ALLA FINE L’ UOMO DEL COLLE SBOTTO’: BASTA CON LE CHIACCHIERE SULLA LIBERTA’, VACCINATEVI E ZITTI!
Viva la sincerità, almeno. Ringrazio la massima carica repubblicana per le parole indubbiamente chiare ed inequivocabili.
Dopotutto, anche il condannato a morte ha il diritto di sapere come morirà (anche se non quando, come negli USA).
«Non si invochi la libertà per sottrarsi dalla vaccinazione, perché quella invocazione equivale alla richiesta di licenza di mettere a rischio la salute altrui e in qualche caso di mettere in pericolo la vita altrui». Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, rompe gli indugi sul vaccino e dalla campana sulla cappella del Quirinale si ode non l’antico richiamo alla Messa o alla preghiera, ma un leggerissimo (per ora) tintinnare di manette che si spande dal Monte Bianco all’ Etna
Insomma, basta con le chiacchiere sulla “libertà” e sui “nostri figli”. Si obbedisca, c.zo! Per il capo dello Stato, chi pretende di non farlo, «con l’eccezione di chi non può per salute, e di svolgere una vita normale frequentando luoghi di lavoro o svago, costringe tutti gli altri a limitare la propria libertà». All’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Pavia svoltasi domenica scorsa, Mattarella è intervenuto sul tema della salute come bene pubblico sottolineando il dovere «morale e civico della vaccinazione».
D’ altronde, l’equazione “sono libero ergo sono un potenziale assassino” è un refrain del “magistero” di filosofia dello stato di Mattarella. Filosofia dello stato, sperando che dirlo non sia lesa maestà, alquanto originale e discutibile. Quando il Gran Leguleio da Volturara Appula ci rinchiuse tutti in casa, dal Colle la canzoncina fu questa: la tua libertà finisce dinanzi alla salute, anzi alla vita altrui.
Pretendi solo di lavorare? La tua libertà finisce dinanzi alla salute, anzi alla vita altrui.
Ma la Costituzione, ma i diritti umani che ci hanno sempre raccontato, ma le regole di diritto pubblico? La tua libertà finisce dinanzi alla salute, anzi alla vita altrui.
Peccato che questo non valga per il nascituro, che non ha alcun diritto alla vita stessa, e la cui nascita è condizionata, in buona sostanza, all’ OK materno.
E non vedo neanche il nesso tra l’obbligo vaccinale più o meno morale (ormai di imminente costrizione) e il “lasciapassare verde”. Non dicono che anche il vaccinato può contagiare ed essere contagiato? E poi, anzi soprattutto: questo lasciapassare accompagnerà la vita nostra, e quella dei nostri figli? O ciò sarà fino a quando vi sarà anche un solo contagiato? O riapparirà, ormai pilastro del Sistema, alla prossima epidemia reale o anche solo temuta?
Ma a parte tutto quanto sopra, il ragionamento del main stream di cui le famose “istituzioni”, in Italia e fuori, sono troppo spesso mero megafono, è da far accapponare la pelle . Infatti, ci si sbilancia così per il marketing di un siero tuttora formalmente provvisorio o sperimentale fate voi, senza nemmeno ancora la definitiva autorizzazione EMA; si ventila implicitamente la sottrazione della potestà genitoriale; si crea una categoria di untori, che anche qualora si sottoponessero, subito, alla inoculazione potrebbero essere ritenuti colpevoli, semplicemente, di non averlo fatto prima. E si ottiene un capro espiatorio, anche per il futuro, riguardo alla non risoluzione della pandemia probabilmente dovuta alla scelta di vaccinare mentre il contagio corre, e così sprigiona le dannate varianti. Verrebbe da pensare che prima della salute vi sia qualcosa di ancora superiore: il marketing (di e per Big Pharma), forse?
Antifascismo (ammuffito ma sempre buon contenitore per eventuali aggiornamenti e utili riletture). Omosessualismo e dintorni. NATO e Unione europea. E ora, anche Salute e Fiducia nella Scienza. E’ proprio e davvero un nuovo regime in fase avanzata di edificazione, con un Uomo Nuovo che non è quello che vorremmo. E che merita quanto meno l’astensione dal voto, laddove non vi siano volti decentemente liberi, non omologati, non disobbedienti, non collaboratori.
E questo nuovo regime è vergognosamente benedetto dal vertice della Chiesa (post)cattolica.
A. Martino
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