DAL PORTO DEL PIREO AL NORTH STREAM2
Era il 2016, il governo greco presieduto da Alexīs Tsipras doveva fare fronte alla seconda gravissima crisi finanziaria della storia della Grecia. Crisi dovuta ad un debito fortemente sottoscritto da alcune nazioni europee che ne chiedevano un forte immediato rientro.
La compagnia statale cinese Cosco si propose di sottoscriverlo in cambio dell’acquisizione del Porto del Pireo, infrastruttura strategica per lo sviluppo degli interessi cinesi in Europa.
Erano i tempi della famigerata “troika”.
La domanda a cui sarebbe interessante dare una risposta è se Germania e Gran Bretagna sbagliarono nello stritolare la Grecia o lo fecero all’interno di un accordo con la Cina finalizzato a spostare l’asse geopolitico dei commerci verso gli interessi della super potenza orientale?
Già allora la City londinese aveva legami molto forti sia con la finanza cinese basata soprattutto in Hong Kong, sia con le centrali finanziarie di Francoforte.
Ebbene questa domanda si ripropone anche oggi nel vedere le scelte dei governi occidentali rispetto alla complessa situazione russo ucraina.
Di oggi la notizia che Gazprom ha firmato un accordo di fornitura di gas naturale con la Cina per 50 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno attraverso un nuovo gasdotto. Accordo che porterà a 80 miliardi i metri cubi all’anno di gas fornito dalla Russia alla Cina e che avviene mentre le nazioni occidentali tagliano i legami economici e politici con la Russia come “ritorsione e pressione” per l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
La Germania, per esempio, ha interrotto la procedura di certificazione dell’oleodotto North Stream2 con il plauso del presidente Biden.
North Stream2 che avrebbe una portata di 55 miliardi di metri cubi di gas.
Il premier inglese addirittura facilita l’invio di mercenari che affianchino i soldati ucraini.
Presidente Biden sulla cui elezione aleggiano ancora molti dubbi, in particolar modo quelli del Presidente Trump che continua, a distanza di un anno, a dichiarare che in quella elezione vi furono brogli etero diretti da ambienti che fanno riferimento alla Cina.
Premesso che la guerra non è mai uno strumento accettabile, credo che sia, però, interessante chiedersi a chi giovino queste azioni basate su sanzioni economiche.
In particolare credo sia dovuto chiedersi se queste scelte siano, nel medio periodo, convenienti all’Europa ed alla nostra amata Italia?
È di nostro interesse che Russia e Cina stringano sempre più forti legami politico commerciali a discapito degli interessi europei?
Se oltre agli accordi in tema energetico la Russia spostasse fortemente le sue transazioni finanziarie sulla piattaforma alternativa all’occidentale SWIFT già in essere in Cina, chi ne trarrebbe vantaggio? Chi danno? Quali le forze in termini di influenza geopolitica sull’Europa e, guardando più strettamente ai nostri interessi, sull’Italia?
Il presidente Trump ha reiteratamente dichiarato in questi giorni che Putin sta facendo azioni “Smart”, cioè intelligenti. Perché lo dice?
Va bene che i leader, ed i media, occidentali stanno dando del “matto” a Putin e che Trump lo hanno denigrato da sempre, ma se il “matto” ci stesse “incaprettando” con l’aiuto della Cina per, poi, spartirsi gli assets economici con buona pace degli USA di Biden?
Sommessamente preferisco continuare a pensare che il mondo sia governato da “intelligenti” che difendono gli interessi della propria nazione.
Questo mi porta a chiedere perché Putin ha deciso di attaccare ora, cosa stava modificandosi nello scenario ucraino?
Quali nuovi assetti si svilupperanno in Europa?
Per noi “cittadini semplici” europei ed italiani migliorerà la qualità della nostra, e dei nostri figli, vita?
Per capire qualcosa in più non vorrei dovermi confrontare con il popolo greco.
Quella storia la conosciamo tutti e da “cittadino semplice” italiano gradirei non farla vivere ai nostri figli.
Ignoto Uno
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