CON LA SCUOLA SIAMO ALLO STESSO PUNTO DI UN ANNO FA, O PEGGIO. LA SCUOLA PUBBLICA E’ UNA PALLA AL PIEDE PER IL GRANDE RESET.
Un anno fa iniziarono ad andare in quarantena diverse classi di scuole di “ogni ordine grado” a macchia di leopardo prima, e d’olio poi. Si sa come finì, no? DAD ovvero didattica a distanza ovvero scuola on line. Vuoi vedere che adesso pure, finirà così?
Stanno però allestendo postazioni vaccinali itineranti nelle scuole, persino medie inferiori. Qual’ è la logica? Quella per cui molti genitori, che magari si sono sacrificati sulla loro pelle vaccinandosi per non perdere il posto di lavoro, stentano a “mollare” i propri figli? E quindi, vanno essi nelle scuole? Certo, occorre sempre l’autorizzazione dei genitori sperando che questi siano d’accordo tra di loro. Ma se si arriverà alla DAD, la colpa sarà dei genitori “no vax” che non autorizzano la vaccinazione dei figli. Come arma di ricatto è senz’altro meno devastante della perdita del lavoro o dello stipendio, ma politicamente è sempre spendibile.
I vari “esperti” dell’epoca del ministro Lucia Azzolina, secondo me, una cautela sensata l’avevano pensata: i banchi distanziati e circondati da plexiglas (peraltro già usati in Cina, nulla di originale). Mai visti : hanno preferito buttare non so quanti milioni di euro in banchi a rotelle mai utilizzati se non per qualche giorno in alcuni istituti. Dove saranno finiti? Chissà: forse a proposito vige il segreto di stato. Il ministro Bianchi, a riguardo dei suddetti banchetti da autoscontro, ha più volte risposto che è roba “del passato”.
Ah, dimenticavo: gli “esperti” hanno prescritto le finestre delle aule aperte durante le lezioni. Una vera genialata, intuita già all’ epoca della famigerata peste antoniniana che martoriò l’ impero romano di allora.
Pandemia a parte, non si contano le scuole in cerca di ospitalità presso altre strutture (solitamente a carissimo prezzo) date constatate inagibilità: a Pescara, ad esempio, vogliono persino demolire un liceo per ricostruirlo di sana pianta. Un affarone d’oro per i “soliti noti”, e lo spezzettamento “temporaneo” dello stesso in aule presso cinque diverse strutture più gli uffici amministrativi a loro volta pellegrini.
Va in giro il presidente del CONI Malagò? Può capitare che un sindaco (gli mancava solo la fascia tricolore) lo porti a visitare non una scuola pubblica, ma una privata magnificandone e pubblicizzandone l’indirizzo di liceo sportivo.
La verità è che della scuola (pubblica) a lor signori non importa assolutamente nulla. E’ una palla al piede, che va semplicemente privatizzata. Induce (specie come indirizzi più o meno umanistici) a pensare troppo, discutere, a non bere tutto subito e facilmente. Crea in milioni di ragazzi e ragazze aspettative di professionalità e giusta retribuzione, poi regolarmente disattese all’ insegna della “flessibilità”.
Eppure, passando dinanzi alle scuole in cui imparai a pensare, leggere, scrivere, tradurre, calcolare, una gratitudine mi prende fin quasi alla commozione. Cosa sarà senza di loro?
A. Martino
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