MARCELL JACOBS E MARCELLO TAMBERI SCRIVONO CON INCHIOSTRO TRICOLORE LA STORIA DELLO SPORT

Grandi, epici Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi.

Hanno scritto la storia dello sport italiano e non solo, conquistando due ori pesantissimi: altro che tiro al piattello o beach volley, verso cui ho pieno rispetto sportivo, ma che forse non richiamano molto alle più ancestrali tradizioni olimpiche o al puro sforzo fisico. 100 metri e salto in alto: due discipline anzi, nelle quali solitamente e da tantissimo tempo, come per il pugilato pesi massimi, sembra che alla “razza caucasica” (per usare la terminologia della polizia statunitense) sia precluso arrivare ai massimi livelli.

Ebbene, ce l’hanno fatta. Ce l’ha fatta un ragazzone muscoloso come Conan il barbaro (fisicità per nulla agevolante nella sua specialità). Padre texano e madre veneta, anche se l’inglese lo mastica così poco da confidare di affidarsi a Google traduttore. Come del sacro idioma che dovrebbe essere precondizione di qualunque successo, non ha avuto bisogno di riscaldamento. Per rimanere alle analogie cinematografiche con Schwarzenegger, altro che “Momenti di gloria”: questo è Terminator.

E Gianmarco Tamberi è un ostinatissimo ragazzo marchigiano che si è portato a Tokio fino in gara, come talismano, il gesso che gli impedì di gareggiare a Rio de Janeiro 2016. Teme di non dormire mai più.

Hanno già festeggiato insieme, avvolti nel tricolore e non in una bandiera arcobaleno. Gianmarco ha urlato incredulo e sorridente a Marcell “ma che c. hai fatto?”.

Speriamo che alla premiazione, mi pare di domani, non saranno costretti a inginocchiamenti o sottomissioni del genere.

A. Martino

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