SUICIDI RIBELLI

Quando un regime è veramente tale lo si riconosce per l’oppressione che questo esercita nei confronti della propria popolazione inerme.

Gente, quest’ultima, che “non potendo scaricare la propria aggressività verso chi ritiene responsabile della propria “sofferenza” si ribella suicidandosi. Il suicidio, così, quando assume il significato di protesta, diventa una forma di devianza attiva, riconducibile, per le sue caratteristiche, alla tipologia degli atti ribelli”.

È successo così durante il regime dell’austerity, inaugurato dal Governo Monti nel 2011 e terminato con il Governo Gentiloni nel 2018, che più di 600 imprenditori si siano tolti la vita con corda e sapone ed è ripreso oggi, a seguito dell’introduzione del Super Green Pass ad opera dell’Esecutivo Draghi, che due cittadini abbiano tentato il suicidio dandosi fuoco come dei provetti monaci buddhisti.

L’ultimo di questi casi si è verificato a Oderzo, in Provincia di Treviso, dove un cittadino pakistano di 38 anni, all’esterno di kebaberia, luogo nel quale lo straniero lavora, si è cosparso di liquido infiammabile e si è dato fuoco perché i carabinieri gli avevano notificato una sanzione amministrativa, unitamente alla chiusura del locale in oggetto, in quanto lo straniero era sprovvisto di Green Pass.

Come a Rende – in Calabria, una settimana fa – i militi sono riusciti a salvare la vita al contestatore, fatto sta che, i maggiori organi di stampa, per evitare ulteriori emulazioni, hanno tentato di insabbiare la notizia dando poco risalto alla cosa, ma, a nostro avviso, il dado è ormai tratto e se non si tornerà a breve ad una piena e libera, vita democratica, il malessere nel nostro Paese serpeggerà sempre di più facendoci così assistere ad una serie di eventi che sicuramente risulteranno sempre più eclatanti e nefasti.

Lorenzo Valloreja

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *