UNARMA, ASSOCIAZIONE SINDACALE CARABINIERI, E’ FORSE CONTRO IL GOVERNO?
“Diffida e messa in mora a non procedere alle limitazioni di cui al D.L. n.105 del 6/08/2021 nei confronti delle mense sui posti di lavoro per grave Violazione del principio di legalità (articolo 11 delle disposizioni sulla legge in generale): trattamento illegittimo di dati personali e sensibili – Violazione dell’art. 16 e 32 Cost e dell’art. 2 della Cost. – Violazione dell’art. 15 CEDU con riferimento alla risoluzione n. 2361 (2021) del Consiglio d’Europa – Violazione della risoluzione n. 953 (2021) del Parlamento Europeo – Diffida ad eliminare ogni limitazione alla libertà personale.”
Questo è l’oggetto del lungo Comunicato Stampa che il sindacato dell’Arma dei Carabinieri ha emesso in data 21 Agosto.
Un comunicato che va in direzione opposta a quanto asserisce il Governo e rafforzato dal Ministero degli Interni e che sta suscitando forti reazioni da parte di tutti, sindacati e cittadini, ma anche delle Forze dell’Ordine.
Il comunicato che in formato originale consta di ben 12 pagine, dettagliando in tutta la sua interezza ogni punto contestato, conclude: “le Autorità in epigrafe indicate, per quanto di competenza: 1) A non dare esecuzione al contenuto precettivo delle circolari emenate sulla scorta delle “indicazioni del Ministero della salute” diramate a mezzo del sito istituzionale, ovvero a mezzo delle usuali Faq News, in quanto le conseguenti imposizioni si presentano prive di qualsivoglia copertura legale a causa dell’impossibilità di estendere in maniera interpretativa le previzioni dell’art. 3 del citato decreto legge, che in ogni caso presenta delle evidenti violazioni dei Principi Costituzionali e della Comunità Europea, stante il diritto del singolo lavoratore di scegliere liberamente se vaccinarsi o meno, al predetto del decreto, senza che ciò comporti la violazione della privacy in materia di trattamento dei dati sanitari sul luogo di lavoro, disapplicando e/o annullando le conseguenti circolari emesse o che nel frattempo sono state adottate e dovessero essere adottate in tal senso; 2) A provvedere con immediatezza a non richiedere presso le mense di servizio l’esibizione delle certificazioni verdi, sulla scorta delle illegittime ed arbitrarie circolari emesse; 3) A risarcire l’istante per tutti i danni patrimoniali patiendi a causa della grave discriminazione subita sul luogo di lavoro. Si invita altresì il Garante della Privacy a contestare l’utilizzo e il trattamento dei dati personali e sensibili in contrasto con la normativa sulla privacy e con il regolamento GDPR, violazione dell’art. 36, par. 4, e D.L. del 22 aprile 2021, 52, adottato senza che il Garante sia stato consultato e della nota prot. 7742 del 6 maggio 2021non recepita dell’art. 3 comma 4, del dl n. 105/2021“.
Si sottopone, infine, “all’esame dell’Ecc.mo Segretario Generale del Consiglio d’Europa la situazione sopra descritta, affinché Ella – accertata la violazione degli articoli 2, 5, 6, 8, 9, 10, 11, 2 Prot.4, 1 Prot. 1, 2 Prot. 1 della CEDU a causa dell’inapplicabilità dell’art. 15 CEDU – voglia assumere le iniziative ritenute opportune nei confronti dello Stato Italiano, ed informi gli altri Stati contraenti della presente denuncia di mancato rispetto dell’art. 15 CEDU e delle norme della Convenzione“
Un comunicato che mette le mani avanti e lascia intendere sempre più la gravissima deriva intrapresa da questo Governo contro il popolo Italiano.
Una presa di distanza che deve far riflettere immediatamente questo governo, tra l’altro privo completamente di ogni opposizione, come mai si è visto.
Ancor di più è da rilevare uno scarsissimo interesse suscitato presso quegli organi di comunicazione di massa, che sembrano sostenere unilateralmente il governo, privando spesso la popolazione, di importanti informazioni.
Informazioni fornite spesso dai Social che stanno sempre più sopperendo alle lacune dei cosiddetti organi ufficiali.
Compito difficile, visto anche il proliferare di fake, spesso sapientemente costruite da chi non vuole dare “notizie” scomode, creando così un danno all’informazione.
Ettore Lembo
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