SUPER MARIO CHIEDE A BERLUSCONI DIECI MILIONI PER INDEGNITA’ ISTITUZIONALE….E’ AGLI ATTI GIUDIZIARI. MA ALLORA, FORZA ITALIA CHE CI STA A FARE ANCORA NEL GOVERNO DI MARIO DRAGHI?
Alla fine di tutta la giostra trentennale di propagande per sfide elettorali vinte o perse, campagne di stampa di odio o di adorazione (più le prime che le seconde), anche a considerare i presunti o fantomatici “vantaggi per le sue aziende” ( in cui la polizia tributaria tra gli anni Novanta e primi Duemila aveva una specie di uffici distaccati) sempre agitati dalla Sinistra, sapete quale categoria professionale dovrebbe erigere un monumento se non d’oro massiccio, almeno dorato, a Silvio Berlusconi? Semplice: gli avvocati.
Da diversi di costoro difeso (relativamente con scarso successo se rapportato ai complessivi esborsi di parcelle milionarie in euro), li ha spesso anche piazzati al parlamento o nei governi da lui presieduti. Un vero signore, indubbiamente: e guardate che lo dico senza alcuna ironia.
Vi è però una particolare categoria di avvocati (l’avvocatura dello stato), che, anche se la sua richiesta dovesse non essere accolta in tutto dal giudice, o lo fosse parzialmente, ha già dato a Silvio Berlusconi (un po’ sparando sulla Croce Rossa, diciamolo) una umiliazione che secondo me è davvero la pietra tombale sulla carriera politica dell’autocandidatosi Presidente della repubblica.
Infatti la presidenza del Consiglio dei ministri si era costituita parte civile nel processo “Ruby ter” ormai alle fasi finali come già riferito da me in CHE BRUTTA FINE LE OLGETTINE….SPIETATA CONSEGNA DI BERLUSCONI DALLA MAGISTRATURA AI BASSIFONDI DELLA STORIA. E VOLEVA FARE PURE IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA….. del 20 maggio. E il fatto già non era per nulla lusinghiero, basandosi sul presupposto che Berlusconi, col suo operato, ne avesse leso il prestigio. Quindi, nonostante tutte le belle parole che possano aver sussurrato al suddetto i vari Draghi, Conte, Gentiloni e predecessori vari, se gli atti giudiziari hanno un senso razionale (e ce l’hanno), per costoro, Silvio Berlusconi sarebbe stato un indegno rappresentante della repubblica, storicamente e istituzionalmente. Così indegno da indurre, qualche giorno fa, l’avvocato dello stato curante gli interessi della Presidenza del Consiglio dei ministri a chiedere, appunto al termine del processo di cui sopra, dieci milioni di euro di danni morali per l’istituzione patrocinata, a causa del “discredito planetario” da essa subito dal comportamento del Presidente del Consiglio all’epoca dei fatti in questione (cioè Silvio Berlusconi, appunto).
Ma qui non mi interessa l’aspetto prettamente giudiziario (lasciamo perdere la condanna a sei anni chiesta dal PM). Mi interessa l’aspetto politico. Infatti, dato che le “istituzioni” non sono enti astratti e neanche preternaturali, ma sono incarnate da persone, appunto in carne e ossa respiranti e deambulanti, se non mi sbaglio, pare che Mario Draghi abbia chiesto a Silvio Berlusconi, in sede giudiziaria, la bellezza di dieci milioni di euro, quale risarcimento per aver portato lo stato italiano nel fango. Tant’è, agli atti: le chiacchiere se le porta il vento, assieme ai relativi “distintivi” di gangsteristico-cinematografica memoria.
E’ anche vero che la costituzione della Presidenza del consiglio in parte civile risale a ben prima della presa di potere di Mario Draghi. Ma allora, perché, con un minimo di pragmatismo che un uomo d’affari come Berlusconi dovrebbe avere nel sangue, non ha barattato il suo entusiasta sostegno (e ingresso) nel governo Draghi con (non dico il ritiro, ma la prosecuzione solo pro forma) della costituzione in parte civile di Palazzo Chigi? E ammessa la piccola distrazione del suo team legale, qualcuno riesce a spiegarmi cosa ci fa ancora, oggi 28 maggio 2022, Forza Italia nel governo Draghi?
Forse, Mario Draghi ha alle spalle tali e tante consorterie, che anche Berlusconi deve dinanzi a lui chinare la testa e basta? Forse, Berlusconi si è accontentato che in Europa Mediaset non incontrasse ostacoli alla sua espansione? D’altronde, non fu a detta di Silvio Berlusconi stesso, la BCE già presieduta da Mario Draghi, tra i principali fautori della estromissione dal potere esecutivo del Cavaliere (mezzo golpe euro-italo-tedesco cui fino a un certo punto Berlusconi abbaiò, per poi zittirsi all’improvviso e scoprirsi europeista e atlantista di ferro)?
O forse, più banalmente, l’entourage berlusconiano è così inconsistente, mercenario e menefreghista, che nessuno a suo tempo, ha fatto notare al vecchio tycoon tremende insidie quanto imperdibili opportunità? E i vari eredi di Cicerone o Pisapia, che hanno fatto in questi anni, oltre a scartabellare codici e sentenze di cinquanta anni fa? Ma hanno mai visto un film americano del filone giudiziario, con avvocati che ne sanno non una ma due più del diavolo, e che consigliano ai loro clienti persino il colore della cravatta o delle scarpe? Non dico che avrebbero dovuto emulare appunto, il sulfureo avvocato interpretato da Al Pacino (decisamente troppo spregiudicato e d’assalto), ma neanche appiattirsi sul leguleio di manzoniana memoria. Una via di mezzo, no?
Il sole del berlusconismo è al tramonto, anzi agli ultimi raggi di un lunghissimo declino. Togliamoci il cappello. Nonostante le sue enormi contraddizioni, debolezze ed errori autodistruttivi, è stato una grande opportunità di cambiamento per l’Italia, sprecata e vilipesa. Avrebbe meritato un po’ più di rispetto e di decenza, ma sembra che la sua più grande gratificazione in trenta anni sia stata il “lettone di Putin” e qualche pacca sulle spalle di Bush jr a Pratica di mare.
Però quella sconvolgente richiesta di dieci milioni rappresenta anche plasticamente il limite delle famose liberaldemocrazie in questo momento storico così cruciale e tribolato. Mentre le cosiddette autocrazie (esagerazione. Direi piuttosto autoritarismi) come la Russia o la Cina o la Turchia tutto sommato reggono a stress test come guerre o pandemie o assalti finanziari, e lo fanno senza badanti mondialiste come la UE, le liberaldemocrazie sono portate a lacerarsi all’interno.
Trump e trumpiani contro resto del mondo; Berlusconi contro magistratura e “comunisti” più o meno imitato da Matteo Renzi; e così via. E lo chiamano “il mondo libero”.
A. Martino
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