IN ITALIA C’È CHI GIOISCE PER LE RIVOLTE A L’AVANA: STOLTI! LA FINE DEL REGIME DI CUBA NON È CHE IL PREAMBOLO DELLA FINE DELLE NOSTRE LIBERTÀ.

Da qualche settimana a questa parte a Cuba tira una brutta aria: vento di rivolta indotta e non solo auspicata, dagli Stati Uniti e dai propri gregari.

Così capita che, qui in Italia, certa destra, che ama definirsi sovranista, sia soddisfatta per tanto bailamme, non rendendosi invece conto che ad essere in gioco non è l’ultimo regime comunista, ma la libertà di uno dei pochi Stati Sovrani ancora esistenti e dopo di loro, toccherà sempre di più a noi.

Ma, magra consolazione, a non aver capito, o a far finta di non aver capito, non sono solo le forze cosiddette conservatrici ma anche una certa sinistra ben collegata a Washington che non vede l’ora di essere utile al “partito” della Clinton.

Poi, se vogliamo dirla tutta, non è che il Regime di Batista – cioè il legittimo Governo che controllava l’Isola Caraibica prima dell’avvento di Fidel Castro e di Che Guevara – fosse tutta sta libertà.

L’Avana all’epoca, infatti, era solo un enorme casinò con relativo bordello per gli yankee che decidevano di trascorrere qui le proprie vacanze oltre che un grande fornitore di Canna da Zucchero.

Ecco, dunque, a cosa serve, politicamente parlando, la pandemia: a mettere ulteriormente in crisi quei regimi che economicamente non brillano.

Cuba, infatti, vive esclusivamente di turismo e chiaramente dopo 18 mesi ininterrotti di Coronavirus il comparto più martoriato è quello vacanziero e del intrattenimento.

Ergo, a  L’Avana, manca di tutto: dal cibo ai medicinali, dal carburante alla corrente elettrica.

Certo, che la sanità cubana sia il fiore all’occhiello della grande isola caraibica è fuori discussione ma ciò non l’ha protetta, ad esempio, dal fatto di essere ancora oggi sotto embargo statunitense.

Se poi a questo sommiamo il mancato introito di valuta pregiata da più di 500 giorni la bomba è servita.

Ma ciò, in una situazione di normalità, non sarebbe bastato a far scatenare quasi una guerra civile, cosa che, invece, sembra volersi concretizzare di ora in ora.

Per accendere la miccia si sa, oggi, occorre internet ed anche in questo caso i soliti social: facebook e twitter in primis, hanno veicolato la maggioranza dei post antigovernativi e di rivolta, tanto da indurre Miguel Diaz-Canel – successore nella guida del Paese ai Castro (Fidel e Raul) – a inibire la rete su tutta l’isola.

Ma credo che, data la grande vicinanza di Cuba alle coste della Florida, questo provvedimento sarà del tutto inutile ai fini del contenimento del malessere.

La Pandemia non si fermerà per ora e forse durerà come il medioevo, cioè fino a quando, secondo le menti malate di taluni, i regimi di Mosca, del Venezuela, della Corea del Nord, dell’Iran, di Cuba e di tutti gli altri oppositori del mondo occidentale non cadranno lasciando così sola la Cina.

D’altronde se non fosse così come avrebbe mai potuto titolare, pochi giorni fa, la rivista Limes, uno speciale con la seguente didascalia: “SE CROLLA LA RUSSIA”?

Roba che, secondo il mio modesto parere, è da sprovveduti già solo il prefigurarlo poiché, per affermare ciò, si deve veramente essere all’oscuro della Storia e della Cultura della Russia.

A questo punto, in tutta risposta, mi verrebbe quasi quasi da redigere uno speciale de l’Ortis intitolandolo: “SE CROLLA L’UNIONE EUROPEA” … cosa di gran lunga più probabile.

Ma d’altronde di cosa vogliamo stupirci?

Noi siamo il Paese che pur avendo avuto aiuti, nella prima fase della Pandemia, dalla Repubblica di Cuba, dalla Federazione Russa, dalla Cina e da tanti altri Paesi fuori della NATO, siamo stati i primi, nel momento del bisogno di questi ultimi, a girare loro le spalle attraverso sanzioni, denigrazioni e menefreghismo, il tutto condito anche da un insano nanismo politico che ci induce a credere che, in questo frangente, la massima latina mors tua vita mea sia valida non capendo invece che … la loro morte sarà solo preludio, qualora disgraziatamente ciò dovesse avvenire, alla nostra fine, oltre che, condannare tutti questi popoli, cubani in primis, al medesimo destino dei libici.

Gheddafi docet!

Lorenzo Valloreja

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *