L’AMBIENTALISMO E’ UFFICIALMENTE IDEOLOGIA DI STATO. MA ATTENZIONE, IL LORO “AMBIENTE” NON HA A CHE FARE CON LA VERA NATURA.
Nell’incredibile silenzio generale, come se si trattasse di una qualunque leggina o della solita riforma della riforma, l’Italia ha modificato la sua Costituzione recependo un pilastro del Nuovo Ordine mondialista: l’Ambiente, con i suoi annessi e connessi come l’animalismo. L’opposizione, anche se c’era, non se n’è accorta come nella migliore tradizione, quando sono in ballo cose davvero serie: vedasi il Fiscal Compact di ormai circa venti anni fa.
Ovviamente però, se in televisione l’argomento è stato quasi ignorato dalle testate informative, sulla stampa cartacea e on line un po’ più di attenzione vi è stata. Ecco ad esempio uno stralcio di quanto riportato dal Corriere della sera. “ La Natura entra in Costituzione: con decenni di ritardo, la Carta fondamentale della Repubblica recepisce una sensibilità per l’ambiente ormai diffusa tra i cittadini e nella giurisprudenza. D’altra parte, nel 1948 emergenze come quella climatica non erano neppure all’orizzonte e le priorità dei padri fondatori erano ben altre. Inserirono nell’articolo 9 la tutela del “paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione”, ma niente di più. Ieri, alla fine di un iter durato quasi tre anni, con i previsti quattro voti tra Camera e Senato, il Parlamento ha approvato in via definitiva la Proposta di legge costituzionale che colma una lacuna storica.
Il provvedimento modifica appunto l’articolo 9 della Carta, ma anche l’articolo 41. Nel primo caso si aggiunge che la Repubblica tutela “l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali“. Il riferimento alle future generazioni rappresenta il recepimento in Costituzione del concetto di sviluppo sostenibile, secondo il quale le risorse naturali non possono essere sfruttate in modo illimitato senza tener conto di chi verrà dopo di noi. Mentre la tutela degli animali, affidata alle leggi ordinarie dello Stato, è il frutto di un compromesso raggiunto per evitare lo stallo che si era venuto a creare nel corso dell’iter parlamentare. La Lega, portavoce di alcuni gruppi d’interesse tra cui soprattutto il mondo venatorio, si era opposta alla formulazione precedente e aveva presentato centinaia di emendamenti. L’ostacolo è stato aggirato distinguendo ambiente, biodiversità, ecosistemi (tutelati direttamente dalla Costituzione) e animali (la cui tutela è affidata al legislatore).
Si è intervenuti anche sullo spesso controverso rapporto tra attività economica e ambiente. L’articolo 41 è stato infatti modificato, aggiungendo che l’iniziativa economica “non può svolgersi in modo da creare danno alla salute, all’ambiente“, oltre che alle già sancite “sicurezza, libertà, dignità umana“.
Grande soddisfazione è stata espressa dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani: “Una giornata epocale: la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi diventano un valore fondante della nostra Repubblica“.
Nel doppio passaggio tra Camera e Senato il provvedimento è stato approvato con maggioranza qualificata e dunque non è necessario un referendum confermativo: la tutela della Natura è da ieri tra i principi fondamentali dello Stato. E anche per questo esultano le associazioni ambientaliste che hanno partecipato alle consultazioni per raggiungere un testo condiviso: sono già pronte a impugnare la “nuova” Costituzione per chiedere leggi e impegni più stringenti.
“La legislazione futura si dovrà ispirare al voto di ieri e la legislazione passata si dovrà adeguare“, conferma Donatella Bianchi del WWF Italia. “Ora è necessario definire un sistema normativo organico e innovativo a tutela della natura d’Italia“. Una delle prime battaglie riguarda la legge 157 del 1992, che regola proprio l’attività venatoria. Per Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente la modifica costituzionale “è una bellissima notizia, una vittoria“. Anche perché interviene su un tema che ha spesso diviso le associazioni: “Ci si è spesso opposti allo sviluppo delle energie rinnovabili, eolico e fotovoltaico soprattutto, appellandosi al fatto che il paesaggio italiano fosse tutelato dalla Costituzione. Ora, nota Ciafani, “ambiente e biodiversità vengono messi sullo stesso piano: vanno tutelati allo stesso modo del paesaggio. E questo ci aiuterà come Paese ad affrontare meglio l’emergenza climatica”…….”.
