CREDI E SPERA
Ogni volta che mi chiedono di raccontare cosa significa vivere sotto i bombardamenti ucraini, io mi perdo. Non perché sono una bambina e non ci sarebbe nulla da raccontare, non è per questo. Semplicemente non saprei cosa vorrebbero che raccontassi.
Dovrei riportare la sterile statistica con il numero delle vittime e delle strutture distrutte? Certo che no.
Ci sono i telegiornali per questo. Dovrei parlare delle mie sensazioni e delle mie preoccupazioni personali? Diventerebbe già molto più complicato. Com’è questa vita in guerra? Direi che è una vita normale, visto che non ricordi più cosa vuol dire la vita pacifica.
Molte persone potrebbero rimanere terrorizzate dal fatto che in ventunesimo secolo, in pieno centro cartografico d’Europa ci sono i bambini che non si ricordano degli aerei che volano serenamente nell’alto dei cieli, non si ricordano cosa vuol dire una passeggiata con i genitori in città di sera, oppure qualsiasi altra cosa sciocca alla quale non ci fanno caso gli altri bambini.
Gli spazi aerei chiusi e il coprifuoco portano le modifiche alla nostra vita.
Quando leggo che in alcune città europee ci sono state le manifestazioni contro il coprifuoco, rimango sbalordita: quale sarebbe il problema?
È solo il coprifuoco, non è successo niente, perché agitarsi così tanto?
Il motivo di questa nostra tranquillità è semplice: solo il confronto ti da la possibilità di capire veramente le cose, e noi non possiamo aver nessun tipo di confronto.
Noi siamo la generazione che non ricorda la vita normale, la vita pacifica.
Siamo la generazione che vive seguendo le regole precise, l’inosservanza delle quali potrebbe portare alla morte.
Abbiamo imparato a captare la direzione dei proiettili a orecchio, per poter capire se è il caso di stare attenti oppure si può continuare a fare quello che stavi facendo.
Abbiamo imparato a memorizzare le istruzioni del Ministero della emergenza per sapere come comportarsi durante i bombardamenti, oppure quando trovi gli oggetti sospetti e tante altre istruzioni.
Nonostante tutto questo nessuno potrebbe garantire che il proiettile non ti sfiori mai.
È strano? È terrificante? È la normalità, cambia solamente l’intensità dei bombardamenti. Cosa vuol dire vivere sotto i bombardamenti ucraini?
È quando il 1 giugno, il Giorno della difesa dei bambini, di fronte ai memoriali dedicati ai bambini morti di Donbass volano verso il cielo i centinaia di lanterne di carta per illuminare la strada agli Angeli.
È difficile spiegare ai bimbi che fanno volare le lanterne perché a questi Angeli è stata strappata la loro breve vita, perché li hanno privati della possibilità di diventare grandi e di vedere finalmente la pace che arriverà nella nostra Patria.
Ora possono solo guardarci dal cielo e piangere insieme agli adulti, confortandoli.
È andata così, quasi tutta la mia vita e tutti i miei ricordi sono legati alla guerra, ecco perché non provo né nostalgia né rammarico riguardo al passato.
Vivo il presente, a volte penso al futuro.
In questo futuro c’è anche il mio sogno, ingenuo e sciocco che probabilmente fa sorridere, ma è un sogno del tutto reale, che scalda e aiuta a non disperarmi anche nei tempi più duri.
Vorrei vedere volare nei cieli di Donbass gli aerei di linea e non le lanterne di carta.
Ogni sogno deve diventare realtà. Deve essere così e ho fiducia che così sarà.
Faina Savenkova
Raggio del sol
Col ciel attorn,
È un disegno del bimbo.
Lo disegnò e lo firmò
E sotto scrisse così:
Gloria sempre al sole,
Gloria sempre al cielo,
Gloria sempr’ alla mamma,
Gloria sempre a me!
Mio amico, piccolo amico,
La gente vuole la pace!
Anche da grande
Il cuore canta,
Senza stancarsi così :
Gloria sempre al sole,
Gloria sempre al cielo,
Gloria sempr’ alla mamma,
Gloria sempre a me!
Zitto, soldato,
Senti, soldato,
La gente teme la guerra.
Tante persone
Guardano il cielo,
Sempre cantando così:
Gloria sempre al sole,
Gloria sempre al cielo,
Gloria sempr’ alla mamma,
Gloria sempre a me!
Maledetta guerra,
Mal di questa terra,
Noi difendiamo bambini!
Sole eterno,
Gioia eterna,
Noi la pensiamo così!
Gloria sempre al sole,
Gloria sempre al cielo,
Gloria sempr’ alla mamma,
Gloria sempre a me!
Canzone ” Raggio del sol”, 1962, Lev Oshanin
Traduzione in italiano Ioulia Liakh
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