IL CAPITANO CONTRO “TUTTI”, MA CON GLI ITALIANI. ELOGIO DI MATTEO SALVINI.

Matteo Salvini è quello che Silvio Berlusconi non è mai riuscito a essere: l’Alternativa.

Silvio Berlusconi non poteva, non doveva esserlo: per la sua natura di magnate delle televisioni e di tutto il resto; per la sua eredità craxiana; per l’avere dato vita alla Seconda Repubblica ma aver pur sempre salvato il collocamento internazionale euroatlantista della Repubblica, anzi posto le basi nonostante qualche gioco delle parti e qualche “sceneggiata” vittimistica,  per la perdita della sovranità nazionale e il perfezionamento delle grandi privatizzazioni. E non certo per le sue ascendenze massoniche da Loggia P2 che sono la più profonda affinità elettiva con Matteo Renzi, dato che la massoneria e Bilderberg vari annessi e connessi può telecomandare in una direzione o nell’altra fatti salvi grandi postulati generali (la secolarizzazione, la sostituzione etnica, il mercatismo, il sionismo e l’assetto mediorientale, l’euroatlantismo ecc.).

Anche la sua mitica amicizia con Vladimir Putin ha il senso della umana boccata di aria fresca, conviviale e maschia, in un contesto “occidentale” di profondo decadentismo alla Sorrentino e di ricattatorii agguati mediatici. Certo, aver fatto gli onori a Pratica di Mare nei confronti di Putin e di Bush il giovane, fu innegabilmente prestigioso, e un guizzo da statista.  Ma non fu certo il Cavaliere ad aver deciso e autorizzato l’evento; la stagione russofobica del decreto neocon lo ha poi richiamato agli ordini di scuderia.  Berlusconi giocò anche a fare il difensore dei valori “tradizionali”, dell’argine alla deriva gender e omosessualista; pure qui è stato spiazzato dal suo stesso vissuto babilonese con i ben noti risvolti giudiziari, e dal tana libera tutti di Papa Bergoglio. Insomma, è solo una vecchia gloria dell’impero euroatlantista, dalla storia piuttosto bizzarra, e politicamente e giudiziariamente rocambolesca.

Matteo Salvini è qualcosa di molto diverso, è una benedetta (per noi) anomalia. Partito dalla costola decisamente di sinistra della Lega dei “comunisti padani”, col disfacimento inglorioso della leadership bossiana tra ruberie varie ai danni del finanziamento pubblico, non cede alla tentazione di elemosinare una poltrona a sinistra del PD, ascende al vertice della Lega nel 2013, e inizia un profondo ripensamento e ricollocamento tanto suo che del partito. Il baricentro dei padani si sposta a destra come la torretta di un panzer ammaccato ma dall’equipaggio combattivo e coraggioso, modifica il congenito populismo padano in chiave euroscettica, fiuta il nascente sovranismo, si apre alla Identità sempre meno padana e lumbard e sempre più italiana e nazionale. Sfonda elettoralmente la linea del Po fino a lambire persino le coste siciliane, d’altronde vera e propria prima linea della sua vigorosa, oserei dire ossessiva, lotta governativa antiimmigrazionista,  e anti ONG che da coordinatrici del traffico umano e della sostituzione etnica con le loro navi pagate dal “filantropo” Soros e altri squali mondialisti si stanno trasformando in sorvegliate speciali del Mediterraneo. I mass media, reti berlusconiane in primis, gli fanno ponti d’oro con partecipazioni quasi quotidiane a dibattiti e salotti televisivi scambiandolo per una marionetta antirenziana gradita al popolino e fautrice di audience; un grande errore. Quando se ne accorgono e la famiglia Berlusconi epura tutti i conduttori “populisti” rei di aver tirato la volata a Salvini e basta, è troppo tardi; gli italiani non lobotomizzati sanno ormai su quale cavallo puntare alle elezioni del 2018.

 Ma per fare questo, per difendere gli italiani, il “Capitano” deve battersi contro tanti, tantissimi : la holding Politici umani e civili & Cantanti e Attori & Giornalisti & Intellettuali veri o presunti , i suoi (ex?) sodali di coalizione spiazzati a destra che si consolano con Fitto e i berlusconiani pronti alla fusione con i compari di Renzi, Chiesa istituzionale che a tutto ormai antepone un dogma supremo (l’ Accoglienza) e scomunica anche la legittima difesa in casa propria in nome dell’eunuchismo spirituale. Egli è il Cattivo, il Razzista, il nemico totale che tutti questi post italiani smaniosi di avere scritto anche in fronte che sono europei e basta non avevano nientemeno che dal 1945 ; altro che Andreotti, altro che Fanfani, altro che appunto, Berlusconi. Ma come un elefante in un negozio di cristalleria, danneggia anche enormi interessi : le coop rosse e biancorosse, i famosi trenta o trentacinque euro pro capite per ogni “accolto”…..

Matteo Salvini fa a pezzi il Pensiero Unico non con trattati di antropologia o articoli di fondo su giornaloni euroatlantisti, ma semplicemente dicendo, in fondo, scontatezze abominevoli solo per chi, posseduto dal Pensiero unico politicamente corretto, si rifiuta ormai di ragionare : in Italia prima gli italiani poi gli stranieri, l’ Euro è stato un affarone per i tedeschi, in casa mia reagisco come voglio se trovo un intruso malintenzionato, regoliamo la prostituzione e tassiamola…..

A questa canea, a questa Corte dei Miracoli del politicamente corretto, il Nostro risponde con incredibile e ironico garbo . Mai visto (almeno in pubblico ) il Matteo Furioso, mai sentito alzare la voce e tanto meno sbraitare come un isterico Professor Cacciari con Giulia Bongiorno ( il rispetto della donna, prof….! ). Le sue repliche consistono in esilaranti “bacioni” a uno jettatorio J Ax che auspica per il 2019 un mondo senza Salvini, o a “canta che ti passa” , o all’invito a un magistratone prossimo alla pensione, di andarci quanto prima . Minimizzare, smontare la pedanteria avversaria, sdrammatizzare, irridere guitti petulanti, derubricare mostri sacri dell’estabilishment a tromboni rompipalle : la strategia comunicativa salviniana è in questo forse alquanto superficiale, ma di sicuro evita di logorarsi nel contraddittorio, inseguendo un dialogo che tanto non avremo mai.

Avanti così, Capitano: certo, in un governo italiano di coalizione, se non si vuole staccare la spina, di rospi da mandar giù, in fondo reciprocamente, c’è uno stagno intero . Ma ci sono battaglie molto più grandi da vincere : portare assieme ad altri patrioti europei una falange di parlamentari antieurocratici nei palazzi dell’eurocrazia stessa, abbattere le sanzioni antirusse eredità di Obama e della Clinton, abbracciare Assad nella Siria liberata dai suoi sciacalli pagati dagli “occidentali” e dagli israeliani; e soprattutto, dirigere, tra 4 anni, il prossimo governo italiano.  

Antonio Martino       

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