L’AMORE MALATO

Tempo fa mi trovavo all’interno della mia abitazione quando all’improvviso iniziai a sentire delle urla concitate provenire dalla strada. Incuriosito uscii sul balcone di casa per scoprire l’origine di quelle grida. E queste ultime provenivano da una villa dirimpetto la mia casa. Nel giardino di questa villa un uomo passeggiava nervosamente avanti e indietro con il cellulare all’orecchio, vomitando improperi coloriti e minacciosi nei confronti di un misterioso interlocutore. Sempre più incuriosito rimasi vari minuti affacciato al balcone nel tentativo di capire l’origine di tanta rabbia manifestata verbalmente e in modo così violento. Ebbene dopo poco tempo il sottoscritto, come un novello Sherlock Holmes, riuscì a “ricostruire i fatti”, come si direbbe in termini giuridici.

In pratica l’uomo in questione era il giardiniere della villa sopramenzionata. Egli aveva intrapreso una relazione molto coinvolgente con una donna separata dal marito. Purtroppo per lui, per motivi a cui non ci è dato sapere, quest’ultima aveva deciso di tornare con il legittimo consorte. Apriti cielo! Dire che il giardiniere non la prese sportivamente sarebbe un eufemismo…Ma ciò che mi colpì di più di tutta questa vicenda a cui stavo assistendo fu ascoltare il nostro uomo pronunciare, quasi piagnucolante, frasi come ”Sei il mio unico amore!”, “Non  posso vivere senza di te!”, “Sei l’unica donna della mia vita!” per poi tornare in modalità livorosa e lasciarsi andare in pesanti minacce come “Ti brucio la macchina!” o “Faccio sparare tuo marito!”.

Non sono uno psicologo ma nelle dinamiche sopramenzionate non si possono non ravvisare quei clichè, quei leit motiv che contraddistinguono tutti i rapporti sentimentali “malati” e che spesso sfociano nei cosiddetti “femminicidi” (parola che mi crea l’orticaria!). E ho parlato intenzionalmente di rapporti sentimentali, non di rapporti amorosi. Perchè mi pare ovvio che l’Amore con la “A” maiuscola sia tutt’altra cosa. Ciò che innesca l’aggressività di un partner fino a portarlo a odiare l’altro è unicamente dettato dall’egoismo, dall’orgoglio ferito e da una possessività patologica. Come quelli che sfregiano i volti delle loro ex, mossi dalla logica del “Se non sarai mia non sarai di nessun’altro!”.

Finora non ho mai trovato una persona sana di mente che non si sia indignata quando è venuta a conoscenza di queste forme di violenza fisica e psicologica di cui la cronaca nera ci rende edotti, purtroppo, quotidianamente. Però se proiettiamo questi rapporti malati dal caso singolo ad un livello globale curiosamente l’indignazione, misteriosamente, si dissolve come neve al sole. Mi spiego. Il nove Marzo del 2020 sessanta milioni di italiani si risvegliarono in una nazione trasformata in un immenso campo di concentramento dove la democrazia era stata sospesa e le più elementari libertà personali erano state pressochè azzerate. Tutto ciò in virtù di una misteriosa e micidiale pandemia che, a detta della narrazione mainstream, poteva essere equiparata solo alla terribile peste nera del 1600 di manzoniana memoria. Chi scrive, come il resto dei suoi concittadini, accettò di buon grado le pesanti restrizioni di cui sopra poiché la situazione era molto confusa e si dava per scontato che i canali di informazione ufficiali veicolassero delle notizie aderenti alla realtà. Inoltre tutta la popolazione italiana sostenne senza indugi il governo che chiedeva sacrifici per poter, a suo dire, portarci rapidamente fuori da un’emergenza così drammatica.

Sappiamo tutti come è andata a finire. L’Italia è diventata una dittatura a tutti gli effetti e la popolazione è divisa tra sostenitori del regime e altrettanti oppositori. Ma se noi vedessimo l’Italia come la metafora di una donna potremmo riscontrare le già accennate dinamiche dell’ “amore malato” . Infatti come spesso capita in tali casi molte donne vengono chiuse in casa, non possono uscire liberamente, vengono controllate ossessivamente ma, nonostante tutto, sono portate ad accettare più o meno di buon grado certe angherie perpetrate dal proprio partner poiché percepite come atti di amore. Magari estremi ma pur sempre manifestazioni di affetto. In poche parole stiamo parlando della cosiddetta “Sindrome di Stoccolma”. E quindi in definitiva tutti noi credemmo alla buona fede di governanti e giornalisti che continuavano a bombardarci quotidianamente con slogan come”Andrà tutto bene!”, “Ne usciremo migliori!” ecc. ecc. E anche se col passare del tempo sempre più italiani stavano iniziando a farsi delle domande e a nutrire dubbi e perplessità riguardanti la cosiddetta pandemia con il suo corollario di norme pressochè demenziali, si accettavano pacificamente certi insulti all’intelligenza come le regioni colorate, le mascherine, il distanziamento sociale e via dicendo. Almeno fino all’arrivo del celeberrimo vaccino anti covid, che è stato un vero e proprio spartiacque per la storia e per la popolazione italiana.

Riprendendo l’esempio del pseudo amore di coppia non è difficile individuare in questo tipo di relazione un preciso momento temporale in cui si verifica il proverbiale breaking point, il punto di rottura. Ovvero quella situazione in cui uno dei due partners non accetta più la sottomissione fisica, psicologica, o entrambi, inflittagli dall’altro. Ed è proprio in questo preciso momento che l’aguzzino, il carceriere, cade dalle nuvole. Poichè egli è sempre stato convinto, nella sua fantasia deviata, di aver dimostrato amore e affetto verso l’altro e quindi si meraviglia di come  quest’ultimo non contraccambi più l’ “amore” e l’ “affetto” ricevuto. Di conseguenza si innesca una reazione perversa per cui l’amore presunto si tramuta in odio reale. Improvvisamente l’oggetto dell’ “amore” si trasforma in nemico da contrastare con tutti i mezzi. A tal proposito vi ricorda qualcosa il noto slogan “Vaccinarsi è un atto d’amore”? Non notate una similitudine inquietante tra un partner che obbliga l’altro a sottomettersi con la violenza e un governo che obbliga il popolo a vaccinarsi con la coercizione? E’ proprio vero, come è stato fatto notare da più parti, che un atto d’amore obbligatorio si chiama tecnicamente “stupro”…E le dinamiche di questa presunta emergenza sociosanitaria sono perfettamente sovrapponibili a quelle delle violenze domestiche. Chi si ribella ai diktat dei propri carnefici viene isolato, insultato, umiliato e annichilito. Sia verbalmente che fisicamente. E se qualcuno fosse ancora convinto che tutto ciò che gli italiani stiano subendo dal Marzo 2020 siano frutto dell’ “amore” che il governo nutre nei nostri confronti, penso sia illuminante riascoltare ciò che disse Mario Draghi il 24 Novembre 2021: “Con queste restrizioni feste normali per i vaccinati, speriamo che gli altri tornino presto a far parte parte della società!”. Il problema per il pupazzo di Goldman Sachs risiede nel fatto che milioni di italiani non hanno alcuna intenzione di far parte della società da lui vagheggiata. Ovvero una società composta da una massa informe di invertebrati dalle fattezze umane. Per quanto mi riguarda mi pregio di possedere ancora una spina dorsale.

Alessio Paolo Morrone

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