TEMPO DI ELEZIONI? TEMPO DI GUERRA!
Tempo di elezioni tempo di guerra.
È questo il teorema che da sempre guida tutte le amministrazioni statunitensi in difficoltà con il proprio elettorato.
È stato infatti così per:
- Bill Clinton che, si ritrovò alle prese con diversi scandali sessuali, tra i quali memorabile fu quello con la Lewinsky e due elezioni di medio termine, tentò di distrarre l’opinione pubblica e conquistare consensi, attraverso la rappresaglia per gli attentati subiti dalle ambasciate statunitensi in Kenya e Tanzania riuscì a far ottenere buoni risultati ai Democratici nelle elezioni di medio termine del 1998;
- George W. Bus che grazie agli attentati dell’11 settembre 2001 prima e con il discorso dell’”Asse del Male” nel gennaio del 2002, riuscì a far ottenere al partito Repubblicano, nel novembre dello stesso anno, alle elezioni di medio termine, il controllo della Camera e la riconquista della Maggioranza al Senato;
- Barack Obama il quale – benché, pompato dai media di mezzo mondo, ottenuto il Premio Nobel per la Pace, e coniato slogan ripresi da tutti i partiti progressisti del blocco occidentale, alle elezioni di Medio Termine del 2010 prese una batosta epocale perdendo ben 63 seggi e quindi il controllo della Camera dei Deputati – per rifarsi pensò bene nel 2014 di:
- Boicottare le Olimpiadi Invernali di Soci come segno di protesta nei riguardi di una mancata apertura del Presidente Putin alle istanze LGBT dei cittadini russi;
- Sanzionare Mosca per l’annessione della Crimea;
- Boicottare le Olimpiadi Invernali di Soci come segno di protesta nei riguardi di una mancata apertura del Presidente Putin alle istanze LGBT dei cittadini russi;
- Donald Trump – accerchiato, per tutto il suo mandato, sia dai Democratici che da parte dei Repubblicani – il quale, per rompere questo assedio, pensò bene di sposare la causa degli Ebrei Statunitensi e quindi dello Stato d’Israele, sia sul fronte delle sanzioni a Teheran, per il nucleare iraniano, sia sulla questione del riconoscimento di Gerusalemme quale unica Capitale dello Stato Ebraico al posto di Tel Aviv, rischiando quindi di dare fuoco alle polveri in Medio Oriente.
Ed è, ancor di più, il caso, in questi giorni, del debole Joe Biden – e del proprio staff, con l’Afroamericana Kamala Harris in caduta libera nei sondaggi – il quale, per tentare di non tornare a casa prima del previsto, follemente sta stuzzicando la Russia all’invero simile.
È di questi giorni infatti la notizia che l’Armata Rossa, benché sia all’interno dei propri confini nazionali e, udite udite, in esercitazione a 300 km dal confine Ucraino, sarà il motivo di nuove e più pesanti sanzioni che la comunità internazionale infliggerà al Cremlino … ergo, secondo gli americani, non è importante che uno sia o non sia colpevole, di qualche atto internazionalmente deprecabile per essere sanzionato o attaccato, quanto che la guerra preventiva che l’occidente potrebbe scatenare sia utile o meno, alla gestione del potere del Presidente americano di turno.
Quand’è così, è proprio il caso di dire: che Dio stramaledica l’America!
Lorenzo Valloreja
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