame con il modello di “odio razziale” che i media vorrebbero additare.

Propaganda, dunque, che sembra voler classificare gli omicidi in delitti di serie A o di serie B, secondo chi sia l’assassino e l’assassinato.

Questa riflessione, cui tanti cittadini stanno facendo in queste ore, potrebbe trovare riscontro da un ulteriore fatto di cronaca, di altrettanto grave brutalità ed efferatezza, cui si aggiunge anche un ferito grave, e che vede un nigeriano questa volta come assassino ed un cinese come principale vittima, oltre che un ferito.

Omicidio e ferimento grave di altra persona, che non trova la stessa rilevanza mediatica, pur avendo uno scarto di poche ore dal brutale assassinio di Civitanova Marche.

Forse perché l’assassino questa volta è un nigeriano e la vittima è un cinese?

Ma andiamo ai fatti: Panico a Monteforte Irpino, in provincia di Avellino. Robert Omo, 24enne cittadino nigeriano, poco dopo le otto, ha ucciso a colpi di martello un commerciante cinese di 56 anni e ferito gravemente un avventore all’interno del negozio di casalinghi e ferramenta.

Il 24enne non ha spiegato i motivi che lo hanno spinto a entrare nel negozio, afferrare un martello e avventarsi sul proprietario e sul cliente, un 49enne bulgaro che, tra l’altro, ha tentato di bloccarlo.

Quest’ultimo è ricoverato in ospedale in gravi condizioni.

Questa è la notizia che le agenzie di stampa hanno dato, e che sembra che i media abbiano riportato, in maniera sommaria, fugace e senza approfondimenti, diversamente dal caso di Civitanova, forse proprio perché questo omicidio non può essere strumentalizzato.

Di sicuro non sembra si presti a quell’idea  di odio raziale, cui tanti, tra i partiti di governo e personaggi della politica, amano incolpare gli italiani.

Deve quindi far riflettere che l’omicidio ed il tentato omicidio commesso da un nigeriano a Monforte Irpino non trovi spazio sui media alla stessa stregua dell’omicidio di Civitanova Marche dove l’assassinato e un nigeriano?

Chiedersi se forse i morti Nigeriani hanno un valore superiore ai morti cinesi o di altre nazioni, diventa una domanda lecita, così come il chiedersi se un assassino, perché Italiano, possa essere più colpevole di un assassino nigeriano.

Oggi si parla tanto di discriminazione, potrebbe essere considerata questa una forma di discriminazione?

Per di più, come considerare gli organi di informazione, che giudicano gli assassini secondo la nazionalità di chi li compie e secondo la nazionalità di chi subisce?

Dobbiamo considerare tutto ciò come propaganda?

Forse l’informazione ha ceduto il passo a favore della propaganda, che sembra essere sempre più diffusa e dilagante in ogni tema trattato?

Certo, siamo in periodo di campagna elettorale, dove la propaganda fa da padrona, ma quando la propaganda esce dalla campagna elettorale e coinvolge le “notizie” forse siamo in presenza di qualcosa che non può certo chiamarsi democrazia.

Ettore Lembo

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