TRE PORCELLINI 2.0

Il viaggio congiunto di Draghi, Macron e Scholz per incontrare Zelensky a Kiev ha suscitato, ovviamente, molta ilarità tra le persone di buon senso. C’è chi ha rispolverato la classica barzelletta “C’erano un italiano, un francese e un tedesco” e chi ha scomodato addirittura i re magi. Al sottoscritto invece è tornata alla mente la favola dei tre porcellini ovvero quella favola dove come protagonisti ci sono, appunto, due porcellini sprovveduti e il loro terzo fratello più saggio. I primi due costruiscono rispettivamente una casa in paglia e una in legno. Ma quando arriva il lupo cattivo butta giù le due casette con un soffio e divora i due occupanti. Mentre il terzo porcellino riuscirà a resistere agli attacchi del lupo poiché ha costruito la propria casa con mattoni e cemento.

Questa è la versione ufficiale della nota favola. Ma nella sua versione aggiornata il terzo porcellino ha costruito la propria dimora in cartongesso, mettendosi alla sequela degli altri due sconsiderati fratelli.

Anzi, per dirla tutta, la favola dei Tre Porcellini 2.0 vede un orso che sostituisce il lupo e i tre porcellini che costruiscono le proprie casette con delle sanzioni economiche che dovrebbero intimidire l’orso. Purtroppo per loro le casette crollano da sole senza alcun intervento esterno da parte dell’orso. La morale di questa favola rivisitata ci dice che la “sindrome di Tafazzi” è più pericolosa del Covid e che il marito che si autoevira per fare dispetto alla moglie non brilla per acume. Come non brillano per acume i tre leader europei che si sono prestati ad una pagliacciata mediatica inutile e inguardabile. Ma, per ironia della sorte, il presidente francese Macron è partito alla volta di Kiev come un leader indiscusso a tutti gli effetti, mentre al suo ritorno in Patria è stato sonoramente bastonato alle urne dai suoi connazionali. E quindi adesso si ritrova come una cosiddetta “anatra zoppa”. In pratica ha fatto la partenza da leone e il ritorno da… (scegliete voi la parola più appropriata che faccia rima con “leone”…). Ma poi, in definitiva, quale sarebbe dovuto essere lo scopo di questa grottesca gita fuori porta?

Le teorie si sprecano ma, dato che nella vicenda Russia Vs. Ucraina hanno detto la loro cani e porci, anche il sottoscritto si vuole unire al caravanserraglio degli opinionisti per dire la sua riguardo il conflitto in corso.

Prima di tutto partiamo da un dato di fatto. Mentre il mondo occidentale ci ha parlato di guerra, di invasione, di aggressione i russi non hanno mai utilizzato questi termini ma “operazione militare speciale”, un termine che piuttosto che evocare una guerra tout court fa venire in mente le imprese dei corpi militari d’elite utilizzati per liberare persone tenute in ostaggio.

E se ci pensiamo bene questa dinamica, in piccolo, si può benissimo proiettare in grande alla situazione del Donbass a partire dal 2014. Chi infatti può negare che le popolazioni russofone che abitano quella regione siano state prese in ostaggio dal governo di Kiev e dai suoi sostenitori filonazisti? E per ben otto anni!

Quindi, in definitiva, la Federazione Russa aveva solo un obbiettivo da raggiungere. E che non era sicuramente quello di conquistare l’intera Ucraina bensì riappropriarsi di tutti quei territori russi che furono incautamente ceduti all’Ucraina sotto il dominio dell’Unione Sovietica. Cessione che causò un insanabile iato tra cittadini di serie A (ucraini) e cittadini di serie B (russi).

Ora sebbene i media mainstream, dopo quattro mesi, continuino a fare da amplificatore a Zelensky, a parlare di sconfitta e di Putin sul viale del tramonto, la realtà dei fatti continua imperterrita a travolgere tutti i sogni e tutte le aspirazioni dei fautori della guerra totale. È come se uno aspirasse ardentemente di fidanzarsi con Monica Bellucci e questa sua travolgente aspirazione lo portasse a credere per davvero di essere realmente fidanzato con la nota attrice! Quindi il fatto che si continui a ripetere incessantemente che l’Ucraina vincerà il conflitto non necessariamente porterà alla realizzazione di questo sogno proibito. Anzi. Una colonna del Nuovo Ordine Mondiale, il quasi centenario Henry Kissinger, ha di recente affermato davanti alla platea di Davos che Zelensky dovrà giocoforza cedere parte del territorio ucraino alla Russia. Ma un altro indizio che mi porta a credere che ormai les jeux sont faits l’ho ricavato utilizzando il bancomat. “In che senso?”, si chiederà qualcuno. Nel senso che la banca dove il sottoscritto possiede il conto corrente è da sempre in prima linea nell’affrontare le emergenze più disparate. E nel fare ciò chiede un modesto obolo al correntista che si presta a fare delle operazioni al bancomat. Prima ci fu l’emergenza terremoto, poi l’emergenza ambientale, di seguito l’emergenza covid e infine l’emergenza Ucraina. Ebbene incredibilmente da un mesetto a questa parte l’emergenza Ucraina è misteriosamente sparita per essere rimpiazzata dalla sempreverde (è proprio il caso di dirlo!) emergenza climatica. Ciò farebbe pensare che l’arbitro ha fischiato la fine della partita e Putin ha portato a casa il risultato ma c’è evidentemente una buona parte del mondo occidentale che si ostina a non guardare in faccia la realtà e a rifiutarsi di credere che il mondo unipolare a trazione statunitense sia ormai diventato un corpaccione decomposto e putrescente. Tra le altre cose gli stessi stati europei della NATO che hanno somministrato senza fiatare delle insensate sanzioni contro la Russia sono quelli da cui ne vengono più danneggiati, come visto prima. Quindi non sarebbe assurdo pensare che il “Trio Lescano” sia andato a Kiev per tentare di convincere Zelensky a scendere a patti con Mosca, poiché, evidentemente l’Europa non può permettersi di rinunciare alle materie prime russe per molto tempo. D’altro canto gli esponenti del Patto Atlantico potrebbero uscirne in ogni caso “vincenti” agli occhi dell’opinione pubblica permettendo all’Ucraina di entrare nella NATO senza ricevere alcun veto da parte di Putin. E questo avverrebbe poiché la Russia, riprendendosi tutte le città russofone, avrebbe ottenuto quel territorio “cuscinetto” utile a tenere a debita distanza i missili NATO. Tanto per farvi un’idea il territorio conquistato dai russi finora è vasto quanto il 50% della penisola italiana…

E Zelensky? Rischierebbe di fare la fine che fanno tutti i burattini manovrati da Washington quando non servono più. Per intanto lo ricordiamo in quella foto iconica mentre, palesemente a disagio, subisce l’abbraccio eccessivamente affettuoso di Emmanuel Macron. Quest’ultimo, decisamente ambiguo e accanito sostenitore del movimento LGBTQ+, quando si recò al Cremlino fu fatto accomodare all’estremità di un tavolo lunghissimo per conversare con Putin che era seduto all’altra estremità. E Marija Zakharova, portavoce del ministro degli esteri russo Lavrov, commentando la foto di Zelensky e Macron ha affermato maliziosamente:”Ora capisco perchè Putin ha un tavolo così lungo!” Io aggiungerei un cattivello:”Perchè ambasciator non porta pene…”

Alessio Paolo Morrone

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