BILANCIO DEI PRIMI CINQUECENTO GIORNI DI REGIME SANITARIO. DOVE CI VOGLIONO PORTARE?

Cerchiamo di delineare lo “stato dell’arte” della dittatura sanitaria in Italia. Senza inutili polemiche (ce ne sono ancora abbastanza), ma con spirito storico (nel senso dell’osservazione dei fatti, che ovviamente per noi è sciolta da qualunque scrupolo di obbedienza a verità di sistema). Quello che manca di questi tempi non è né la recriminazione né l’apologia, ma il saper interpretare.

Hanno una forza: l’essere riusciti a imporre quello che vogliono, quando vogliono. Senza escludere che possano rifarlo. Ad esempio: il famoso “coprifuoco” (chiara misura di guerra senza una guerra). Imposto dallo scorso autunno fino alla primavera scorsa, è stato tolto in fondo solo per “buon cuore”, potrebbe anche tornare, perché no? Il parlamento, decreti vari da ratificare ecc? Ma che problema c’è: il parlamento non dice mai di no. Ed è tutto costituzionale, tutto firmato, controfirmato e vagliato fino alla suprema istanza da fior di consiglieri da ottomila o diecimila euro al mese  

Hanno una debolezza: sulla “infame tessera verde” (per dirla con Diego Fusaro) sacche di resistenza vi sono, e sono motivate non dall’ obiezione al vaccino checché ne dicano i talebani ideologico-propagandisti del main stream e della “salute prima di tutto”, ma dall’ uso della suddetta per costringere a vaccinarsi. Saranno pure sacche, ma di qualità ed entro il perimetro della sinistra persino radical chic (vedi Freccero); bruciano alquanto al draghismo e con una caldeggiata raccolta di firme referendaria potrebbero andare a una conta pericolosa. Se queste sacche di resistenza umana, libertaria e antropologica oltre che politico-giuridica, son rose, fioriranno. Ma in una situazione come questa nessuno può dirlo; navighiamo tremendamente a vista. O piuttosto, ci aggiriamo in un ambiente totalmente oscuro infestato da demoni i cui progetti, che pur vogliamo contrastare, ignoriamo.

Una immagine troppo cupa e orrorifica? Come vedremo, secondo me no.  

Ma torniamo alla gestione italica della “dittatura sanitaria globalista” per noi, “gestione dell’ emergenza” per gli altri.

Abbiamo assodato che la nulla resistenza ai famigerati DPCM del Gran Leguleio da Volturara Appula ha creato un pericolosissimo precedente di acquiescenza ad ogni forzatura legale, purché all’ insegna del “la salute prima di tutto”. Sembra il motto rassicurante e consolatorio dei nostri nonni dinanzi agli infortuni scolastici e sentimentali, vero?

Mi porrei quindi due domande (facili e logiche, ma alquanto agghiaccianti).

Fino a quando tutto ciò?

A cosa veramente mirano?

La risposta alla prima domanda è: secondo i loro piani, tutto ciò è solo finalmente, l’inizio di un Nuovo Ordine ma stavolta sul serio e senza pause o incidenti di percorso. O si fa sì che invertano la rotta, o, mi dispiace tanto, mettetevi l’anima in pace e bevetevi se volete le rassicurazioni salviniane e i contentini delle sale cinematografiche o dei ristoranti al chiuso. Ma già avete dimenticato la loro minaccia già nelle prime ore dell’inizio dello stato di emergenza a marzo 2020: “nulla sarà come prima”? Non sono io, non siamo noi i “complottisti”: casomai lo sono loro per esplicita, precipitosa ammissione.

Insomma, tutto ciò non finirà con il 2021 e il termine ultimo dello stato di emergenza. Si inventeranno o una nuova proroga, o forzeranno ulteriormente la mano, tanto istituzionalmente parlando è come affondare il coltello nel burro (“la salute prima di tutto”, no?). Ci sono in ballo miliardi e miliardi di euro tra case farmaceutiche, prestiti-cappio dell’Unione europea e via dicendo. Ma come potete credere che un giorno qualcuno dalla televisione vi dica che di COVID non muore più nessuno, e che il tunnel è alle spalle? Ma come potete credere che tra un anno per andare in una palestra, o per prendere un aereo, non ci vorrà più un lasciapassare?  

Ma dai, ma ci sono le varianti, ma c’è chissà che altra pandemia in agguato… e nel cassetto. E poi, come rinunciare alle mascherine, ad evitare gli “assembramenti”. Quante malattie si evitano così, mica solo questa pandemia. L’ essere umano ormai non è il “prossimo”, è solo una montagna di germi da evitare. Giuseppe Conte è probabilmente venuto al mondo, assieme ad altri suoi ex colleghi governativi, con questo destino di fabbro del transumanesimo germofobico: una specie di piccolo Anticristo usa e getta (e credo inconsapevole, per carità) da quattro soldi, tecnicamente parlando (forse, il cattomassonico cardinale suo mentore, in materia ne sapeva molto).

Dato che questa gente è assolutamente lontana da qualunque visione spirituale e sanamente culturale, e che pure i loro capisaldi ideologici sono volti sempre a un tornaconto ben tangibile (omosessualismo, europeismo, ecc.), mi sembra chiaro e da logica facile facile che mirino al controllo totale delle transazioni finanziarie, e della ricchezza personale e societaria, attraverso due strumenti ben precisi e complementari. Ovvero, la digitalizzazione totale e l’abolizione della moneta contante se non proprio del denaro, su cui più volte ci siamo soffermati. Anche questa volta, non vi è complottismo ma semplice interpretazione dell’ ansia del duo Gualtieri & Conte nella “lotta al contante” attraverso persino  “cashback di stato” e “lotteria degli scontrini”, ideati proprio nel peggior momento dell’ ondata dei contagi con la ridicola scusa iniziale del virus sui soldi in circolazione. Lo stato, pur di indurre all’ utilizzo della moneta elettronica, si è autotassato a favore del consumatore utilizzante carte di pagamento invece che spendere per la sanità pubblica: possibile che questo povero contante sia responsabile di ogni male?

D’altronde, anche la “green economy” tanto tempestivamente lanciata dal vertice eurocratico, non ha un effettivo nesso con la reale emergenza sanitaria se non quello del saldarsi al dissesto economico e produttivo provocato dall’ ineffabile “distanziamento” e sprangamento delle imprese territoriali imposto dal Gran Leguleio. Il complessivo Grande Reset non è altro che in fondo questo: un immenso “spaventa e colpisci”, in cui l’irruzione della pandemia è come lo sparo iniziale alle gare atletiche di corsa.

Attenzione. Non è una moda finanziaria, o una “comodità” conveniente a tanti: anche questo, è transumanesimo. Il contante, come l’oro o gli altri preziosi (lo ripetiamo alla noia) è dannatamente incontrollabile se non con provvedimenti drastici che non lascerebbero indifferenti anche le fasce più docili e lobotomizzate della popolazione; vaglielo a dire, al pensionato o alla casalinga che fanno la loro spesetta alimentare quotidiana, che da oggi banconote e monete non hanno più valore! Bisogna gradualmente non stampare più banconote o coniare spiccioli, fino a dotarci esclusivamente di “cards”. A questo punto, scatterà l’operazione “carta universale”: su questa si accrediteranno stipendi, pensioni, fatture anche tra aziende; si addebiterà il caffè al bar o il pranzo al ristorante. Ma su questo “green pass per vivere” saranno addebitate anche multe, e contabilizzati punti in dare e in avere, a seconda del merito o demerito “civico” (Cina docet). Grazie ad esso si potrà affamare o comunque tenere al guinzaglio un “negazionista”, un “omofobo”, forse pure i “precedenti di polizia” conteranno.

E alla fine, ci siamo: microchip sottocutaneo superante la “carta unica” o “universale”. Per gli apocalittici e per i cristiani integrali, nientemeno che il Marchio della Bestia (Apocalisse 13). Ma sul microchip sottocutaneo presto torneremo.

A. Martino       

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