IMBRATTARE MURI SI PUO’: DIPENDE DA COSA SI RAFFIGURA. CRONACA DI POLIZIA DEL PENSIERO.
L’articolo 639 del codice penale (detto Codice Rocco, dal nome del ministro di Grazia e Giustizia di Mussolini, peraltro non tanto fascista) stabilisce la fattispecie del deturpamento e imbrattamento di cose altrui.
Non voglio entrare nello specifico giuridico della differenziazione della pena a seconda se si tratti di immobile privato o pubblico ecc. Ma una cosa è sicura: il nostro ordinamento non è per nulla tenero verso chi non solo sfascia o danneggia (altra fattispecie), ma anche verso chi imbratta e sporca non solo con scritte e disegni vari non richiesti o commissionati (caso migliore), ma pure con sostanze e materiali di ogni tipo.
In questi giorni si è molto parlato nel Sistema informativo main stream, e si è molto attivato l’apparato dello stato, per il deturpamento nel centro di Pescara, di due piccoli murales raffiguranti l’ uno il volto di Willy Monteiro, il 21enne barbaramente ucciso da balordi a Colleferro nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2020; e l’ altro quello dell’ americano di colore George Floyd, il cui deprecabile letale arresto (non era esattamente uno stinco di santo) dai metodi indegni di una polizia “democratica” fu gonfiato nell’ anno delle elezioni presidenziali americane, in chiave antitrumpiana. Da lì il fenomeno degli “inginocchiamenti” entusiasticamente cavalcato dai nostri bellaciao, e in genere del Black lives matter, ennesimo strumento per lavare il cervello alle masse occidentali e sradicarle dalle loro identità.
Se nel caso di Floyd quindi, qualche distinguo lo facciamo e lo facemmo, per il povero Willy il discorso è diverso: chi infierì così deve averne rimorso per tutta la vita, era davvero un bravo ragazzo italiano (anche se di pelle scura). Però proprio per il suo colore della pelle, l’episodio fu ed è strumentalizzato dai bellaciao (tanto per non cambiare).
Tornado al tecnicismo giuridico: entrambi i graffiti o mini murales, in teoria, sarebbero degli imbrattamenti; quello col povero Willy con la tuta di Superman e la faccia cancellata da una mano di grigio sul muretto di recinzione del Liceo Classico G. D’Annunzio, e quello col volto di Floyd totalmente annerito su un edificio, mi pare, privato. Essendo pescare e qui vivendo, proprio nel quartiere, confesso che notai distrattamente e disinteressatamente la presenza di uno di questi, e altrettanto distrattamente e disinteressatamente ebbi occasione di notare l’ingrato trattamento da esso subito.
Ma per altri non è stato così, addirittura l’immancabile ANPI (la potente e finanziatissima associazione dei partigiani senza più partigiani, che si oppose strenuamente all’ intitolazione di un piccolo spazio cittadino alla Cossetto, giovane vittima-simbolo delle belve titoine alle foibe) ha attaccato il sindaco di Pescara, trasmissioni televisive, sdegno sulla Rete, il solito “fascicolo aperto” con indagini da servizi segreti, allarme per ”Pescara razzista” ecc.
Insomma: anche a decidere cosa sia “imbrattamento” sono gli interpreti costituiti del Pensiero unico e del politicamente corretto relativamente a simboli e persone ad essi cari (o magari strumentalizzati).
E non solo: l’ imbrattamento della superficie imbrattante (cioè lo sfregio ai murales), è non solo una deprecabile ulteriore macchia su un muro immacolato, ma una specie di tentativo di eversione dell’ ordine costituito. Il Sistema in via di edificazione avanzata tiene, con una certa paranoia persecutoria, alla tutela dei suoi simboli e di immagini che ritiene a sé care.
Proviamo a immaginare se qualcuno, esattamente a Pescara in quei posti, avesse effigiato una Madonna con Bambino, o Nostro Signore in croce, o un San Antonio, o un San Pio da Pietrelcina. Vi dico io che sarebbe successo.
Avrebbero gridato al “fanatismo di cattolici integralisti”, all’insulto alla laicità della scuola pubblica per quello sulla recinzione del liceo, si sarebbero precipitati a cancellare tale “rigurgito medioevale”. E se uno zelante “laico” avesse oltraggiato il volto di Maria, qualche altrettanto zelante bergogliano avrebbe approvato osservando che “non si esibiscono le sacre immagini per dividere”. Ne sanno qualcosa i madonnari in via di estinzione, ultimi dei mohicani di un’arte fatta di passione incredibile e fede commovente, combattuti da amministrazioni locali con i pretesti più ridicoli e accusati di…imbrattare e deturpare il suolo pubblico. Appunto.
A. Martino
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