STRATEGIA DELLA TENSIONE, UN CLASSICO DELLA POLITICA ITALIANA, OGGI SERVITO ANCHE IN SALSA FRANCESE

Giulio Andreotti soleva spesso fare sua una frase di Papa PIO XI che, pressappoco, recitava così: << A pensar male degli altri si fa peccato ma spesso ci si indovina! >>. Ebbene, pur non essendo mai stato democristiano, ma di sicuro, essendo 100%italiano ed avendo quindi nel mio DNA l’esperienza ormai passata delle stragi eversive avvenute durante i cosiddetti anni di piombo, faccio mie, in toto, queste parole ed attraverso di esse, ahimè, leggo e giudico il mondo, ivi compreso ciò che è accaduto alle ore 20:00, dell’11 dicembre scorso a Strasburgo, dove – un 29 enne di origini straniere, ma nato in Francia e successivamente “radicalizzato” – Cherif Chekatt, ha falciato con un mitra diverse persone presenti nel Mercatino di Natale del capoluogo alsaziano uccidendone ben 3 e ferendone altre 16 di cui 2 si trovano, attualmente, tra la vita e la morte.

Ora, se una simile disgrazia viene giudicata da tutti gli osservatori come l’ennesima dimostrazione della pericolosità del terrorismo manifestatosi per le più disparate motivazioni, tutte comunque riconducibili ad uno squilibrato rapporto tra mondo mediorientale e mondo “occidentale”, io non sono dello stesso avviso.

Ciò che è accaduto infatti, secondo me, rientra in un disegno geopolitico molto più ampio e qui di seguito vado ad elencare i momenti critici e le dichiarazioni ad esse collegate:

·        Dal 17 novembre 2018 la Francia è sconquassata dal movimento di protesta dei Gilet Gialli. Tale protesta, nata con la scusa del rincaro del carburante in realtà mira ad una totale contestazione delle politiche economiche sia della Presidenza Macron che dell’Unione Europea. I contestatori, in definitiva – guidati sia dall’estrema sinistra che dall’estrema destra – chiedono a gran voce le dimissioni di Emmanuel Macron;

·        La fase più dura della protesta si è avuta  sabato 8 dicembre 2018 con ben 136 mila manifestanti scesi in strada. L’Eliseo in tale occasione ha schierato ben 90 mila agenti della Polizia Nazionale supportati da 12 autoblindo. Le autorità, nella stessa giornata, hanno arrestato circa 1720 Gilet Gialli, di cui più di 1000 nella sola Parigi, tra questi più dell’80% erano giovani;

·        Notevoli sono state le violenze compiute dalle forze dell’ordine francesi nei confronti della popolazione civile che, in più di una occasione, sono state anche filmate da operatori del settore. Nello specifico gli agenti della Gendarmerie hanno tentato di reprimere i manifestanti sparando proiettili di gomma ad altezza d’uomo. A seguito della diffusione di queste immagini notevole è stato lo sdegno nel mondo civilizzato;

·        Il giorno successivo, Il ministro degli esteri transalpino, Jean-Yves Le Drian ha dichiarato che il Segretariato Generale per la Difesa e la Sicurezza Nazionale sta indagando sul presunto coinvolgimento della Russia nelle proteste dei Gilet Gialli: in buona sostanza Macron, non sapendo più a che Santo votarsi, ha tentato di dare la colpa alla Russia di Putin;

·        Due giorni dopo la grande protesta, il 10 dicembre, Macron è messo all’angolo e tiene un discorso alla Nazione a rete unificate per circa 15 minuti. Alle ore 20:00 prende la parola e per sommi capi dice quanto segue: << Saremo intransigenti con la violenza che non può essere tollerata … Questa indignazione è condivisa da molti francesi. Abbiamo risposto all’aumento della tassa sul carburante, ma servono misure (più) profonde. La collera è giusta, in un certo senso … (e) … mi rendo conto di aver fatto male ad alcuni francesi con le mie dichiarazioni… Non possiamo restare divisi … aumenterò (pertanto lo) stipendio minimo ai francesi e gli straordinari saranno esenti dalla tasse,inoltre già nel 2019 chiederò alle imprese di dare bonus che saranno detassati ai lavori … Ce la faremo. Vive la France. Vive la Republique >>;

·        Esattamente 24 ore dopo, cioè alle ore 20:00 dell’11 dicembre, un giovane francese “radicalizzato”, già conosciuto dalle forze dell’ordine per reati minori, con delle sventagliate di mitra getta nel panico la città di frontiera che ospita la Sede Centrale del Consiglio d’Europa, Strasburgo. Alla fine di quest’efferato atto si conteranno diversi morti e feriti.

·        A seguito di questa strage l’opinione pubblica si è da subito chiesta come sia stato possibile che un’individuo già noto alla polizia abbia potuto compiere, indisturbato, tutto questo disastro. La versione ufficiale della Gendarmerie è che, in quest’ultimo mese, è stata sviata dal proprio operato a causa dei Gilet Gialli in quanto, questi ultimi, con le loro proteste, hanno quasi del tutto monopolizzato l’attenzione dell’intelligence;

·        Antonio Tajani,Presidente del Parlamento Europeo, a seguito di questo vile atto ha subito commentato: <<Questo Parlamento non si fa intimidire da attentati terroristici o criminali, andiamo avanti! Continuiamo a lavorare e reagiamo con la forza della libertà e della democrazia contro la violenza terroristica >>.

Ora mettendo insieme tutti questi eventi e dichiarazioni e leggendole attraverso l’ottica del nostro metodo di valutazione poc’anzi citato, mi pare alquanto scontato che la protesta dei Gilet Gialli, obtorto collo, dovrà necessariamente fermarsi almeno per un mese, perché? Perché se continuasse, con molta probabilità, i mass media ed il Governo, li accuserebbero di sciacallaggio, di fomentare l’odio, di fiancheggiare il terrorismo, e magari il popolo, sotto la spinta emotiva per la strage di Strasburgo, potrebbe pure distaccarsi dal movimento. Insomma, Macron e l’Europa, nemici dei Gilet Gialli e per questo, principali obbiettivi della loro protesta, da questa disgrazia avrebbero solo da guadagnarne.

Per noi italiani questo è un film già visto, si chiamava strategia della tensione e lo si è attuata cinquant’anni fa con i risultati che ben conosciamo: contenimento a sinistra del PCI ed a destra del MSI. Con questo non voglio assolutamente dire che a compiere la strage siano stati i servizi segreti francesi, ma molto più semplicemente, come già è avvenuto da noi, che questi ultimi abbiano lasciato fare chi era in grado di compiere simili atti al solo scopo di condizionare, poi, l’opinione pubblica. Tanto, quando Cherif Chekatt avrà finito il proprio compito e non sarà più utile, di sicuro verrà arrestato e non mi stupirei neanche se, in quella occasione, trovasse la morte, come da manuale d’altronde.

Che fare dunque? Bisogna lasciare morire il movimento dei Gilet Gialli in quel cul de sac  in cui sono stati infilati? No di certo! Per non far sopire la lotta l’unica cosa che possiamo fare per i nostri cugini d’oltralpe è semplicemente quello di informare! Informare!Ed ancora informare!

Con il nostro background, infatti, noi italiani, almeno in questo, siamo davvero all’avanguardia nel mondo.

 Lorenzo Valloreja

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