IL TONNO ROSSO
Troppo semplice dare giudizi senza un contraddittorio.
Ho chiesto ad una Donna, che fa anche il lavoro del Pescatore, ma che si divide tra il ruolo di Mamma, moglie e lavoratrice, oltre che studiare per difendere la professione, o l’arte di famiglia.
Ecco ciò che ha scritto per Noi.Grazie Claudia.
“Il palangaro ritrovato con un esemplare di tonno in cattivo stato di conservazione è in buona probabilità una porzione perduta di un attrezzo da pesca. il pesce una volta morto , lasciato in mare alla deriva insieme al palangaro, comincia il processo di decomposizione. Dal precedente articolo si denota la grande difficoltà a gestire i prelievi di questa importantissima risorsa dei nostri mari. Il tonno rosso lo abbiamo conosciuto tutti, lo mangiavamo tutti , io che sono siciliano d’origine, sentivo parlare dei “Tempi da tunnina” ovvero la prevalenza nel mese di maggio dei venti di maestrale che portavano i pescatori ad aspettare la tanto ambita preda. Si perché a Palermo e in tutta la Sicilia, il tonno a maggio era sempre presente in ogni banco delle pescherie. La famiglia Florio ,un nome che rievoca i fasti della Sicilia della Belle époque, la leggendaria famiglia che rivoluzionò l’economia e la cultura dell’isola, viveva a Palermo. Commercianti, armatori, mecenati, i Florio si occuparono anche di pesca e lavorazione del tonno e trasformarono la tonnara di Favignana in una vera industria conserviera. Oggi tutto questo è ricordo. Il tonno che oggi è consentito catturare dai pescherecci italiani prende strade assolutamente diverse: circa il 90% viene trasferito nelle gabbie di ingrasso a Malta per essere consumato in Giappone, una minima parte , catturato dai palangari autorizzati ( circa 30 barche in tutta Italia) con la loro quota individuale forniscono le pescherie. Ma, attenzione, esiste anche una cospicua parte di tonno rosso privo di tracciabilità, frutto di pesca illegale. A questo punto però voglio aprire una parentesi distinguendo i tanti pescatori professionali , dotati di licenza da pesca ed attrezzi da pesca a norma, che pur cercando altre specie, come ad esempio pesce spada o alalunga, si imbattono in enormi branchi di tonno che gradiscono ben volentieri le esche dei pescatori di spada, che però, ATTENZIONE però, non possono essere felici di questo, perché in quel momento diventano bracconieri. Come se potessero fermare il tonno che decide di abboccare … Si, avete letto bene, diventano bracconieri senza volontà. Una cattura fortuita che gli potrebbe costare caro, oltre al danno all’attrezzatura da pesca, ogni tonno infatti può provocare grossi danni al palangaro dei pescatori, subiscono una ammenda…È necessario fare un’altra precisazione, i pescatori lamentano la presenza massiccia di unità da diporto, ovvero pescatori sportivi che hanno regole ben precise da rispettare. Sempre i pescatori professionali mi segnalano lo scarso controllo da parte delle autorità competenti nei confronti di tanti natanti a diporto che a volte pescano con attrezzi non consentiti e superano i limiti giornalieri di cattura. Così, tornando all’articolo del palermotoday, non puntiamo subito il dito contro i pescatori professionisti, né sul fatto che quel povero tonno smarrito fosse già in cattivo stato: a mare tutto questo può accadere.”
Insomma, a mare tutto può accadere, anche il fatto che attraverso strani meccanismi legislativi il Nostro Tonno Rosso, il migliore, che i più credono sia sparito e sostituito da altra specie, sia invece pescato e destinati a mercati lontani, grazie a regole perverse che penalizzano i nostri pescatori….ma su questo, vi darò più ampio spazio in prossimi articoli, grazie alla collaborazione di Claudia e di tutti i piccoli e medi Armatori che ogni giorno ci garantiscono quel pesce dei nostri mari, che tutti apprezziamo.
Ettore Lembo
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