TANTO TUONO’ CHE PIOVVE: LA SANTA SEDE DENUNCIA LA DERIVA LIBERTICIDA E ANTIRELIGIOSA DELLA REPUBBLICA ITALIANA. UN ATTO GRAVE QUANTO IMPREVEDIBILE.
Per la prima volta in quasi cento anni di vigenza del Concordato (seppure modificato sotto il governo Craxi) la Chiesa ha paventato formalmente e seriamente una sua grave violazione almeno in fieri. Il responsabile del competente dicastero della Santa Sede per i rapporti con gli stati mons.Gallagher, ha depositato presso l’ambasciatore italiano presso la S. Sede una nota neanche tanto sfumata, sul tanto discusso DDL Zan.
“Alcuni contenuti attuali della proposta legislativa in esame presso il Senato riducono la libertà garantita alla Chiesa Cattolica dall’articolo 2, commi 1 e 3 dell’accordo di revisione del Concordato”, sarebbe un passaggio del documento in questione, come da indiscrezioni iniziate a trapelare attraverso il Corriere della sera. I commi tirati in ballo non solo assicurano alla Chiesa “libertà di organizzazione, di pubblico esercizio di culto, di esercizio del magistero e del ministero episcopale”, ma garantiscono anche “ai cattolici e alle loro associazioni e organizzazioni la piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.
La portata del passo è dirompente, anche se difficilmente si possono prevedere i suoi effetti. Grande l’imbarazzo presso la compagine governativa nella parte bellaciao e postcattolica. Enrico Letta si è affrettato a esternare disponibilità a confrontarsi.
L’ aspetto più serio di tutto è non solo la sua natura inedita per i rapporti fra Stato e Chiesa, lo scontro istituzionale in un’ epoca “postcattolica” in cui la Santa Sede potrebbe parere la pletorica e pomposa direzione di una potente e prestigiosa ONG; ma piuttosto che i vertici della Chiesa istituzionale paventino rischi addirittura per la libertà di opinione ed espressione dei cattolici in genere (soprattutto nella loro sfera familiare), e per la missione educativa della Chiesa ovviamente improntata a una visione naturalista dei rapporti sessuali e affettivi.
L’ inversione a U oltre Tevere rispetto a tutto un andazzo di aperture e accomodamenti al politicamente corretto è improvviso quanto radicale. Ed anche, politicamente parlando, incoerente: ricordate come Francesco bacchettò i vescovi insofferenti della chiusura delle chiese, e i suoi inviti a obbedire “alle autorita”?
Papa Francesco sta ripensando la sua politica di innocuità verso le direttive mondialiste, resosi conto del declino culturale e spirituale della Chiesa? Non è certo la fine del modernismo postcattolico, ma almeno si è posto un “limite di acque sicure”?
O nei Palazzi Apostolici, semplicemente non ne possono più e lo stanno isolando? O la pressione dalla base delle Chiese locali non ancora protestantizzate e modernistizzate, americana in primis, è ormai insostenibile?
Solo il tempo (non molto) ce lo dirà.
Per il momento, lasciamo strepitare i pasdaran del laicismo, e lasciamo bestemmiare Fedez.
A. Martino
Lascia un commento