MA QUANDO ENTREREMO UFFICIALMENTE IN GUERRA?
Questa è la domanda che tantissimi Italiani, preoccupatissimi perchè non ascoltati e non considerati dai politicanti di turno, si pongono per strada, al bar, nei salotti e nelle loro riunioni.
Domanda che non interessa certamente a chi crede che si viva di solo calcio, di concerti o di movida, convinti che tanto, a loro, nulla accadrà e che il solo parlarne possa epidermicamente infastidirli.
Mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi è anche questa una reazione, forse proprio voluta da chi ci governa.
Oggi si chiude il Consiglio Europeo, con grande successo del lavoro svolto dal nostro Primo Ministro Draghi che ci avvicina sempre più ed a grandi passi, allo scontro totale con la Russia.
Obiettivo fissato da Biden e ben condotto da Draghi il quale, con la missione a Kiev, insieme a di Macron e Scholz è riuscito ad ottenere l’ormai prossimo ingresso dell’Ucraina e della Moldavia, in Europa, scavalcando chi, forse da più tempo, ne aveva fatto richiesta.
Questo infatti è il commento del premier albanese Edi Rama, molto seccato dalla mancata partenza dei negoziati di adesione, a causa del veto della Bulgaria sulla Macedonia del Nord per via di dissidi bilaterali sullo status della minoranza bulgara in Macedonia.
Il commento è stato breve ma tagliente: “la Macedonia del Nord“, ha ricordato, è “candidata ad aderire all’Ue da 18 anni, l’Albania da otto“.
Ma che il Primo Ministro Italiano, sia perfettamente supportato dal Presidente della Commissione Europea, lo si evince anche dal fatto che è arrivato al Consiglio Europeo con una richiesta destinata a cambiare l’Agenda delle prossime settimane, spingendo sul “price cap”, con “un vertice Ue a luglio”.
La richiesta italiana incassa anche la forte sponda della Francia.
In un bilaterale organizzato negli uffici della delegazione italiana, prima del Consiglio europeo, Draghi e Macron hanno parlato, secondo fonti ufficiali, dei temi in agenda al Consiglio.
Macron, però, è apparso molto provato, in quanto reduce da una sonora sconfitta elettorale che, molto probabilmente, è stata dovuta proprio alla sua “gita” a Kiev con quei simpaticoni di Draghi e Scholz.
Ma, nel fronte dei contrari qualche piccola crepa comincia ad aprirsi.
“Non ci opponiamo per principio” e “valuteremo la proposta” ma potrebbe non funzionare, ha spiegato l’olandese Mark Rutte.
Dalla Germania, per ora, filtra un freddo silenzio.
Attendiamo anche i commenti di sicura approvazione del Presidente USA, Biden, per il lavoro svolto dal suo delfino.
Commenti che forse tardano ad arrivare perché Sleep Joe è impegnato a risolvere ben più gravi problemi interni o forse perchè vuole evitare qualche altra caduta fisica, ma non certamente quella politica cui sembra essere destinato, e che si sta sempre più profilando, anche alla luce di tutte le bocciature dei tanti provvedimenti da lui intrapresi.
Nessuno parla di negoziati di pace, nessuna proposta di confronto, nessun tavolo che possa aprire una qualsiasi trattativa, nessuna proposta di stop ad i combattimenti, ma tavoli per aumentare la fornitura di armi con armi più distruttive, non entriamo nel merito se trattasi di armi di attacco o di difesa, dal momento che l’unico risultato è uccidere.
Tavoli che istigano sempre più ad un innalzamento dell’asticella verso una guerra totale, attualmente non dichiarata, forse per abituare e convincere l’opinione pubblica alla guerra, motivo per cui ci si domanda quando verrà ufficialmente dichiarata.
Ad aumentare la tensione, anche ciò che sta accadendo in Lituania, blocco Kaliningrad, di cui poco si parla, che potrebbe dare il via, “furbescamente” ma in maniera vigliacca e vile, al conflitto mondiale.
Infatti dure e scontate sono le parole di Mosca, pronta a reagire dopo il blocco imposto da Vilnius.
Sarà ”pratica e non diplomatica” la risposta della Russia al ”blocco di Kaliningrad”, ovvero al divieto di transito imposto dalla Lituania.
Lo ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova nel suo briefing settimanale, affermando che ”la risposta non sarà diplomatica, ma pratica”.
Ma, a dimostrazione che la Russia sta evitando lo scontro mondiale queste le parole di Ryabkov: “Tenendo conto dei rischi di un’ulteriore escalation della crisi ucraina e dell’imprevedibilità generale dell’evoluzione della situazione internazionale, la priorità incondizionata della diplomazia russa è prevenire un conflitto diretto tra potenze nucleari”.
Quindi, mentre l’Europa della commissione, con a capo Mario Draghi, contrariamente al volere popolare, spinge ad inasprire le tensioni esistenti, sostituendosi a Biden, che già sembra essersi ritirato, la “cattiva” Russia, si sforza di evitare che la guerra degeneri?
Intanto gli Italiani, fortemente preoccupati si chiedono: quando Governo e Parlamento finiranno di prenderli in giro?
Ettore Lembo
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