L’ INDUSTRA FARMACEUTICA UTILIZZA CELLULE PRELEVATE DAI CADAVERI DEI BAMBINI ABORTITI. QUALCHE CATTOLICO NON CI STA.

Il vescovo Athanasius Schneider è ausiliario di Astana (Kirghisistan). Pur in un paese a maggioranza assolutamente islamica, è da alcuni anni una voce di rilievo globale negli ambienti cattolici alieni al “postcattolicesimo” bergogliano. Non mancano, direi persino ovviamente, posizioni di magistero morale assolutamente perentorie su tutta la tematica della “pandemia” e della dittatura globale tecnico-sanitaria.

Cinquantanove tra avvocati, giornalisti, medici, farmacisti e attivisti per la vita italiani hanno scritto giorni fa, una lettera aperta a mons. Athanasius Schneider in risposta al suo appello di febbraio, che chiedeva di combattere i farmaci macchiati dall’aborto e di opporsi all’abuso dei corpi morti di bambini mai nati. Ovviamente, si fa riferimento anche alle in fondo mai smentite denunce di utilizzo di cellule di esseri umani abortiti nelle inoculazioni antipandemiche.

La lettera sottolinea che lo sfruttamento delle cellule fetali ottenute dalle vittime dell’aborto fa parte di un’enorme industria globale. Si conclude che chi considera “normale” l’uso di cellule derivate da bambini uccisi prima ancora di nascere ha perso “ragione e giustizia” oltre che “la capacità di giudizio etico“.

Tra i firmatari c’è anche Francesco Mario Agnoli, ex magistrato e giornalista italiano, i giornalisti Marco Tosatti e Aldo Maria Valli, insieme ad attivisti italiani come Fabrizio Verduchi (Italia Cristiana) e Gianfranco Amato (Giuristi per la vita). Il caos morale si impone sul mondo, c’è una deriva verso il “transumanesimo” e la cultura della morte domina le leggi degli stati, aveva scritto il vescovo Athanasius Schneider; e su ciò questi intellettuali cattolici concordano pienamente.

Nella sua risposta a stretto giro alla lettera suddetta, Schneider ha poi sottolineato che l’uso industriale delle cellule prese dai bambini abortiti è “mostruoso e struttura del peccato globale.”

Lo sfruttamento dei bambini non nati come “riserva di materiale biologico” è un abominio che ogni persona di buona volontà “dovrebbe respingere denunciandone la perversione e la natura diabolica”.

Alla fine dello scorso anno, fece scalpore e destò perplessità se non stupore, il possibilismo di fonti vaticane su tale grave problematica etica.

A. Martino

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