COME UN COLPO DI CANNONE 14PT: “IL GREEN PASS DA STRUMENTO A GARANZIA DEI CITTADINI È DIVENTATO DOCUMENTO DI DISCRIMINAZIONE”

Sono felice per ciò che è accaduto in tantissime piazze italiane il 24 luglio 2021 dove, spontaneamente, centinaia di migliaia di cittadini sono scesi in piazza, pacificamente, per manifestare il loro dissenso al cosiddetto “Green Pass”.

Sono altresì orgoglioso perché il popolo italiano, ancora una volta, sulle questioni decisive, come quella riguardante la “discriminazione” di una parte dello stesso, ha saputo unirsi mettendo insieme: i ragazzi dei centri sociali ed i neo fascisti, le mamme e gli statali, i commercianti ed i pensionati … e, a parte qualche attimo di tensione, tutto ha funzionato alla grande.

Parlo consapevolmente  di “discriminazione” perché, una “Carta Verde”, senza un obbligo vaccinale vero e proprio – che riconosca eventuali danni a chi, non certo per propria colpa, dovesse sfortunatamente ritrovarsi menomato, se non addirittura perdere la vita stessa, in virtù di alcune reazioni avverse che, seppur  fortunatamente dovrebbero manifestarsi solo in un piccolo campione di sottoposti, certamente vi sarebbero – costringerebbe nei fatti il grosso della popolazione ad accollarsi un rischio che non le compete ed emarginerebbe, in subordine, tutti coloro i quali, al contrario, si rifiutassero di farsi carico di questa responsabilità.

Un Green Pass, quello di Draghi, che in definitiva avrebbe solo lo scopo, di fatto, di:

  • Mettere gli italiani gli uni contro gli altri (vaccinati contro non vaccinati);
  • Controllare in maniera indiretta e più pervasiva di quanto non sia stato fatto fino ad oggi, lo spostamento e la libertà dei singoli.

Si badi bene che la cosa più vigliacca ed inquietante è data dal fatto che, un simile strumento sia stato promulgato e lanciato, a 10 giorni esatti dall’inizio del semestre bianco, periodo nel quale, secondo la nostra Costituzione e precisamente in virtù dell’Art. 88, non potranno più essere sciolte le Camere, ergo, SuperMario, con l’estensione dello Stato d’Emergenza fino al 31 dicembre 2021 (fase propedeutica per il prolungamento dello stesso di ulteriori 60 giorni, cioè fino all’elezione dell’ex Presidente della Banca Centrale Europea al Colle più Alto) potrà fare, di DPCM in DPCM, carne di maiale del nostro Paese senza colpo ferire.

Questo è il vero pericolo orwelliano a cui è sottoposta la cosiddetta “democrazia”, non solo in Italia ma in tutto il mondo civilizzato, dove, con la giusta veemenza, la società civile ha saputo rispondere prima e meglio di noi italiani.

Ce lo ha ricordato infatti il nostro buon Antonio Martino nel suo ultimo articolo intitolato “LONDRA HA AVUTO IL SUO FREEDOM DAY. PERCHE’ E’ CADUTA (SI SPERA PER SEMPRE) QUELLA DITTATURA SANITARIA?”, ma ce lo hanno indicato soprattutto le tante manifestazioni dei Gilet Gialli in Francia, così come le proteste montate in Svezia, Australia, Spagna, Stati Uniti e tanti altri Paesi.

Vi è stato dunque un ordine di scuderia da parte dei poteri forti euroatlantisti riguardo il passaporto sanitario, ma, questi ultimi, non hanno fatto i conti con o hanno grossolanamente sottovalutato, la risposta dei liberi cittadini, i quali, se esasperati, si potrebbero trasformare, quasi certamente, da pacifici individui a pericolosi terroristi.

Sia ben chiaro, tale mostruosa profezia non è una mia fantasiosa ricostruzione dei fatti quanto una fondamentale lezione lasciataci dalla storia degli anni di piombo dove ciò che accadde avvenne – non perché una parte della popolazione era di colpo impazzita, quanto – perché le istituzioni politiche decisero di non ascoltare e non dar voce, ad una parte sostanziosa della società.

Lo hanno capito, viceversa, molto bene alcune cancellerie del nord Europa come quelle della Gran Bretagna e della Svezia, le quali, per evitare il rischio di guerra civile a bassa intensità, si sono semplicemente alzate dal tavolo da gioco perché la posta era troppo alta.

Qui da noi, invece, ci si ostina con il muro contro muro come nel caso, ad esempio, della protesta tenutasi nella città di Pescara, dove gli organizzatori di tale evento saranno “ingenuamente ed ingiustamente” denunciati per manifestazione non autorizzata.

Molti di essi, è sempre la Questura del capoluogo adriatico a parlare, sono già noti alla Digos.

In strada, secondo fonti della Polizia, c’erano un migliaio di persone, tutte riprese dalla Scientifica e che quindi, in virtù del materiale video acquisito, potranno essere facilmente identificate.

Per organizzatori e manifestanti, dunque, potrebbero scattare anche sanzioni per essersi assembrati senza indossare la fatidica mascherina, mentre per tutti gli assembramenti selvaggi e senza mascherina, sorti per festeggiare la vittoriosa Nazionale di Calcio nessuno a denunciato nessuno.

Pescara in sintesi, suo malgrado, torna ad essere crocevia e punto di svolta per la storia del nostro Paese, dalla fuga del Re in quel lontano 1943, al “Comizio dei Pieni Poteri” di Salvini nel 2019, alla denuncia (a nostro modo di vedere esagerata) dei manifestanti del 24 luglio 2021.

Infatti, riguardo l’opportunità di questo semplice atto dovuto, compiuto d’innanzi alla flagranza di reato, secondo noi le autorità avrebbero dovuto valutare necessariamente anche il momento storico: ciò che può sembrare un piccolo gesto potrebbe in realtà far scatenare un incendio perché il Paese è oggettivamente spaccato in due e lo sarà sempre di più se la politica non smetterà di essere autoreferenziale ed asservita ai poteri forti.

Molti organi d’informazione asserviti al sistema, di contro, si stupiscono del fatto che alcuni manifestanti appartenenti a Forza Nuova piuttosto che a CasaPound, vogliano dare lezioni di democrazia al Governo e questo perché tali forze si richiamino apertamente e direttamente alla precedete esperienza del ventennio fascista, ma, riguardo questo punto, tali velleità pedagogiche di certa destra non fanno altro che confermare il fatto che la Democrazia, in Italia, è ormai elemento caratterizzante ed imprescindibile, di ogni formazione politica e dunque, il dubbio e la trappola, non si annida né dietro una croce celtica né tantomeno dietro la falce ed il martello, ma, semmai, intorno al nodo scorsoio di una cravatta o a taluni cappucci.

È quindi obbligo, per quei parlamentari seriamente sovranisti, dare man forte a questa parte emarginata del Paese.

Ne va della Democrazia della nostra Patria e soprattutto della pacifica convivenza tra i cittadini.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *