SE SALVINI E’ REO PER VOLER INCONTRARE PUTIN E TROVARE UNA SOLUZIONE PACIFICA ALLORA NOI SIAMO COLPEVOLI 1000 VOLTE DI PIU’
Come cittadini siamo coscienti, da sempre, che in Italia, il monopolio della violenza, è di esclusiva competenza dello Stato – cioè è esso stesso l’unico titolato all’uso della forza bruta per reprimere, prevenire e stroncare, ogni atto criminoso rivolto sia verso i singoli che la collettività – ma ci sono voluti ben 76 anni di Repubblica per scoprire che anche la Politica Estera di questo Paese è di esclusiva competenza del Governo. Quindi, in conseguenza di questo assunto, nessuno e dico nessuno, può muoversi, lavorare, brigare, per gli interessi dell’Italia, solo il Governo in carica è titolato a farlo.
Dunque, se ciò è vero, in passato, Enrico Mattei è stato solo un pazzo abusivo, Giorgio La Pira un visionario narcisista, la Comunità di Sant’Egidio dei “rompiscatole”.
Ma noi non crediamo assolutamente che le cose stiano così.
Se l’Italia, durante tutta la Prima Repubblica e buona parte della “Seconda”, è stata internazionalmente autorevole lo doveva principalmente al lavoro certosino ed instancabile di tanti protagonisti più o meno occulti che, attraverso le proprie relazioni, hanno consentito, ai vari Governi succedutisi nel tempo, di trovare sempre il “terreno già arato” e quindi di sfruttare le migliori condizioni possibili per il mantenimento della Pace in Italia, nel Mediterraneo ed in ogni altro scacchiere che interessasse la Farnesina.
In conseguenza di ciò, non comprendiamo come l’Esecutivo italiano possa impedire, ad un autorevole esponente della propria maggioranza, qual è il Senatore Matteo Salvini, di recarsi a Mosca per incontrare Putin e cercare di strappare un cessate il fuoco.
Si badi bene che, questa nostra polemica è stata sollevata solo all’indomani della Festa della Repubblica appunto per non turbare lo spirito di unità nazionale che è giusto mantenere e tutelare, in talune manifestazioni, ma il fatto che il Quirinale abbia volontariamente escluso gli ambasciatori della Federazione Russa e della Repubblica di Bielorussia, dal concerto per la Festa della Repubblica tenuto presso il salone dei Corazzieri, in onore del corpo diplomatico, nella giornata del 1 giugno, ha francamente del ignominioso.
E questa scelta è tanto più grave perché, da quel che sappiamo, almeno ufficialmente, la Repubblica italiana non è in guerra né con Mosca, né con Minsk … dunque perché porre in atto dei comportamenti così diplomaticamente irritanti e non distensivi?
Ma la Repubblica italiana vuole la pace in quel di Ucraina o, al contrario vuole soltanto la vittoria totale e definitiva di Kiev, cioè il prolungamento della guerra all’infinito?
A questa domanda, stando così le cose, francamente non sappiamo rispondere, ma una cosa la sappiamo di per certo, e cioè che la stragrande maggioranza degli italiani vuole la pace subito, costi quel che costi.
E nell’ottica di questa volontà popolare che la nostra organizzazione, l’Associazione degli italiani amici della Russia, si è mossa, per quel poco che poteva fare, nella ricerca della pace, come comprovato dalla:
- nostra Lettera inviata mesi fa a Putin, nella quale mettevamo a disposizione la Città di Ortona (nota agli storici come “Stalingrado d’Italia” a causa di una delle più terribili battaglie combattute durante il II conflitto mondiale e famosa in ambito religioso, sia cattolico che ortodosso, per conservare, nella propria Basilica, le ossa dell’Apostolo Tommaso, uno dei 12, tanto caro sia agli ucraini che ai russi) quale sede di un possibile vertice da tenere con la mediazione del Santo Padre e per la quale il Cremlino ci ha risposto, per mezzo della propria ambasciata presente qui in Italia (come riportato da lancio di Stampa Adnkronos del 26 maggio 2022 ISSN 2465-1222);
- missiva inviata a Zelenschy il 28 maggio scorso e per la quale non abbiamo ancora ricevuto risposta.
Quindi, stando a ciò che asserisce Palazzo Chigi, noi, come Salvini, non avevamo e non abbiamo, nessun diritto a scrivere, parlare, viaggiare, per il raggiungimento della pace …
Incredibile ma vero!
Noi, invece, riteniamo che ogni uomo di buona volontà, ogni operatore di pace, abbia il diritto dovere di lavorare per il raggiungimento della stessa.
Ricordiamo infatti che questa organizzazione, così come tutti i veri operatori di pace, si muovono “Gratis et amore Dei”, per il bene della Patria e dell’umanità. Se ciò è una colpa allora noi siamo colpevoli come e forse più, del Senatore Salvini, ma, certamente, chi ostacola la pace con simili bizantinismi è reo, d’innanzi alla legge di Dio e degli uomini, non una volta, ma mille volte mille …
Lorenzo Valloreja
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