QUANDO I PARLAMENTARI SONO SOTTO RICATTO, FINISCE LA DEMOCRAZIA?
L’ennesimo voto di fiducia, che è stato posto per evitare una sonora bocciatura di un provvedimento che gli Italiani, ma anche tanti parlamentari avrebbero serenamente bocciato, dovrebbe fare aprire una discussione immediata sul tema della validità del voto di fiducia.
La continua ricorrenza a questo discutibile strumento, per ratificare ed imporre il volere di pochi, spesso con leggi e norme apparentemente contrarie alla Costituzione e a quelli che dovrebbero essere tutelati anche dai diritti umani, sembra sia diventata una abitudine e stravolge quello che dovrebbe essere una democrazia, trasformandola forse in una dittatura nascosta.
Bocciare infatti il Governo, non confermando la fiducia, significherebbe, probabilmente in questo caso, lo scioglimento anticipato delle camere, con la conseguente indizione di elezioni.
La riduzione drastica del numero di coloro che potrebbero essere eletti, ottenuta con il taglio dei parlamentari dalla prossima legislatura, e la perdita di tutti i benefici che vengono maturati solo se si raggiunge un determinato periodo di permanenza in carica, se non ancora raggiunto, oltre la perdita di un cospicuo compenso per i parlamentari, potrebbe lasciar intendere come questi ultimi possano essere considerati “ostaggio” di un Governo che, per di più, non è rappresentativo del popolo.
Questa ennesima votazione, oramai divenuta usuale, sembra proprio essere la conferma di quanto da noi sospettato.
La gravissima crisi economica che la Nazione sta subendo, causata sempre più da scelte che non sembrano fare gli interessi degli Italiani, bensì quella di attori internazionali che spesso penalizzano l’Italia, sembra passare, ancora una volta in secondo piano, a danno degli Italiani.
Il parlamento infatti con 245 si e 35 no, approva la fiducia al Governo e destina cifre, che potrebbero essere investite per un rilancio dell’economia nazionale totalmente ferma, per comprare armi…
Provvedimento che, altrimenti, se votato senza l’utilizzo del voto di fiducia, avrebbe potuto essere bocciato.
Non entrando nel merito di ciò che è scritto nella Costituzione riguardante lo specifico argomento, ci chiediamo se questo strumento del voto di fiducia, cui si dovrebbe ricorrere solo in eccezionali situazioni, e in maniera fortemente occasionali, essendo diventato, come sembra, di normale applicazione, possa aver “camuffato” la democrazia in qualcosa che forse nulla ha a che vedere con essa?
In questo caso, forse qualcuno vuol farci credere che la solidarietà si fa con le armi e con la guerra?
Ettore Lembo
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