ENRICO LETTA E MATTEO SALVINI DUO COMICO DEL GOVERNO DRAGHI. MA IL COSIDDETTO CAPITANO FA RIDERE PIU’ DI LETTA.
Dopo gli americani Stanlio e Ollio, e i nostri altrettanto mitici Franco e Ciccio passando per Gianni e Pinotto e approdando a Cochi e Renato, ecco una nuova coppia comica: Enrico e Matteo. Vale a dire, Enrico Letta e Matteo Salvini.
Però, mentre tutti gli altri volevano far ridere e chi più o chi meno, ci riusciva, Enrico & Matteo non hanno questa intenzione; anzi vorrebbero apparire quali pensosi e battaglieri statisti.
Enrico Letta si trova sulla poltrona al vertice dell’ex partito comunista perché lì “c’ era un posto” ulteriore per una famiglia di potere di radici abruzzesi unica in Italia per le tentacolari aderenze al potere in tutte le sue forme e coloriture politiche: primordi nel Ventennio, direzione di un giornale romano ora decaduto e un tempo sfogatoio della Destra ghettizzata e infine alto consigliere del Cavaliere negli anni ruggenti del berlusconismo per zio Gianni. E ora, il “ragazzo bravissimo” Enrico specialista di politicamente corretto, ex capo del governo dell’ “ Enrico stai sereno” (qua sì ha fatto ridere), pagatissimo professionista mondialista in Francia, ora con questa rottura di scatole del PD (anche se adesso gli frutterà una bella poltrona in parlamento). Un giorno sì e l’altro no, si sveglia, fa la sua brava dichiarazione a favore di qualunque restrizione per la vita degli italiani passi per la mente della dittatura sanitaria, e alza il dito contro Matteo Salvini: “ Se si sta nel governo queste cose non si dicono. Siamo in emergenza e queste cose non si fanno. Abbiamo fiducia nella Scienza e aspettiamo cosa diranno gli esperti. In parlamento bisogna fare quello che dice Draghi, vergogna ai leghisti sovversivi. Fuori dalle balle e dal governo chi non crede nei vaccini”.
Diciamo quindi che Enrico, almeno dal nostro punto di vista, non fa ridere molto ma irrita piuttosto. Il meglio della comicità, renziano“stai sereno” a parte, lo ha dato quando dava da bere che senza l’approvazione del DDL Zan, se possibile entro e non oltre l’ alba del giorno successivo, gli emuli di SS e Camicie nere avrebbero scatenato la strage del “diverso”; per poi dimenticarsene come di un testo semplicemente cancellato in Word, per evidenti ordini superiori.
Chi sta invece seriamente facendo ridere da tempo (scusate il paradosso) è il Capitano Matteo Salvini che con questo governo mi pare ridotto al massimo a sottotenente “di complemento” (come si diceva ai tempi del servizio di leva che infatti egli vorrebbe ripristinare). “I nostri figli non si toccano. No a discriminazioni nelle scuole. Basta con gli obblighi e i divieti: libertà! Voteremo contro il green pass. No all’ obbligo vaccinale. Siamo al fianco di chi vuole solo lavorare”.
Insomma, il Capitano-sottotenente si conferma maestro di slogan comprensivi dell’umanità in tutte le sue sfaccettature (questo glielo riconobbe ironicamente persino Corrado Augias), la speranza di ogni non sottomesso “moderato” tanto quella è l’ ultima a morire, la voce del Popolo nel governo dell’ uomo di Goldman & Sachs e del panfilo Britannia, ma poi…fa quello che gli dicono di fare, accetta quello che gli dicono di accettare. Sembra una continua citazione di Villaggio-Fantozzi che, dopo ogni levata di testa da rivolta di Spartaco, si ritrova sempre più umiliato e frustrato di prima. Pur continuando a illudere i suoi sulla “vittoria finale”, e a nascondere la realtà del suo collaborazionismo politico in un gioco delle parti davvero degno della migliore “commedia all’ italiana”.
La conferma ulteriore, e forse definitiva, ci viene dal ritiro leghista dei propri emendamenti al Decreto green pass alla Camera dei deputati. Ottimo per Mario Draghi: fiducia non più necessaria, e scomparsa di un emendamento insidioso per la dittatura sanitaria quanto caro alle famiglie con genitori disposti a arrischiare la propria vita per sbarcare il lunario, ma chiedenti di non toccare i propri figli; ovvero l’ elevazione dell’ età minima da “lasciapassare vaccinale” da dodici a diciotto anni.
Dal Capitano-sottotenente aspettiamoci comunque, ancora qualche slogan-supplica sulla gratuità dei tamponi: almeno per quelli anali…
A. Martino
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