SE QUESTO E’ UN MINISTRO DEGLI ESTERI …: DI MAIO AL MARE MENTRE IL COSIDDETTO OCCIDENTE VIVE UNA DELLE SUE PIU’ GRNDI UMILIAZIONI.

Di Maio al mare con l’ex ministro Boccia e il presidente della Regione Puglia, sulla splendida spiaggia di Porto Cesareo. Un italiano come tanti, in un torrido ex giorno dell’Assunta (oggi Ferragosto). Inevitabile cornice di bei fondoschiena femminili, e di lecchini. Che c’è di strano, o di male?

Due o tre scatti divenuti virali, e branditi contro la (ben a ragione) presunta, diciamo così, casualità del posizionamento delle terga del giovane capo della diplomazia italica sulla più importante poltrona della Farnesina. Polemiche e attacchi a iosa contro colui che il mentore Beppe Grillo ha definito “ il più grande ministro degli esteri da sempre”.

In effetti, mentre l’ex assistente al pubblico dello stadio San Paolo di Napoli si rilassava al mare formando un bel circoletto giallorosso in costume semiadamitico, l’Italia, col suo padrone a stelle e strisce e assieme agli altri vassalli dell’impero euroatlantista, viveva le ore più convulse dello showdown degli italiani ancora impegnati in Afghanistan, e dei collaboratori/collaborazionisti a loro legati, che disperatamente, forse tuttora, tentano di riparare in Italia. La nostra ambasciata abbandonata è forse già visitata da qualche talebano curiosante, e il materiale segreto è stato incenerito o ridotto in striscioline dalle apposite macchinette.  

Il deputato di Italia viva (renziani) che ha prontamente rilanciato e condiviso una di queste foto, crede di fare ironia pur sempre a sfondo istituzionale, commentando che è meglio che Di Maio stia al mare, così si  occupa della delicata questione il sempre vincente Super Mario.

Non vedo invece cosa cambi, anche con Di Maio non al mare: entrambi sono solo dei procuratori e fiduciari di NATO, Unione europea e Stati Uniti d’ America. A recepire e protocollare la decisione della NATO circa il ritiro dall’ Afghanistan fu Di Maio, ma avrebbe potuto essere chiunque. E non si vede cosa Mario Draghi dovrebbe decidere per modificare il destino della gente suddetta.

Siamo tutti utili e nessuno indispensabile: particolarmente un ministro, o primo ministro di una repubblica vassalla del cosiddetto Occidente.

A trovare un posto di lavoro per i collaboratori/collaborazionisti afghani ci penserà la partitocrazia della seconda o terza o quarta repubblica fate voi, o qualche ONG; o la Caritas o il mondo del cooperativismo cattocomunista, neanche qui servono Di Maio o Draghi. Tanto, ad accogliere, gli italiani ormai sono ben avvezzi.

A. Martino    

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