RADIO LISSA 30PT: AI TEMPI DEL COVID GLI AUTOVELOX RAPPRESENTANO DEI VERI E PROPRI FURTI LEGALIZZATI
Con il Covid si sa, più che alle vite umane, il danno maggiore è stato inflitto all’economia: pensate che da inizio pandemia il nostro Paese ha perso qualcosa come 183 miliardi di Euro di Pil e più di 137 miliardi di Euro di Consumi, rovine da vera e propria guerra civile.
A risentirne, chiaramente, sono stati un po’ tutti, dai singoli cittadini, allo Stato Centrale fino agli Enti Locali per i quali, proprio lo scorso febbraio, è stato fatto un Decreto ad hoc che prevede la possibilità, per Comuni e Province, di chiedere alla Repubblica Italiana di accollarsi parte dei loro debiti per ristrutturarli riducendo la loro spesa per interessi.
Un’iniziativa senz’altro lodevole ma forse un po’ tardiva perché sono anni ormai che gli Enti Locali, di anno in anno, percepiscono sempre meno fondi da Roma.
È questo il caso della cosiddetta spending review che – unitamente alla volontà, da parte dei vari Governi Nazionali succedutisi, di voler dimostrare ai propri elettori, non dico di abbassare le tasse, quanto, di non aumentarle – ha fatto si che i veri tagli strutturali si avessero solo verso i Comuni ed enti similari, i quali, a loro volta, per questioni di cassa, si sono organizzati in maniera autarchica per far fronte a questa penuria di liquidità.
Uno degli strumenti più usati dalle varie Municipalità per fare cassa in tempi rapidi sono senz’altro le sanzioni al codice della strada.
Esse, come ben sapranno i nostri lettori, ultimamente vengono rilevate con strumenti a dir poco discutibili come:
- Gli autovelox della tipologia “T-Red”;
- Nascondendo e mimetizzando lo strumento di rilevazione;
- Abbassando appositamente il limite di velocità in alcuni tratti di strada giusto per il periodo di rilevazione delle infrazioni;
- Portando il limite, in zone che non lo richiederebbero, dai canonici 50 km orari ai 30 km orari, il che, con le automobili di oggi, affinché tale limite venga rispettato, comporterebbe per l’autista la discesa a piedi dal mezzo di quest’ultimo e la spinta dello stesso a mano … altrimenti il motore dell’autovettura s’imballerebbe (sic!).
Scherzi a parte, il giro d’affari intorno al mondo delle multe può essere veramente importate per un Comune.
Qui di seguito, a tal pro proposito, pubblichiamo uno schema nel quale è possibile vedere quanto incida, ad esempio, in percentuale, nei vari bilanci comunali delle prime 13 città con una popolazione al di sopra delle 200 mila unità, le entrate dovute all’elevazione di sanzioni per infrazioni al codice della strada.
Ebbene da ciò si evince che, le entrate dovute alle multe possono rappresentare, come nel caso dei Comuni di Padova e Bologna, oltre il 6% del Bilancio complessivo, così come, ad esempio, nella fattispecie delle municipalità di Messina e Napoli possono non rappresentare neanche l’1% del totale, insomma, ognuno si regola secondo coscienza.
Sta di fatto che, se queste sono le percentuali, altra cosa sono le entrate pro capite per multe.
Infatti, ogni Comune ha un numero diverso di abitanti per i quali è necessario garantire ugualmente dei servizi essenziali. Ora l’ammontare complessivo degli introiti dovuti alle multe va diviso per il numero di abitanti di una detta Municipalità e solo in questo caso sapremo quanto potranno essere d’aiuto ai singoli cittadini queste cifre.
Se si osserva lo schema sottostante ci si renderà subito conto che tra le grandi città Milano, Firenze e Bologna sono quelle che hanno un entrata pro capite maggiore: più di 120 Euro a cranio, mentre Messina, Trieste e Napoli sono quelle che sembrano beneficiare meno di questo strumento: meno di 40 Euro a testa.
Tuttavia le spese dei grandi centri non sono minimamente paragonabili a quelle dei piccoli.
Questi ultimi, ad esempio, avranno senz’altro più spese per erogare gli stessi servizi di una grande città, pur avendo meno aziende e meno cittadini.
