ADDIO A COLIN POWEL, UNO DEI PIU’ GRANDI BUGIARDI DELLA STORIA.

Sono solo tre paroline: due sostantivi e una preposizione. E di quei sostantivi, non so quale dei due sia più sgradevole dell’altro. Insomma, la definizione è: criminale di guerra.

Ma qualcun altro risponderebbe con altre tre paroline: un articolo indeterminativo, un aggettivo e un aggettivo sostantivato. Vale a dire: un grande americano.

Ai posteri l’ardua sentenza, direbbe Alessandro Manzoni? In questo caso, la sentenza per quanto mi riguarda c’ è stata da anni, ma non si è trovato alcun tribunale disposto ad emetterla. Perché, nell’ improbabilissima ipotesi di una vittoria irachena contro gli Stati Uniti e gli eserciti suoi vassalli, non dico che Saddam sarebbe andato a prendere l’ ex generale a quattro stelle al momento segretario di stato USA in quel di Washington ma almeno, legalmente parlando, ne avrebbe chiesto la testa. Invece tutto andò come sappiamo: seconda guerra del Golfo, invasione dell’ Irak, costituzione di uno stato fantoccio e lunga guerra civile in Irak. Insomma, cosa fa la differenza tra un criminale di guerra e un vincente? Semplice: vincere la guerra e non perderla. Nel suo caso però (evidentemente qualcuno ha voluto tarparne ambizioni presidenziali) la verità venne fuori inopinatamente presto.

La stampa main stream, nel ricordo deferente alla sua scomparsa di oggi per il Covid, non ha potuto sorvolare sulla clamorosa performance teatrale dello scomparso (Dio abbia comunque pietà della sua anima, e lo dico sinceramente) ma derubricandola a suo “storico intervento all’ ONU”. Altro che: fu proprio una recita, vi ricordate, voi lettori meno giovani, i suoi toni accorati con quella ridicola fialetta in mano, che avrebbe dovuto contenere la prova provata che la Spectre aveva sede a Baghdad e che con alambicchi e reazioni chimiche varie, si apprestava a gasare ed avvelenare mezzo mondo con antrace e altre amenità del genere?

Nel suo lungo discorso, tra l’altro disse: “….. Ho chiesto questa riunione oggi per due motivi: primo, per dimostrare il nostro appoggio alle dichiarazioni fatte dal Dottor Blix e dal Dottor El Baradei. Blix ha detto a questo consiglio il 27 gennaio «l’Iraq sembra non accettare tuttora le richieste di disarmo». El Baradei ha detto che l’Iraq nella dichiarazione presentata il 7 dicembre «non ha fornito nuove e rilevanti informazioni sulle questioni irrisolte dal 1998».
Il mio secondo obbiettivo oggi è di fornire ulteriori informazioni, condividere con voi ciò che gli Stati Uniti sanno sulle armi di distruzione di massa dell’Iraq così come il suo coinvolgimento con il terrorismo, un altro oggetto della risoluzione 1441 e altre precedenti risoluzioni.
Non posso dirvi tutto ciò che sappiamo. Ma posso dirvi, che l’insieme delle cose venute alla luce nel corso degli anni è molto preoccupante. Quello che vedrete qui è l’insieme di fatti e comportamenti preoccupanti. La realtà della condotta dell’Iraq dimostra che Saddam Hussein e il suo regime non hanno fatto alcuno sforzo per disarmarsi così come richiesto dalla comunità internazionale.
Inoltre, i fatti e i comportamenti dimostrano come Saddam Hussein e il suo regime nascondano i loro tentativi di produrre più armi di distruzione di massa
…………”.

Non furono oggettivamente, tutte menzogne: ma di sicuro, sulla storia delle armi di distruzione di massa e sui rapporti di ispettori chiaramente tenuti a dipingere a fosche tinte e con caratteristiche non convenzionali il residuo apparato militare iracheno, buttò tutta l’autorevolezza (almeno per i suoi alleati) dell’amministrazione di Bush junior sul piatto della bilancia. In ciò spalleggiato da un Tony Blair, più che primo ministro di Sua Maestà britannica, cagnolino inglese nel giardino della Casa Bianca.

Colin Powel ha provocato col suo personale operato un numero di centinaia di migliaia di morti, in piccola parte anche di ragazzi americani, mai del tutto esattamente quantificati (anche perché è dalle due campagne irachene, che la stampa ha solo il ruolo di motivare e plasmare l’opinione interna).

Eppure, con la sua scomparsa di oggi, a ben leggere e interpretare, Colin Powel fa un cattivo servizio al mondialismo di cui fu uomo di fiducia: o almeno non lo fa la sua famiglia nel comunicato annunciante il proprio lutto. Il generale Colin L. Powell, ex segretario di Stato degli Stati Uniti e capo degli stati maggiori riuniti, è morto a causa di complicazioni da Covid-19. Era completamente vaccinato. Vogliamo ringraziare il personale medico per il loro trattamento premuroso.”    

“Era completamente vaccinato”: come se si fosse pensato che morire di Covid sia solo roba da stupidi no vax, e non tradendo una punta di incredulità.

A. Martino

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