LA COPERTA DI LINUS
Come disse Marlon Brando in ‘Via Col Vento’: ”Cosa ci faccio in questo film?”.
Questa battuta di un comico di cui non ricordo il nome mi è tornata alla mente contemplando gli eventi che si sono susseguiti in Italia dal Marzo del 2020. Vi giuro che più passa il tempo più mi chiedo cosa abbia io da spartire con gran parte dei miei connazionali o del genere umano in generale. Lungi da me il definirmi un essere superiore dalle doti taumaturgiche però il prendere atto che il ben dell’intelletto, donatoci da Nostro Signore, venga considerato da più parti come un optional mi getta nello sconforto più totale.
Come tutti sanno dal 28 Giugno del 2021 i nostri governanti hanno “generosamente” concesso agli italiani di poter respirare in luoghi aperti senza l’ausilio della mascherina. Ora non tutti sanno che la mascherina nei luoghi aperti non è MAI stata obbligatoria! Chi l’ha indossata fino ad oggi l’ha fatto unicamente per ignoranza, per timore di sanzioni amministrative, per ipocondria, per scaramanzia o per conformismo. Quindi milioni e milioni di italiani si sono genuflessi ai potenti di turno, colmi di gratitudine, per avergli concesso una libertà che possedevano già in precedenza! Come se un tizio mi desse il permesso di poter parcheggiare l’autovettura nel mio posto macchina condominiale. E già qui ci sarebbe da mettersi le mani nei capelli. Ma, come si sa, al peggio non c’è mai fine. E quindi mi è capitato di leggere che nonostante le ”concessioni” governative almeno otto italiani su dieci preferiscono continuare ad indossare la mascherina anche nei luoghi all’aperto. Ora è lecito che mi si chieda:”A te cosa importa?”. Infatti non me ne importa niente. Ognuno è padrone di respirare come e dove vuole. Ma c’è un “ma”. Come mi capitò in precedenza di stigmatizzare la nocività intrinseca del guidatore solitario e mascherato, altrettanto in questo caso vorrei sottolineare la pericolosità di quest’ampia porzione di italiani.
Non so se tutti conoscono la famosa vicenda di Hiroo Onoda, meglio conosciuto come “L’ultimo giapponese”. Costui fu un soldato dell’esercito giapponese che combattè nella seconda guerra mondiale. Egli fu inviato nell’isola filippina di Lubang, in mezzo alla giungla. Ebbene ben presto egli perse ogni contatto col mondo esterno. Tanto che non si rese conto della fine della guerra e della sconfitta del Giappone. Addirittura nel 1974 fu trovato e furono costretti ad arrestarlo poiché si rifiutò di credere che il conflitto mondiale era finito da 30 anni. Ugualmente sono pienamente convinto che se dall’oggi al domani l’informazione mainstream diffondesse la notizia che la pandemia non è mai esistita, i vaccini non servono a niente e che coloro che hanno lucrato su tutto ciò sono stati arrestati, continueremo a vedere gente mascherata, distanziata e ammassata davanti agli hub vaccinali. Ciò dimostra che l’agognato microchip sottocutaneo, che dovrebbe permettere alle èlite di piegare la volontà degli uomini, risulta obsoleto. Perchè è evidente che gran parte della popolazione mondiale abbia già scelto volontariamente di non pensare più con la propria testa, delegando ad altri questo compito. E se questi altri sono i fautori del Nuovo Ordine Mondiale si può comprendere benissimo in cosa consista la potenziale pericolosità di chi vive, agisce e pensa scollato dalla realtà e abbruttito dalle fake news veicolate dal regime.
E quindi per paradosso i pezzi di stoffa, inutili per contrastare il covid, si sono rivelati utilissimi come supporto psicologico. Esattamente come la famosa “coperta di Linus”. Ovvero quel pezzo di stoffa che il noto personaggio creato da Charles M. Schulz si portava appresso come antidepressivo e per consolarsi.
Ma che gran parte della popolazione mondiale fosse già predisposta a compiere atti assurdi e senza senso, lo si poteva già intuire anni fa. Quando, per esempio, era opinione diffusa che il Califfato dell’ISIS si potesse espugnare cantando “Imagine” nelle piazze. Da qui a voler sconfiggere il covid cantando dai balconi il passo è stato breve…
Alessio Paolo Morrone
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