Tuttavia le spese dei grandi centri non sono minimamente paragonabili a quelle dei piccoli.
Questi ultimi, ad esempio, avranno senz’altro più spese per erogare gli stessi servizi di una grande città, pur avendo meno aziende e meno cittadini.
Non è un caso quindi che, tra i primi 13 Comuni italiani assoluti, per entrate procapite a causa delle multe, vi siano tutti piccoli centri che vanno da un minimo di 178 abitanti, come nel caso di Rocca Pia (AQ) ad un massimo di 4554 individui siti nella Municipalità di Monastir (CA).
Ora, leggendo tutto quanto sopradetto, sembrerebbe tutto normale e legittimo ed accettabile se non fosse che, il primo Comune italiano per entrare pro capite da multe, nell’anno 2019, risultava essere Colle Santa Lucia, in Provincia di Belluno, con 358 abitanti.
Questo ente ha incassato la bellezza di circa 529 mila Euro aggiudicandosi così il record di 1516 Euro per ogni cittadino, seguito poi a ruota da Roseto Capo Spulico (CS), 1904 abitanti, per un incasso totale di quasi 3 milioni di Euro ed una entrata procapite di 1501 Euro.
La medaglia di bronzo, per il 2019, invece è stata assegnata al Comune di Carrodano, in Liguria, che, con 485 abitanti, è riuscito ad incassare con le sole multe ben 570 mila Euro, pari a 1174 Euro per ogni cittadino.
In altri termini, i piccoli centri, così come i grandi, sono mantenuti, in maniera più o meno ortodossa da noi cittadini e questo, specie in tempo di Covid non è accettabile perché, al di là del decreto pocanzi citato, le amministrazioni locali continuano imperterrite nella loro campagna sanzionatoria e non per prevenire le infrazioni stradali, garantire la sicurezza, o reprimere i crimini stradali, quanto per fare cassa!
In questo momento in cui non tutti hanno usufruito dei ristori e molti sono a casa senza un reddito, continuare a multare i cittadini, per pochi chilometri in più o per quel secondo in meno, magari perché, questi ultimi, andavano di fretta a fare la spesa o cercavano di arrangiarsi, è letteralmente da criminali!
Ecco poi scoppiare l’esasperazione dei cittadini come nel caso di ciò che è accaduto in Abruzzo, nel Comune di Scafa (PE), dove qualcuno, chiaramente non identificato, ha pensato bene di distruggere l’autovelox ivi istallato a colpi di lupara.
Gesto questo senz’altro deprecabile ma altrettanto comprensibile dati i tempi di magra e constatato altrettanto il fatto che, nonostante il Covid, se qualcuno decidesse di fare opposizione ad una sanzione i costi vanno, ancora, a seconda dei casi, dai 43 € fino ai 237€, ai quali, chiaramente deve essere aggiunta una marca da bollo da 27€.
Siamo, in altri termini, alla follia più totale.
Questo, chiaramente, accade in Europa, dove lo Stato non può essere Etico, non deve quindi intromettersi nell’aiuto economico dei cittadini perché ci sono i vari patti di stabilità da tutelare, le autonomie degli enti da rispettare, il principio di sussidiarietà da garantire ed altre menate simili!
Altrove, invece, dove le economie sono pianificate, e lo Stato da degli indirizzi chiari, in queste settimane abbiamo scoperto che, ad esempio, il Governo Cinese da dei contributi o entra anche nelle società sportive, per garantirne la liquidità e solidità.
Ecco, da noi sarebbe pressoché impossibile per mille motivi ideologici e di sudditanza euro/atlantista ma, al di là dei pregiudizi, la strada giusta è quella: Lo Stato deve sopperire a tutte le necessità ed implementare il mercato interno e dei servizi, attraverso iniezioni di denaro fresco.
Quindi no, prestiti di nessun genere, né tasse nascoste con il gioco delle tre carte, ma solo senso di responsabilità da parte dei nostri Governanti affinché una Nazione sia tale, cioè sovrana, non solo sulla carta, ma anche nei fatti.
Se così fosse i Comuni, di sicuro, non avrebbero più bisogno di “sciacallare” sulle multe.
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