LA PAURA FA CINQUANTA

No. Il titolo di questo articolo non contiene un refuso. E’ risaputo a tutti che la paura non fa cinquanta, ma bensì novanta, come si suol dire. Il suddetto titolo mi è venuto in mente al culmine di alcune riflessioni che il sottoscritto ha fatto non molto tempo fa.

Si da il caso che chi scrive è dovuto rimanere a casa obtorto collo per una decina di giorni poiché ha contratto il covid. Per la cronaca quest’ultimo mi è stato veicolato da persone plurivaccinate, ça vas sans dire...

Ebbene, approfittando di questa inazione forzata ho passato gran parte delle mie giornate visionando filmati vintage riguardanti film, spot pubblicitari e spettacoli televisivi prodotti e mandati in onda tra gli anni ’70 e gli anni ’80. Praticamente il periodo temporale che racchiude la mia infanzia e la mia adolescenza. E mentre ero immerso in questa sorta di “amarcord” ho iniziato a fare delle considerazioni riguardo questo preciso momento storico. E ho capito come mai Draghi & Co., oltre a disprezzare le nuove generazioni, nutrono un malcelato odio nei confronti degli “over 50”. Un odio evidentemente originato dalla paura nei confronti dei cinquantenni e ultra cinquantenni, come suggerito dal titolo sopramenzionato. In poche parole, durante la degenza forzata, ho intuito che il governo sovranazionale tema gli over 50 poiché fondamentalmente poco plasmabili e, di conseguenza, scarsamente ricattabili. Ho realizzato ciò prendendo coscienza che il sottoscritto, come i suoi coetanei, è cresciuto in un periodo storico in cui la Famiglia aveva ancora un ruolo fondamentale per la tenuta e il progresso della Nazione. Termini come “aborto” e “divorzio” risultavano ancora incomprensibili e inconcepibili per una larga parte degli italiani e il cosiddetto “matrimonio gay” era semplicemente impensabile. 

Con ciò voglio evidenziare l’enorme iato che divide la società degli anni ’70-’80 con gli abomini morali e culturali a cui assistiamo oggigiorno. Non che la vita di 40-50 anni fa fosse tutta rose e fiori. Sicuramente non era il Paradiso Terrestre. Pur giovanissimo e abitando in una città tranquilla come Cagliari ho comunque respirato e percepito le tensioni politiche e sociali che contribuirono a scatenare i cosiddetti “anni di piombo” in mezzo mondo. Pur tuttavia, visionando i filmati inerenti quel periodo storico, l’Italia ne esce fuori come una nazione sicuramente dilaniata da pesanti scontri ideologici e culturali ma comunque sempre fondata su valori comuni e, bene o male, condivisi. E tutto ciò si può apprezzare quando nei suddetti filmati si vedono famiglie immancabilmente composte rigorosamente da un padre,una madre e da figli maschi vestiti da maschi che si comportano e parlano come maschi. Di contro le figlie femmine sono vestite da femmine e si comportano e parlano come femmine. Tra l’altro in quel periodo il cosiddetto “politically correct” era ancora una remota idea che frullava nelle teste di poche menti malate. Infatti in ogni spettacolo di varietà del passato non si sono mai lesinate sapide, ma bonarie, parodie e battute nei confronti di omosessuali, handicappati e appartenenti a etnie extraeuropee. E a quanto mi consta non mi risulta che l’ONU abbia mai autorizzato i propri “caschi blu” per contrastare una tale minaccia per il Mondo… Tra l’altro un godibile Beppe Grillo pre “Britannia” non ha mai avuto difficoltà ad utilizzare la parola “negro” o “negretto” senza sentirsi in obbligo di doversi scusare con il mondo intero. E quindi in definitiva noi ultra cinquantenni siamo cresciuti attingendo dai mass media, quando ancora non erano asserviti alle banche, ciò che poteva essere consono e corretto per la nostra età e per il nostro sesso. Senza alcun condizionamento culturale e psicologico imposto dai fautori del Grande Reset e del Nuovo Ordine Mondiale. Infatti oggigiorno viviamo in un mondo globale e globalista che pretende di annullare tutti i confini geografici, culturali e religiosi. Che tende a livellare e mischiare tutto, auspicando una società “meticcia”, “liquida” e “gender fluid”. Va da sé che in tale contesto gran parte degli ultra cinquantenni risulterebbero come olio versato nell ‘acqua: non si mischiano mai! Perciò essere cresciuti senza condizionamenti esterni, con una mente ed un’anima più o meno libera e cosciente può diventare un serio problema per il burattinaio di turno. Perché è evidente che un burattino sprovvisto di fili non è utile all’economia del teatrino e delle sue squallide rappresentazioni. 

Alessio Paolo Morrone

One Response to LA PAURA FA CINQUANTA

  1. Amneris Aprile ha detto:

    Bellissimo articolo! Uno spaccato vivo dell’epoca e dei nostri valori! Lo girerò volentieri! Complimenti!

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