SIAMO IN SPIRALE BELLICISTA. CREDERE OBBEDIRE COMBATTERE….OVVERO, RITORNO AL PASSATO
Diciamocelo, dilaga un certo fanatismo guerrafondaio.
La dialettica politica è bandita, è il caso di “stare attenti a quello che si dice e si scrive”. Lo so benissimo, ma noi de L’Ortis sappiamo come calibrare le parole facendo in modo che non ci tappino la bocca.
Ai più alti livelli dello stato si citano canzoni partigiane, si intimidiscono e sbeffeggiano i pacifisti gabellandoli per vigliacchi. Il tutto per accreditare questa nuova narrazione della guerra: la si fa per procura, inviando armi a un popolo sfortunato, sul cui nazionalismo si sta investendo miliardi di euro e di dollari, per farla finita una buona volta con la Russia. E questa guerra per procura, la chiamano “costruzione della pace”. Il 25 aprile è stato questo.
Vogliono che l’Ucraina non si arrenda mai, non hanno licenza di arrendersi nemmeno i miliziani del famoso battaglione Azov asserragliati sotto la altrettanto celebre acciaieria Azovstal (segno del destino…) di Mariupol, con tanto di civili “scudi umani”. Pazzesco: se sapessero qualcosa di storia contemporanea, o se non lo avessero dimenticato perché tanto bastano gli slogan e i bignamini del politicamente corretto, o se non facessero finta di ignorarla, si renderebbero conto che questo ordine di idee fu peculiare di Hitler o degli alti comandi giapponesi; smentiti poi il primo dai suoi generali quando la resistenza non aveva più alcun senso (vedi Stalingrado), e i secondi dall’imperatore Hirohito stesso, dopo il lancio della seconda bomba atomica su Nagasaki.
Non era questo l’ordine di idee di Mussolini, che sulla base di false informazioni militari (ovviamente…) autorizzò la resa di Pantelleria agevolando lo sbarco in Sicilia per pietà verso centinaia di militari e civili; e neanche dei britannici a Singapore, che pure consegnarono all’ Impero del sol levante una perla dell’ impero loro, avviandosi a umiliante e durissima prigionia. Quando le considerazioni di ordine militare vengono totalmente assoggettate all’ideologia o a irremovibili, implacabili interessi, la Ragione cede il passo alla Morte.
Per rimanere al nostro ambito italiano, pur sempre tragico: il Maresciallo d’Italia Rodolfo Graziani incappò nella giustizia epuratrice per un bando dell’autorità militare di guerra, severissimo fino alla massima pena possibile nei confronti di renitenti alla leva e disertori (in pratica, uno dei più duri decreti anti partigiani). Ebbene, esso riguardava determinate “classi” (nel linguaggio burocratico-militare, annate demografiche di nascita). E oltretutto, semplicemente interpretava in senso particolarmente draconiano, in quanto alla determinazione della sanzione, la ben precisa normativa del codice penale militare di guerra sull’obbligo di leva per i cittadini interessati (vigente fino a pochi anni fa).
Ben diversa fu la situazione del Terzo Reich nei suoi ultimi mesi di vita (o di agonia): ragazzini e vecchi mandati con un panzerfaust contro i tanks angloamericani e sovietici, strappati gli uni alla “mosca cieca” e gli altri al pisolino sulla sedia a dondolo. Ebbene, il bando di Zelensky sull’improvviso obbligo di leva dai diciotto ai sessanta anni, mi fa venire in mente molto più il Volkssturm di Joseph Goebbels che la Brigata Garibaldi.
E infatti: “Resistenza” non è più tanto la lotta spontanea di popolo, ma, almeno nel caso dell’Ucraina, l’esercito che combatte dalla parte ritenuta “giusta”. Però per lorisignori, la resistenza (quella sì) degli sbandati dell’esercito iracheno di Saddam Hussein, non fu tale, ma “terrorismo” o al massimo “insorgenza”. Con la manipolazione neolinguistica delle parole, e il giornalismo, specie, televisivo, indottrinato e a libro paga, si combatte non meno che con le armi. Dalla “fiducia nella scienza, anzi nella Scienza, (ci mancherebbe altro, ci vuole rispetto), alla “fedeltà alla NATO”. L’una non elide l’altra, ma si procede per uscite monotematiche come certe riviste storiche o scientifiche: il popolo non deve confondersi, ed affaticare troppo la testa, perché si sa, c’è tanta ignoranza…il Great Reset mentale va fatto con metodo e pazienza. Fra le prime vittime delle forze russe ci sono stati i vari televirologi: Bassetti, Burioni, Capua, Galli….improvvisamente scomparsi all’alba del 24 febbraio, come polverizzati da un missile Grad o da un ipersonico.
L’ansia da prestazione atlantista, anzi euroatlantista, sembra colpire soprattutto i moderati, e soprattutto quelli ansiosi di apparire tali: PD e larga parte di Forza Italia ne sembrano ossessionati; la bandiera NATO come il green pass. Con un effetto avverso: affrettare, anzi rendere antropologicamente necessaria prima che politicamente, la metamorfosi “rossobruna” di ogni pensiero critico che tale sia seriamente, non per gettone di presenza o cachet.
Ed appaiono infatti, imbarazzati gli intellettuali buoni per tutti gli anticonformismi come certi professorini finora fortunati, che però non vogliono spingersi troppo in là…Putin non è Speranza o Arcuri o Bassetti. NATO, servizi segreti…basta una telefonatina, una allusione a certe ospitate RAI o Mediaset che già domani potrebbero essere un mero ricordo.
Persino un uomo di massimo coraggio intellettuale come Pietrangelo Buttafuoco ha accostato l’Italia alla Bielorussia, sostituendo alla Russia di Putin la NATO. Però, come dice a La Verità con notevole ginnastica concettuale, la sua “infinita autorevolezza” risparmia a Draghi di apparire un Lukashenko; e qui, anche Buttafuoco, rischia di rovinare l’autorevolezza sua.
“Credere. Obbedire. Combattere. Lo slogan imposto a un popolo che non crede in niente, non sa obbedire, e non vuole combattere”. Da Roberto Gervaso (1937-2020).
A. Martino
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