SE N’E’ ANDATO FILIPPO DI EDIMBURGO, ICONA MONARCHICA GLOBALE IN BOMBETTA E IMPERMEABILE E RE DEL POLITICAMENTE SCORRETTO.
Se n’ è andato Filippo di Mountbatten a cento anni non compiuti, duca di Edimburgo, principe consorte (anche se senza titolo ufficiale, con un certo minimalismo) di Elisabetta II regina del Regno unito di Gran Bretagna e Irlanda del nord e capo del Commonwealth of Nations (surrogato dell’antico immenso impero coloniale britannico).
Egli la sposò nel 1947 con il consenso del padre di costei Giorgio VI, e particolarmente dal 1952 (ascesa al trono della moglie) fino almeno al 2017 (anno di suo “pensionamento” salvo presenza in eventi particolari quali il discorso parlamentare della Corona), l’ha accompagnata, sostenuta e servita (sì, si dice proprio così).
Nel suo DNA portava il retaggio di tutte o quasi le case regnanti europee, tanto è vero che esso servì a confermare l’identificazione dei poveri resti di Nicola II e familiari.
Ha attraversato delle epoche più che un’epoca: guerra e dopoguerra, boom economico e aetas aurea dell’ Occidente, tre o quattro crisi economiche sistemiche, guerra fredda, globalismo, europeismo e Brexit, colonialismo e decolionizzazione e così via.
Era tra gli ultimissimi reduci della seconda guerra mondiale: quanto meno come ufficiale di marina, penso che non ve ne siano altri; degno avversario di un’altra Regia Marina (la nostra che fu) su cui tuttora aleggiano sospetti di tradimento di stampo massonico. A proposito: probabilmente anche Filippo fu massone di altissimo livello, come tutti i reali inglesi dall’Ottocento; e la cosa, francamente, per me non è un suo merito.
Però, massone o non massone, Filippo fu non principe, ma direi proprio re, del politicamente scorretto: le sue mitiche gaffes erano in realtà e semplicemente, parlare fuori dai denti, o collegare la lingua direttamente al cervello, da parte di chi ritiene di poterselo permettere. Il Regno Unito sarà pure una delle massime centrali del politicamente corretto e del Pensiero Unico (la Brexit è per molti incomprensibile anche per questo), ma nei pubs, nei clubs esclusivi e per uomini di Londra, nelle caserme o nei cinematografici castelli infestati da fantasmi, i motti di spirito e l’agrodolce visione del mondo erano, sono e saranno, quelli di Filippo.
Quelli del principe in bombetta e impermeabile (l’ombrello quindi non serve, in chiara logica militare) che vogliamo ricordare, come simbolo globale di quanto resta del principio monarchico, con simpatia e deferenza ma anche con ironia, accostandolo all’ Alberto Sordi di Fumo di Londra.
Ecco alcune delle sue fulminanti, pedagogiche o a volte surreali, battute. Thank you, royal Highness !
“Se un uomo apre la portiera dell’auto alla moglie, o è nuova l’auto o è nuova la moglie”.
“Una pistola non è più pericolosa di una mazza da cricket se si trova nelle mani di uno squilibrato”.
“Mi scusi, ma lei è un uomo o una donna?”.
“Le donne inglesi non sanno cucinare”.
“Se resterete qui molto, vi verranno gli occhi a mandorla” (a un gruppo di studenti britannici in Cina).
“Molti di voi discendono dai pirati, vero?” (in una visita a Cayman).
“Ancora vi infilzate con le lance?” (in Australia, con degli aborigeni).
“E’ lei il proprietario di questa auto orrenda, vero?” a Elton John arrivato al castello di Windsor su Aston Martin con carrozzeria d’ oro.
A. Martino
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