Come ho affermato più di una volta, si va creando un Ordine Nuovo mondiale (o mondialista), favorito dal Grande Reset, e all’inasprimento di ormai vecchi principi come l’antifascismo che da qualche anno iniziano a fare sul serio, vanno a sommarsi dei nuovi come l’Ambiente. Che qui in Italia, gode ormai di vera e propria dignità costituzionale. Si potrebbe quindi ancora affermare che, come da primo comma dell’ art.1, l’Italia è o dovrebbe essere una “repubblica democratica fondata sul lavoro” sì, ma che questo debba essere…sostenibile, come da neolingua.
Tutela dell’ambiente, biodiversità, ecosistema…e ancora appunto sostenibilità…tutte trovate ideologiche per soddisfare il matrimonio tra matrici culturali appunto ideologiche (come l’animalismo) di transumanesimo puro, e lo smantellamento dell’economia tradizionale basata quella sì sul Lavoro e la produzione di beni concreti e tangibili dalla bambolina di plastica fino all’automobile.
Sotto questo furbo confondere la Natura con l’Ambiente (il che è assolutamente paritetico allo spacciare l’amore per gli animali che, egoisticamente parlando, rende migliore proprio chi lo coltiva, come “lottare per i loro diritti”) si apre una voragine di ridefinizione antropologica su cui Marcello Veneziani ha, con la consueta maestria filosofica e lucidità concettuale, messo immediatamente in guardia. Un tempo quella che san Paolo VI definì “maestra di vita” avrebbe avuto molto da dire. Ecco cosa ci insegna Marcello Veneziani: “………..Ma perché si parla di ambiente anziché di natura? Perché la natura è un nome antico che comprende col pianeta tutti i suoi abitanti, compresi noi umani; la natura è la realtà che noi non abbiamo creato ma che abbiamo trovato, che non dipende da noi. Natura evoca poi il diritto naturale, le creature come sono nate e magari un creatore o quantomeno una regina, detta Madre Natura. Natura è incontro fra differenze originarie, copula e procreazione.
Nel dialetto antico del mio paese la natura è il nome della vagina. Non conosco definizione più bella, essenziale e cosmica dell’organo genitale femminile. Natura come sito corporale in cui si nasce, prenderà corpo una persona, in quel futuro da cui verrà il nascituro: se la natura è alle origini, natura è anche nascita ventura. Se penso alla definizione di Natura del mio paese mi sovviene il celebre ritratto in primo piano della vagina nuda di Gustave Courbet chiamato non a caso “L’origine del mondo”. Perfetta è la corrispondenza tra il microcosmo del corpo femminile e il macrocosmo del mondo naturale……..
Ma la ragione principale per cui esiste una retorica mondiale e ufficiale dedicata a salvare l’ambiente ma non esiste più una compagna per salvare la natura, è ideologica, filosofica e tecno-scientifica, e investe la concezione dell’uomo e della vita. Se dici natura non puoi prescindere dal riferimento alla natura umana, devi fare i conti con lei, a partire dalla nascita, come insegna l’antica saggezza popolare del lessico paesano. Non si può difendere la natura nelle piante, dell’aria, dell’acqua, degli animali, nel mondo vegetale e in quello minerale e non difendere la natura umana. E invece, noi oggi viviamo la guerra mondiale contro la natura; dico la natura umana. L’ambientalismo fanatico difende a spada tratta l’integrità genetica della carota dalle manipolazioni ogm; ma accetta, anzi incoraggia, la modificazione genetica dell’uomo e la sua manipolazione radicale. L’identità della carota è più importante di quella umana. Nel senso che l’uomo, per l’ideologia transgender, è ciò che vuole essere e non ciò che la natura ha fatto……”.
Parole di grande saggezza e nobile, lucida semplicità.
Infatti, in tale revisione costituzionale sono tutelati gli animali ma non l’Uomo dal concepimento fino alla morte, appunto, naturale. E’ con aborto ed eutanasia che essi sono rispettivamente “sostenibili”, vero?
A. Martino
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