A GINEVRA GLI AMERICANI CERCANO LA DISTENSIONE PER POTERSI CONCENTRARE SULLA CINA, PUTIN LO SA E, INFATTI, NE E’ USCITO COME IL GRANDE VINCITORE.
Alla fine, ieri, il tanto atteso vertice di Ginevra, tra Stati Uniti e Russia, finalmente si è tenuto ed i venti di guerra sembrano dissolversi all’orizzonte.
Entrambi le parti, infatti, hanno definito “costruttivo” l’incontro di circa tre ore nella biblioteca di Villa la Grange.
Questo è un aspetto non solo formale, ma anche sostanziale.
Si è poi concordato di andare aventi sulla strada del disarmo nucleare e di coordinarsi rispetto alla cybersicurezza.
Ma detto questo è evidente che il vero vincitore di questo incontro è Vladimir Putin.
Infatti sul tema più caro al Cremlino, cioè la Crimea e il dossier ucraino, nulla di perentorio è stato indicato da parte di Washington.
Su questa vicenda, dal canto suo, Mosca si è limitata ad assicurare che intende facilitare nuovi accordi con Kiev, che tradotto dal linguaggio diplomatico equivale a dire: << se la NATO abbandonerà ogni intento riguardo la possibilità di far aderire l’Ucraina all’Alleanza Atlantica e l’UE non cercherà di allargarsi ulteriormente ad est, lo status quo, al di là, ed al di qua, del Dnepr, sarà garantito per sempre >>.
In fondo l’abbiamo sempre detto, la Russia è un Paese pacifico, non espansivo e quando si muove lo fa solo per limitare i danni causati da terzi.
Ciò che ho appena affermato è storicamente dimostrato e comprovato dagli ultimi 1000 anni di vita di questo grande Paese.
Il Presidente Putin poi, come al solito, si è presentato preparato e risoluto ed ecco perché, mentre egli ha argomentato le sue ragioni con fatti inoppugnabili, il suo omologo statunitense si è limitato ad un’esposizione basata sui soli soliti slogan propagandistici, tra l’altro anche datati e perciò desueti.
Persino sulla presunta pericolosità informatica della Federazione Russa Putin è riuscito a ribaltare la frittata osservando in maniera impeccabile che: << … secondo le fonti americane, (a chi è interessato il mio portavoce Peskov fornirà i nomi esatti delle organizzazioni americane) la più grande quantità di attacchi informatici nel mondo parte proprio dallo spazio cyber degli Stati Uniti, al secondo posto c’è il Canada, poi vengono effettuati da due paesi latinoamericani, poi dalla Gran Bretagna. La Russia in questo elenco non c’è … e tra l’altro, di recente, la Russia è stata anche vittima di un attacco hacker al proprio Sistema Sanitario >>.
Per ciò che concerne i diritti umani, poi, gli Stati Uniti hanno il coraggio di fare le pulci al Cremlino quando, nell’Anno di Grazia 2021, risulta ancora aperto il loro Campo di Prigionia di Guantanámo (Cuba, base tra l’altro contestata dal Governo di l’AVANA) che di sicuro non brilla, a livello internazionale, neanche per il rispetto delle più elementari norme dei diritti dell’uomo.
Ora, premesso che in Russia le carceri non siano gestite dai francescani, Putin ha ammesso che la Russia stia sviluppando un proprio percorso, ma chi parla di rispetto dei diritti umani cosa sta facendo di concreto per il rispetto di questi?
A tal riguardo lo Zar ha chiesto a Biden: << Se (i manifestanti di Capitol Hill) sono andati al Congresso con richieste politiche, metterli in prigione non è persecuzione per le opinioni politiche? >>.
Detto questo la malafede di Washington si è palesata plasticamente con l’abbandono al proprio destino di Alexey Navalny del quale si è chiesto solo di garantirne la vita visto che Putin ha rimarcato che: << quest’uomo … sapeva di violare la legge russa e lo ha fatto appositamente per farsi incarcerare >>.
Comunque sia una stretta di mano ha sugellato l’inizio di una normalizzazione che, data la tempra del dragone cinese, andrebbe più a beneficio degli americani che dei russi, in quanto, i primi, vogliono essere liberi di potersi organizzare al meglio per tentare di contrastare l’espansionismo di Pechino.
Lorenzo Valloreja
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